Capitolo 23: Calore

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"Jimin..." ansimasti.

Aggrovigliato nelle immense lenzuola bianche, il ragazzo non rispose, semplicemente muovendosi con indignazione in un'altra posizione. Sdraiato in posizione fetale nel letto, non aveva la minima intenzione di alzarsi.

"Ho detto che mi dispiace!" alzasti gli occhi al cielo, stringendo le dita attorno alla tazza di caffè caldo. "Che altro vuoi che faccia?"

"Porta indietro il tempo." Jimin borbottò, senza guardarti.

Sussultasti quando un lungo gemito profondo gli scappò dalle labbra. "Ti fa ancora male?"

Ti lanciò un'occhiataccia. "Che cosa credi tu?"

Lasciasti cadere le spalle.

Ma sì, come ognuno si starà chiedendo in questo momento... eri davvero riuscira ad aiutare 'daddy'?

Ovviamente no.

Infatti, avevi dato di matto, tutti quei fantastici desideri che fino in quel momento avevano fluttuato nella tua mente erano precipitati alle parole di Jimin.
Con direttamente in faccia il suo cazzo sporgente, eri di colpo tornata alla realtà... e avevi fatto il primo movimento difensivo che ti era venuto in mente.

Gli avevi tirato un pugno.

Forte.

Nel suo inguine.

Ed è un fatto ben noto... che fa molto più male quando si è eccitati.

... esatto.

E quello era il motivo per cui Jimin era sotto alle lenzuola in quel momento, indignato e arrabbiato allo stesso tempo mentre si teneva a coppa i genitali, soffrendo.

Si rifiutava di uscire.

Si rifiutava di arrendersi.

"Mi dispiaceee," esclamasti, mettendo il broncio. "Guarda, ti ho anche fatto un caramello macchiato!"

Nessuna risposta.

Sospirasti, uscendo dal tuo mezzo nascondiglio dietro allo stipite della porta. "Almeno guarda che cosa sto indossando..."

Si girò molto lentamente, con gli occhi tremolanti, bloccandosi e allargandoli mentre cautamente osservava il tuo outfit. Era la stessa giacca bianca che ti aveva comprato settimane prima, quella che ti eri rifiutata di indossare.

Sollevasti le sopracciglia speranzosa. "Beh? Come ti sembro?"

Jimin si inumidì le labbra. "Carina." sentenziò, finalmente, senza distogliere gli occhi dalle tue forme. "Ma so in cosa staresti meglio."

Sbattesti gli occhi. "Beh..."

"Nelle mie braccia," concludette, con un debole sorrisetto sul suo labbro superiore. Non potesti trattenerti dal sorridergli in risposta, grata che ti avesse perdonata abbastanza da provare a rimorchiarti in altri modi.

"Lo so." rispondesti dolcemente, e si girò così che il suo sorriso riflettesse il tuo. Fu soltanto quello per un momento, voi due e basta che vi guardavate, con un calore che sbocciava nel vostro petto mentre lo osservavi. Ma poi il momento finì quando spezzasti il silenzio.

"Comunque," alzasti le spalle. "Taehyung sarà qui a prendermi tra un'ora, quindi mi servono dei consigli." continuasti a parlare senza sosta del vostro appuntamento, non notando il sorriso del tuo coinquilino diventare più freddo.

"Certo," un muscolo balzò sulla sua mascella mentre stringeva le lenzuola, con gli occhi che ti seguivano. "Sei troppo ingenua per capire."

Ma lo facesti.

How to be a hoe || Traduzione italianaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora