Capitolo nove

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 Coldplay ft Beyoncé - Hymn For The Weekend 

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 Coldplay ft Beyoncé - Hymn For The Weekend 

Sbam.

Urletto.

Sbam.

Sospiro.

Sbam.

Risatina.

Borbottando maledizioni tra me e me, mi stringo il cuscino alla testa, rivoltandomi nel letto come un merluzzo fuori dall'acqua. In questo momento preferirei di gran lunga le tendopoli sulla sabbia in Afganistan, a temere di avere una granata proprio sotto al culo, piuttosto di stare qui a sorbirmi questa manfrina in diretta dalla camera adiacente alla mia.

«Anne...».

Un sussurro lascivo, detto con voce roca, mi provoca quasi un conato di vomito.

Una risatina da scolaretta riempie l'aria, e sono in procinto di cercare il cestino più vicino per riversare la cena di ieri sera. Sono esattamente le cinque del mattino ed ho dormito beato fino a dieci minuti fa, prima di piombare nello schifo più totale. Diciamocelo, per ognuno di noi non c'è niente di più stomachevole che immaginare nell'atto coniugale i propri genitori; ma quello che lo batte è sentirli. È orribile. Conosco persone che da piccole, dopo un brutto sogno, sono andate alla ricerca di rassicurazioni nel lettone dei genitori, per poi trovare i suddetti in posizioni oscene. Molte di loro sono talmente traumatizzate che ancora vedono uno psicologo.

"Ma sì, sono cose naturali!", direte voi.

Col cazzo, dico io.

Sono naturali se le faccio io, se le fanno i miei genitori sono semplicemente vomitevoli.

Spero che la cosa non duri molto. Invano. Ormai del tutto sdegnato, agguanto le cuffiette del cellulare e mi metto ad ascoltare la musica. Hymn For The Weekend dei Coldplay mi penetra nelle orecchie e finalmente tutti i suoni estranei scompaiono. Mi accendo una sigaretta, mentre mi godo la canzone, più specificatamente la parte dove interviene Beyoncé. La sua voce mi ricorda quella di Carmen. Melodiosa, femminile e limpida. Caspita, quella donna. Le sue gambe chilometriche, i capelli corvini e dannatamente lucidi, gli occhi che sembrano cioccolato liquido e le sue labbra a cuoricino. Potrei anche masturbarmi, se lo spettacolino che i miei genitori hanno montato in camera loro non mi riducesse il pene in polvere. Così mi ritrovo a riflettere sulla proposta di Björn Zimmerat. Essere la guardia del corpo di Carmen significherebbe stare con lei quasi tutto il giorno senza essere preso per un maniaco. Significherebbe tenere lontano da lei qualsiasi uomo che le lanci uno sguardo lascivo. Significherebbe...cavolo, significherebbe godermi la vista del suo bel sedere almeno otto ore al giorno. Mentirei, se dicessi che la prospettiva non mi attira. Ma ci sono altre cose da prendere in considerazione. Flavia e le sue minacce, ad esempio. Gironzolare sempre dalle sue parti le permetterebbe di minacciarmi ancora e di trovare altri espedienti per incastrarmi una volta per sempre. Ciò non toglie che, lavorando per un pezzo grosso come Björn, potrei conoscere gente altrettanto importante e trovare facilmente un ingaggio. Farei di tutto per non fare la fila al centro per l'impiego, questo è certo. E non solo: essendo stipendiato potrei finalmente andare via da questa casa. E, a quel punto, addio gemiti e traumi.

La mia salvezzaWhere stories live. Discover now