Capitolo uno

1.4K 72 3
                                    


Maroon V - Can't Stop

¡Ay! Esta imagen no sigue nuestras pautas de contenido. Para continuar la publicación, intente quitarla o subir otra.

Maroon V - Can't Stop

Freddezza. Controllo. Forza. Sono queste le qualità di un buon militare. Una buona mira aiuta a sparare, ma non devi tremare mentre impugni il mitra. Anche la velocità gioca un ruolo importante, perché durante un conflitto a fuoco devi saper cambiare le munizioni più in fretta del tuo nemico se vuoi sopravvivere, ma se lui non ha ancora finito le sue non ha molta importanza. Muori comunque. Sì, c'è il giubbotto anti-proiettili, il casco, ma proprio il mese scorso un mio collega è morto ugualmente, dopo che un cecchino afgano gli ha colpito quel lembo di pelle tra il casco e il giubbotto. Puoi essere il più allenato, il più forte, il più veloce, ma nemmeno tutte queste qualità insieme ti salveranno dalla furia umana. Da ragazzo odiavo le armi, la guerra e il caos in generale. Ma poi, quando le cose sono andate per il peggio, queste tre enti sono state il mio rifugio. Perché quando un kamikaze si fa esplodere a pochi metri da te, le tue orecchie fischiano troppo per sentire i rumori dei ricordi. Oppure, quando un tizio spara verso di te, non hai il tempo di stare impalato a pensare. Devi agire, devi spostarti, perciò la tua mente è impegnata a fare altro e non va' lontano.

Ma tutto ha un inizio e una fine. Adesso che ho quasi quarant'anni non voglio più districarmi tra corpi inerti e fumo. Non voglio più sentire spari, boati. Voglio stare per conto mio, in una casetta di periferia con un bicchiere di vino in mano, a guardare il telegiornale come un qualsiasi cittadino europeo. Voglio respirare l'aria fredda della Svizzera, del mio paese. Voglio godermi la vecchiaia dei miei genitori, voglio stare con loro e dividere dei momenti da ricordare con i miei nipoti.

Quando ero arrabbiato con il mondo intero, dopo la morte di Elsa, volevo rimanere solo con me stesso. L'ho fatto per vent'anni, ma adesso non mi basta più. Voglio lavorare per cinque giorni la settimana per uscire con qualche amico o semplicemente rimanere a casa con i piedi affondati nelle pantofole durante il week-end.

Accendo il computer e Skype si apre automaticamente. Mia madre è già on-line che mi aspetta, così la chiamo immediatamente. Certe volte lascia l'account aperto e nel frattempo fa le pulizie di casa, ma appena sente suonare quella musichetta odiosa del PC si fionda in quella che una volta era la mia camera da letto e mi risponde. Lei ancora non sa della decisione che ho preso, anche se sono anni ormai che mi implora, giorno dopo giorno, di tornare. Dice sempre che ogni volta che parte un'edizione straordinaria del telegiornale mi immagina morto con una miriade di pallottole conficcate nel petto. Io la prendo sempre in giro dicendole che ho il giubbotto antiproiettili addosso praticamente ventiquattro ore su ventiquattro, ma è una bugia per tranquillizzarla. Una volta un'autobomba è esplosa vicino al nostro accampamento. Io fortunatamente ero a Berlino da mio fratello, ma gli altri miei colleghi sono morti tutti.

«Lex!».

Mi desto dai miei pensieri e incontro lo sguardo grigio e incazzato di mia madre.

«Ehi, mamma, va' tutto bene?».

La mia salvezzaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora