12.

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«Si mamma va tutto bene qui!» anche se era tutto il contrario, dovevo fingere per non farla preoccupare più di tanto «Stai tranquilla, ci vediamo presto» la salutai.

Quando chiusi la chiamata sospirai profondamente, finalmente non dovevo più fingere. Era passato un mese dalla mia partenza e qui a Milano mi annoiavo ogni giorno di più, ma tra una settimana avrei ripreso di nuovo con i corsi del secondo anno.
Avevo studiato tanto in questo periodo soprattutto per tenere la mente occupata da pensieri poco graditi.

«Wendy, oggi usciamo?» chiese per l'ennesima volta la mia coinquilina Flavia, facendo irruzione in cucina.

«Non mi va, scusami..» risposi distrattamente.

«Wendy ultimamente sei pallida, sicura di stare bene?» chiese preoccupata, dal mio aspetto.

«Si Fla, non sto mangiando molto per via dello stress e dello studio, ma è tutto okay» risposi rassicurandola.

In parte era vero, non avevo tempo per mangiare o curarmi perché stavo studiando come una pazza per la sessione che sarebbe arrivata a breve, d'altra parte mi mancava terribilmente Roma, Giulia e a malincuore, anche Niccolò.

«Se lo dici tu» alzò le spalle rassegnata «Almeno usciamo un po' dai!» mi pregò per l'ennesima volta.

«Va bene, va bene» sospirai stufa della sua insistenza.

Uno splendido sorriso prese posto sul suo viso, urlando di gioia.





Niccolò's

«Federica smettila di assillarmi» borbottai nervosamente.

«Niccolò, non capisci la situazione?» sbottò istericamente «Noi due andiamo a letto da almeno due settimane e non sappiamo ancora cosa siamo!» s'imbronciò come una ragazzina viziata, anche se in realtà era proprio così.

«Niente, non siamo niente!» sbuffai stanco di quella situazione «Te l'ho già detto un miliardo di volte» finì, continuando a fumare.

Dopo quella mattina all'aeroporto avevo continuato a vedermi con Federica.
La prima volta che eravamo finiti a letto c'era stato un po' di imbarazzo, ma dopo la terza volta abbiamo, anzi ho messo, in chiaro la situazione: solo sesso, niente sentimenti. Ahimè, per me era ancora così, ma a quanto pare per Federica qualcosa era cambiata, o non aveva recepito il messaggio iniziale.
Forse la seconda opzione.

«Ultimo» mi apostrofò con il nome d'arte, cercando di ottenere nuovamente l'attenzione completamente su di lei.

«Non chiamarmi così!» mi irritai a quell'appellativo.

Solamente Wendy e i miei più cari amici, potevano chiamarmi così.
Non che non volessi bene a Federica, ma non l'amavo e mai l'avrei potuta amare.
Io ero continuamente tormentato dall'idea di Wendy lontano da me, e purtroppo avevo scoperto, o meglio ammesso, troppo tardi i miei sentimenti nei suoi confronti.

«Nic lasciati andare!» mi rimproverò tirandosi su a sedere «Non puoi amarla per sempre» pronunciò con tono egoistico.

«Parli di Wendy con troppa facilità, non sai cosa provo per lei» sputai acidamente «Non parlare mai più di lei!» ringhiai incupendomi.

«Continua a crogiolarti nel tuo dolore ed andare a letto con me» urlò rivestendosi frettolosamente «Questo non cambierà la situazione!» e dopo ciò, sbattè la porta della camera, lasciandomi solo.

Emisi un gemito di frustrazione, buttandomi nuovamente sul letto coprendomi la faccia con le mani.
Che cazzo stavo combinando?

«Dio mio!» soffocai le mie urla sul cuscino «Non ci capisco più niente» sospirai stanco.



Wendy's

«Wendy mi dispiace» sospirò mia madre «Se non puoi non fa nulla, ti capiamo» cercò di giustificarsi, ancora in lacrime.

«No mamma, domani prendo il primo aereo e torno» sussurrai dispiaciuta.

«Va bene amore, ciao» chiuse subito dopo la telefonata.

Qualche minuto prima mi aveva chiamata mia madre piangendo.

«Wendy?» mi richiamò Flavia.

«Non c'è l'ha fatta, devo tornare» scoppiai in lacrime anch'io.

«Era una donna forte, ha lottato fino all'ultimo secondo di vita, condoglianze»

Questo era quello che mia madre mi aveva detto al telefono prima di scoppiare in lacrime. Mia nonna non c'è l'aveva fatta, almeno non stavolta, l'ennesimo infarto ha stroncato la sua vita, per sempre.

«Mi dispiace tanto» mi consolò abbracciandomi forte «Tornerai a Roma per quanto tempo?» chiese dopo.

«Un paio di giorni, giusto il tempo di..» non finì la frase che sospirai profondamente asciugandomi gli occhi.

La vidi irrigidirsi visibilmente e mi chiesi il perché del suo cambio d'umore repentino.

«Tutto bene Fla?» chiesi guardandola confusa.

Ma rispose alla mia domanda con un'altra, come era solito fare.

«Rivedrai Niccolò?» domandò sedendosi sul letto, ancora con quello sguardo indagatore.

A solo sentire quel nome il sangue mi si raggelò nelle vene.
Non avevo intenzione di incontrarlo, né tantomeno di parlargli, avevo chiuso quel capitolo qualche mese fa.

«Quando hai intenzione di dirglielo?» sbuffò la ragazza, stavolta con uno sguardo accusatore.

«Dire cosa?» la guardai confusa «Ma che stai blaterando Flavia, sei strana!» continuavo a non capire.

«Non sono io quella incinta qui, Wendy!» sbottò finalmente «Non mi spiego ancora come hai potuto tenermi, anzi tenerci nascosta una notizia del genere!» mi guardò delusa.

«Flavia ma che dici?» respirai a fondo, cercando di inventare una balla.

Non poteva averlo scoperto, avevo buttato tutto accuratamente senza destare sospetti.
Era impossibile!

«Sei un irresponsabile!» mi sgridò «Di quanti mesi sei?» sospirò poco dopo, calmandosi.

Sospirai arresa e poi parlai, ormai consapevole di vuotare il sacco.

«Tre settimane» scoppia in lacrime «E non sono sicura di voler tenerlo, ho la mia vita qui, l'università..io e Niccolò non siamo nulla, non avrebbe una famiglia questo bambino, solo una mamma single e disperata!» sospirai toccandomi la pancia, sorridendo appena.

L'avevo scoperto appunto tre settimane fa a causa di un ritardo mestruale di due settimane, i primi giorni non riuscivo a capacitarmi della notizia, ma dopo un po' ci avevo fatto l'abitudine.
Ovviamente non avrei potuto mentire all'infinito, anche perché la pancia prima o poi sarebbe spuntata fuori, ma a quanto pare Flavia mi aveva anticipato sul tempo.

«Niccolò dovrebbe sapere che tu aspetti un figlio, suo figlio» specificò, guardando la mia pancia.

«Fla mettitelo in testa, non dirò nulla a Niccolò» risposi fredda «Lui non deve sapere del bambino, starò due giorni e tornerò qui è solo dopo deciderò cosa fare» terminai, iniziando a preparare la valigia.

«Te ne pentirai» sospirò la mia coinquilina, lasciando la stanza.

Mi trovavo di nuovo da sola ad affrontare la realtà.

Sono incinta di Niccolò, cavolo.

ANGOLO AUTRICE

SCUSATEEEEE
SCUSATEEEEEEEEEE MA WENDDDDY È INCINTAAAAA 👶🏻👶🏻👶🏻
mi dispiace avervi fatto aspettare così tanto, ma ho la sessione estiva che mi sta uccidendo!

IG: xmiriaamx_onwp

A presto, Miriam!

wendy | ultimo #wattys21Où les histoires vivent. Découvrez maintenant