Capitolo 14: Cibo

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Ti immobilizzasti sotto di lui.

Jimin si tese, scivolando via da te. Ti rimase sdraiato di fianco, a fissare il soffitto, cercando di calmare il suo respiro.

Erano ansimi, e si chiese per quanto tempo vi foste baciati.

Non gli dispiaceva affatto.

Un altro colpo. "Jimin?" Da fuori una voce chiamò sospettosa.

Era Jungkook.

Squittisti, e immediatamente qualcosa di tiepido si appoggiò sulla tua bocca, coprendola fermamente. Jimin ti aveva coperto la bocca, l'altra sua mano giaceva distesa sulle lenzuola mentre ti lanciava un'occhiata, mimandoti uno 'Stai zitta'.

Il tuo viso arrossato, gli occhi spalancati, e i capelli disordinati gli diedero la conferma che ti era piaciuto tanto quanto era piaciuto a lui, ma ciò lo fece eccitare ancora di più.

Cercò di controllare il suo desiderio furente, mentre il suo petto si alzava e abbassava tra gli ansimi.
Cercò di schiarirsi la voce.

"Sì?" chiese di rimando, con la voce ancora un po' roca dopo i baci.

"Ti stavamo aspettando..." la voce di Jungkook si affievolì. "Dopo che tu e T/N ve ne siete andati, abbiamo pensato che steste cercando qualcosa da mangiare, siccome prima eravate entrambi affamati..."

Arrossisti quando nella tua mente emerse un doppio senso.

"Quindi?" chiese il ragazzo di fianco a te.

"Beh..." Jungkook sembrò esitare. "Abbiamo provato a bussare alla stanza di T/N però non ci ha aperto... Quindi abbiamo pensato che stia ancora dormendo. Ma se vuoi mangiare, noi ora pranziamo." Si fermò, e nella sua frase successiva, entrambi coglieste il sorrisetto che alleggiava sulle sue labbra. "Ma credo tu abbia già avuto il tuo... banchetto."

Jimin alzò gli occhi al cielo. Sfacciato dongsaeng. "Arrivo, Kook." rispose, seccato. "Vai pure giù, arrivo in un attimo."

Jungkook rise, e poco dopo, i suoi passi risuonarono giù dalle scale.

Saltasti giù dal letto, non pronta ad accettare quello che sarebbe successo se Jungkook non vi avesse fermati. "I-io v-vado." squittisti, evitando il suo sguardo.

Avevi motivo di credere che, se avessi potuto, avresti perso il controllo ancora una volta.

Jimin non rispose, rimase semplicemente a guardarti in divertimento.

Cercasti di coprirti il più possibile, lasciando la stanza in un imbarazzante disordine, e sbattendo la porta dietro di te.

Jimin rise tra se e se, anche se in fondo era spaventato per quanto fosse andato vicino a perdere completamente il controllo.

Guardò in basso all'ovvio bozzo nel suo costume da bagno.

Due erezioni in un giorno, pensò. Impressionante, piccina.

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Mezzanotte.

Sentendoti un poco instabile, tornasti nella tua camera evitando di mangiare, e ti lasciasti cadere sul letto. Pensavi che lo stordimento dopo tutti quei baci sarebbe andato via.

Giusto.

Non riuscisti nemmeno a dormire.

Jimin era brillante con la lingua, e non sapevi se sentirti felice o depressa a tal proposito.

Guardasti la sveglia di fianco a te, l'agitazione che cresceva alla bocca del tuo stomaco. Rimpiangendo di aver rifiutato l'offerta di cibo, decidesti che un silenzioso viaggio fino al frigorifero non ti avrebbe fatto del male.

Lentamente apristi la porta della tua camera.

Silenzio.

Scendesti in punta di piedi giù dalle scale scricchiolanti, e arrivasti alla cucina. I tuoi occhi guizzarono da lato a lato della stanza e un sorrisetto danzò sulle tue labbra quando individuasti il frigorifero.

