Capitolo 36

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Quando ero piccola facevo sempre sogni strani. Mi ricordo che una notte sognai di avere delle bellissime ali bianche, tutte luminose e brillanti, proprio come quelle degli angeli. Le accarezzavo, le ammiravo proprio come fa una bambina davanti ad un gioco di prestigio, ne ero affascinata...ma con il passare del tempo, quelle bellissime ali bianche diventarono nere, piuma dopo piuma.

"Questo è quello che succede a quelle come te!" ripeteva una voce.

Non ho mai capito cosa volesse dire realmente quella frase. Ma c'era qualcosa in quelle ali nere che mi faceva rabbrividire ma al tempo stesso mi piacevano. Mi piacevano perché erano diverse, diverse da tutte le altre, erano forti, speciali...io ero speciale. 

Avete presente quel momento in cui ci crediamo i nuovi eroi del mondo per un millesimo di secondo ma poi ci rendiamo conto che la crudele verità è che non possiamo far altro che stare alle regole del cattivo?

Ecco, io in questo momento mi sento così. Luke è qui a causa mia, rischia la vita per dei stupidi soldi a causa mia, ma io non posso farci niente perché non conosco quella stupida password. 

A volte mi domando se tutto questo si poteva evitare: se non fossi andata da Kyle, Sean non mi avrebbe presa; se mi fossi nascosta da mio padre, lui non mi avrebbe mai trovata; se quel giorno in palestra non fossi scappata non avrei mai incontrato TJ; se non fossi mai venuta a Los Angeles non avrei mai incontrato Luke e i ragazzi, pertanto non sarebbero mai stati in pericolo; se non sarebbe morta mia madre, io non sarei mai andata a vivere da Kate a Los Angeles e sopratutto, se quel giorno non fossi andata dal preside, mia madre sarebbe ancora viva!

Wow, sono veramente una calamita per i guai.

Noi dobbiamo salvare Luke!

E PENSI CHE IO NON VOGLIA SALVARLO?!

<Non pensarci, è inutile>

<Non mi aiuti così> sussurro chiudendo gli occhi.

<Guardami>

Incastro i miei occhi nei suoi. <Ti ricordi di quando ti dissi che ti amavo per la prima volta?>

<Si..> sorrido.

INIZIO FLASHBACK:

<Sei così bella>

<Smettila, non è vero> dico ignorandolo.

<Oh, si che è vero. Ecco, guardati, sei arrossita> dice sorridendomi.

<Taci pompiere>

<Il fatto è che hai degli occhi che, Dio, mi lasciano con il fiato sospeso ogni volta che li incrocio, anche solo per sbaglio. Sono grandi, di un nocciola che tende al verde, e raccontano tante cose di te>

Alzo un sopracciglio. <Ah si? E cosa, ad esempio?>

<Che sei timida. Che non ti fidi. I tuoi occhi osservano bene, squadrano tutto, non gli sfugge mai niente. Sfiorano i minimi dettagli. Raccontano quanta fatica fai a credere alle persone, a quanta fatica fai a sorridere ogni volta e sembrare davvero felice.> disse tenendo gli occhi fissi nei miei.

<Io...>

<E poi...le tue labbra, Cristo le tue labbra. Sono così belle, né troppo piccole né troppo grandi. Sono giuste. Tu sei giusta. Non sai quante volte trattengo me stesso dal strapparti un bacio>

Rido. <Ti trattieni dal baciarmi? Sul serio?>

<Mica solo da quello. Mi trattengo dal riempirti di morsi, dal mangiarti il collo con le mie labbra, dal stringerti la mano mentre per strada passeggiamo, dal dirti ti amo..>

Oltre il buio c'è la luceDonde viven las historias. Descúbrelo ahora