Sorelle parte 1

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L'una sopra l'altra a causa della caduta, i loro corpi attaccati, erano tornate a undici anni prima... Quei capelli color delle foglie autunnali così morbidi che ricadevano sulla faccia della bionda la fecero desistere, esattamente come quando erano piccole, il miscuglio di colori che si creò con l'incrociarsi dei loro occhi materializzò un velo di nostalgia attorno a loro catapultandole indietro nel tempo, nei momenti vissuti insieme. Ma tutto lo stupore e la gioia nel rivedersi vennero immediatamente entrambi sostituiti da uno sguardo cupo da parte di Elyza e da un'altro consapevole e colmo di rammarico. Di scatto la prima si tirò su verticalmente e prendendo Alicia per mano provò a tirarla via costringendola a seguirla, ma la sorella la bloccò con la sua voce ormai limpida non più ostacolata dal velo che teneva addosso costantemente. Ma quel suono riuscì solo a pronunciare parole di scuse sull'orlo del pianto. E di rimando Elyza non poté fare altro che annuire senza aggiungere altro, sapeva benissimo che avrebbe potuto schernirla per giorni elencandole tutti i motivi per i quali quell'incontro non sarebbe mai dovuto avvenire, ma preferì tacere, probabilmente avrebbe fatto più bella figura in questo modo... Non che le importasse di mostrarsi superiore o migliore, ma litigare sarebbe stato completamente inutile, come dice il detto inutile piangere sul latte versato, inutile piangere su ciò che ormai è accaduto, inutile piangere su ciò a cui non puoi porre rimedio, inutile piangere per lei, inutile piangere per quel magnifico rapporto che avevano, inutile piangere per il fatto che fosse stato ormai rovinato del tutto, era semplicemente inutile piangere. Il minuscolo e quasi impercettibile segno fatto dalla testa di quest'ultima per acconsentire alle scuse di Lexa però non bastò per farla desistere. Neanche lei sapeva che cosa avrebbe potuto fare per riallacciare i rapporti con la sorella, ma era certo volesse mettersi in gioco con tutta se stessa, ma lo voleva anche Elyza? No. La bionda le chiese se stesse cercando tra i suoi archivi mentali personali un solo motivo per farla tornare da lei. E in effetti era così, stava scannerizzando ogni piccolo, minuscolo e anche insignificante ricordo che aveva della bionda che le potesse risultare utile, ma appena il suo viso cambiò, trovandone uno che a suo parere potesse apparire adatto, le parole di Lex la rimproverarono. Aveva gli occhi chiusi mentre parlava, sembrava quasi che se li avesse aperti avrebbe potuto far scappare tutti coloro che le stavano accanto, li aprì quando le sue labbra si modellarono a formare l'ultima parola della sua frase facendo perdere Lexa nel grigio-azzurro dei suoi occhi tristi.

«Qualunque ricordo tu abbia trovato che mi riguarda, non ha più a che fare con me, quella ragazzina dipendente dal tuo profumo non è più qui con noi, come te anche lei è morta.» La sicurezza di Lexa, che sicurezza non era, cedette. Avrebbe potuto cercare per giorni, settimane, mesi, anni, decenni, ma mai avrebbe trovato un solo motivo per insistere. Ma doveva forse arrendersi? Non lo avrebbe mai fatto.

«Elyza e adesso?»

«Non ne ho idea Lexa.»

«Io non ci posso credere...» Una risata sincera, sinceramente isterica uscì dalla bocca di Elyza che si reggeva in piedi appoggiata alla spalla di Alicia.

«Tu? Non ci puoi credere? Dovrei dirlo io Lexa! Sei tu quella fuori posto!»

«Credi che io non capisca come tu ti stia sentendo adesso?!»

«Esattamente! Credo che tu non capisca quello che sto provando in questo momento!»

«E tu non capisci me allora!»

«Io non capisco te?! Io NON devo capirti! Tu DEVI farlo con me! Quello che sto vivendo... Non è normale!»

«E cos'hai intenzione di fare allora?»

«Quello che ho intenzione di fare con la mia vita non ti riguarda.»

«Elyza io sono...»

«Cosa? Mia sorella? Hai perso ogni diritto di conoscere i particolari della mia vita quando sei morta ricordi? Morta. MORTA!»

Unite da una pistolaWhere stories live. Discover now