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Roma, Luglio 2016

Me ne stavo seduta su una maledetta sedia di plastica ad aspettare il mio turno o meglio quello del ragazzo affianco a me.

«Sono agitato» sussurrò sbiancando sempre più.

Lo guardai stufa e sbuffai sonoramente «Niccolò è possibile che ogni volta che vieni a fare il prelievo, strilli come un bambino o hai un collasso?» lo rimproverai «Quanti anni hai, due?» borbottai.

Lui di rimando sbuffò e si sistemò meglio sulla scomoda sedia blu «Non sei per niente rassicurante» mettendo il broncio.

Sorrisi sotto i baffi per poi tirargli una rivista  addosso. Faceva tanto il badboy, ma quando era ora del prelievo o qualsiasi altra cosa fatta con un ago, strillava o scappava. Insomma, un ragazzo maturo con le sue piccole fobie.

«25!» urlò l'assistente, uscendo dalla sala.

Niccolò mi guardò terrorizzato «Cazzo è il mio turno! Wendy entra con me, ti prego» sussurrò.

Wendy, mi chiamavo proprio così.
Un nome strano, alquanto bizzarro e fantasioso, Wendy come la protagonista del cartone Peter Pan.

«Wendy, alzati dai» mi richiamò il moro tremante.

Ridacchiai «Sei un fifone, Moriconi» lo derisi.

Mi lanciò un'occhiataccia, indossando nuovamente gli occhiali da sole ed entrando nell'altra sala.
Era terrorizzato ed io risi ancor di più.

30 minuti dopo

«Hai visto che non sei morto?» scherzai, spingendolo di poco.

«Ho fame!» se ne uscì alzando le spalle.

Dopo dieci minuti di crisi isterica, il dottore molto pazientemente aveva svolto il suo lavoro, ridacchiando e prendendolo in giro per la sua reazione troppo bambinesca.
Ma si sa, Niccolò non cresce mai proprio come Peter Pan!

«Vent'anni e non sentirli eh!» scoppiai a ridere e si girò dalla mia parte «Presumo che mi prenderai in giro per l'intera settimana, no?» sbuffò incrociando le braccia al petto.

«Esatto, come sei perspicace Moriconi!» sorrisi dandogli le spalle.

Io e Niccolò c'eravamo conosciuti alle medie, precisamente in terza.
Purtroppo avuto un problema con la mia vecchia classe e l'unico modo, era quello di cambiare istituto.
Essendo – ed ancora oggi ammetto di esserlo – una tipa abitudinaria, non me la sentivo di cambiare totalmente ambiente, così avevo chiesto gentilmente a mia madre di spostarmi di sezione, finendo così in quella di Niccolò.

«Wendy stasera che facciamo?» chiese poco dopo, affiancandomi.

Sorrisi leggermente «Mi piace quando pronunci il mio nome» lo guardai «Alla fine scegli sempre tu, che me lo chiedi a fare?» alzai le spalle ridacchiando.

«Ci scriverò sopra una canzone» pronunciò serio, facendomi ridere.

Nic amava suonare e soprattutto, cantare.
Ero la sua fan numero uno, soprattutto quando improvvisava mini concerti nel salone di casa mia.

«Smettila idiota» lo spinsi ridendo, anche se in realtà sarei stata così onorata!

Sollevò un angolo delle labbra, scuotendo la testa.
I nostri stomachi, quasi telepaticamente, brontolarono all'unisono e mi venne un'idea in testa.

«Andiamo a fare colazione!» urlai facendolo sobbalzare «Chi arriva ultimo, paga!» risi iniziando a correre.

Prendimi se ne hai il coraggio, Moriconi!

[..]

«Ti ho lasciato vincere» borbottò offeso «Non è carino far pagare una ragazza, non credi?» addentò il cornetto alla crema, che aveva ordinato poco prima al tavolo.

«Sei pessimo per gli sport» arricciai il naso contrariata, e presi un sorso del mio caffè «Dì la verità, non giustificarti!» lo punzecchiai ridacchiando.

Sorrise sbavando un po', ed io di rimando sollevai gli occhi al cielo accompagnato da un lamento disgustato «Fai schifo!» e gli passai un fazzoletto.

«È per questo che mi vuoi bene» rispose afferrandolo e pulendosi il viso sporco di briciole e crema.

E non potetti non dargli ragione, gli volevo un bene dell'anima.

«Novità per quanto riguarda l'accademia?» chiese poi ritornando serio.

«Verso la fine di Settembre ci sarà un test d'ammissione, però non sono sicura di voler lasciare Roma» sospirai affranta, indecisa sul da farsi.

«Wendy è la tua strada, la tua vita» sorrise leggermente «Non avere paura di lasciare qualcuno o qualcosa, pensa all'opportunità che hai!» si fermò un attimo «Milano non è poi così lontana da Roma..» mi incoraggiò abbozzando un sorriso.

«Ci penserò su, non so nemmeno di esserne così sicura» liquidai lo scomodo discordo che aveva uscito prima il moro, posando lo sguardo fuori dal locale.

«Wendy tu hai solo paura di volare via» sussurrò guardando fuori, come me.

La frase mi infastidì così tanto che, scuotendo la testa e alzandomi dal tavolo, uscì dal piccolo locale. Odiavo premere quel tasto, odiavo parlare del mio futuro via da Roma.
Avevo paura? , era più che plausibile.
Di cosa? Paura di lasciare tutto e tutti qui, paura di lasciare lui.

«Wendy, guardami» mi richiamò atono raggiungendomi dopo una lieve corsetta «Dovrai affrontare questa situazione, prima o poi» sospirò stringendomi a se.

«Non voglio» borbottai affranta «Frequenterò i corsi qui a Roma, non voglio lasciarti» chiusi gli occhi trattenendo le lacrime.

«A Milano avrai molte opportunità» appoggiò una mano sulla mia guancia accarezzandola «Qui non è alla tua altezza» sorrise dolcemente.

Niccolò sapeva della mia passione per l'arte, soprattutto conosceva la mia bravura. Continuava a ripetermi che qui i corsi non erano alla mia altezza, che qui nessuno era alla mia altezza.
A volte sembrava che usasse questa scusa per  liquidarmi, mandarmi via per poter respirare. Il giorno in cui avevo comunicato la possibile scelta dei corsi milanesi ai miei genitori c'era anche lui, ormai parte integrante della famiglia.

Avendo frequentato il liceo artistico con indirizzo in arti figurative, ora volevo continuare ad approfondire la mia tecnica e plasmare il mio stile.
Volevo cercare me stessa attraverso l'arte.
Così, dopo aver fatto una selezione dettagliata in base alle mie esigenze era saltata fuori l'Accademia di Brera, a Milano: ma fin troppo lontana per il mio caro Niccolò.

«Qualsiasi sia la scelta, io sarò d'accordo» nonostante i suoi incoraggiamenti, era esplicito che volesse che io scegliessi come sede dei miei nuovi studi, Milano.

«Grazie Niccolò» sorrisi di cuore abbracciandolo «Grazie di esserci sempre» lo strinsi ancor di più.

Come potevo lasciare casa?

ANGOLO AUTRICE

Una sorta di prologo temporale con la funzione di farvi capire un po' cosa sta accadendo ai nostri due protagonisti!

Il primo capitolo sarà il vero inizio della storia, ambientata un'anno dopo.

IG: xmiriaamx_onwp

A presto, Miriam!

wendy | ultimo #wattys21Where stories live. Discover now