Mio eroe.

Ti avvicinasti e apristi l'anticina. Una leggera luce aranciata ti illuminò il viso, e strizzasti gli occhi per investigare su che cosa ci fosse all'interno.

Trovasti un panino al formaggio. Perfetto.

Sentendo l'acquolina in bocca al pensiero di addentarlo, tirasti lentamente fuori il sandwich dal profumo delizioso. Lo annusasti, gioiosamente.

"Buon profumo, non è vero?"

Ti spaventasti, balzando in aria e facendo quasi cadere il tuo spuntino dal piatto, prima di girare e rivolgere un'occhiataccia all'intruso. Ancora una volta, il piano fallì.

Taehyung era seduto sul bordo del piano da cucina, e ti stava sorridendo.

I suoi vestiti, comunque, erano la distrazione più grande.

Dannati accappatoi.

Sospirasti, grata che per lo meno il tuo premio non era caduto.
"Sì," gli sorridesti a tua volta. "In più non mangio nulla da questo pomeriggio..."

"Ah," alzò il sopracciglio. "Questo pomeriggio."

Piegasti un po' la testa, con le sopracciglia corrucciate in confusione al suo tono di voce.

"Stai facendo finta di niente?" Taehyung fece un sorrisetto. "O hai già dimenticato cosa è successo in auto?"

Sbattesti le palpebre, prima che tutto si registrasse, e le tue guance diventarono rosse e bollenti. "M-Mi dispiace, i-io non vo-"

"Nah, succede." fece spallucce il ragazzo. "E non mi importa dato che sei tanto carina."

Sorridesti goffamente, sussultando internamente mentre la prima conversazione con Jimin riaffiorò nella tua testa.

"Ma, ti avverto, T/N," Taehyung si sporse verso di te, pericolosamente vicino. "La prossima volta che succede, dovrai ovviamente aiutarmi con quello."

I tuoi occhi si spalancarono, e arrossisti fin troppo, alla palese implicazione.
Apristi la bocca, e poi la richiudesti, come fossi un pesce.

Il ragazzo dai capelli scuri ti fece l'occhiolino, mettendo in mostra il suo oh-molto-sexy sorriso, prima di scendere dal piano da cucina e camminare via.

Una volta che fu fuori campo, ti appoggiasti al frigorifero per supportarti. Nemmeno rivolgendo un ulteriore sguardo al panino abbandonato, i tuoi occhi si mossero esitanti verso le scale.

L'agitazione che ora ti sentivi dentro, non era fame.

Era preoccupazione.

Non ne sapevi il motivo - ma i primi segni di incertezza si espansero nella tua mente, e per la prima volta, ti sentisti insicura sul tuo obiettivo. Volevi davvero uscire con Taehyung - quando sapevi già che cosa sarebbe successo alla fine?

Tutto quello che volevi, era sentirti amata, desiderata, anche se era soltanto per poco tempo. E tale era la tua sete che, anche se sapevi che saresti finita con il cuore spezzato, eri disposta a farlo.

Eri decisa ad avere la tua opportunità con quel donnaiolo.

Ti mordesti insicura il labbro, pesando i pro e i contro della tua idea prima di alzare gli occhi al cielo, e decidere che era ciò che volevi. Non ti importava quanto quel ragazzo in particolare ti infastidiva - e eccitava -, era la cosa più vicina a te, che avessi in quella casa.

Facesti la strada verso la camera del ragazzo, con la mascella serrata, ma le dita tremolanti.

Avevi bisogno di essere confortata.

Avevi bisogno di qualcosa di familiare.

Avevi bisogno di Jimin.



A/N

Tbh credo abbiate bisogno di qualcosa in più, cioè a me sembra molto un "capitolo di transito" questo. ;) 
Better watch your backs, girls.

How to be a hoe || Traduzione italianaWhere stories live. Discover now