Capitolo 29

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Detesto il buio. Odio il fatto di non poter vedere niente di ciò che mi circonda. La paura che ti penetra fin dentro le ossa. Perché mi trovo qui?

Sento odore di pioggia. Avrà appena smesso di piovere. Mi concentro su ciò che c'è sotto i miei piedi. Sono su qualcosa di mordo. È terra. Devo sicuramente trovarmi nel bosco.

Riesco solo a vedere una flebile luce. Mi dirigo in quella direzione un pó più sollevata. Deve sicuramente essere la luce della luna.

Alzo lo sguardo ma vedo solo i rami degli alberi che non si decidono a diradarsi per mostrarmi il cielo. Ho capito, devo arrampicarmi!
Tento con l'albero più grande e quindi in grado di sorreggere il mio peso. Sembra non finire mai.

Più salgo e più il cielo si allontana, ma continuo ad arrampicarmi.

<Non ti fermare> dice una flebile voce <Sei quasi arrivata>

Eccola finalmente, la luna che occupa un gran pezzo di cielo. Sembra piena, tanto è grande e luminosa.
Rimarrei qui a guardarla tutta la notte, ma la mia attenzione viene catturata da dei fogli che cadono giù dal cielo.

Cerco di afferrarne uno ma non ci riesco. Provo ad avanzare sul ramo dell'albero fino all'estremità e afferro un foglio rimasto intrappolato tra i rami.

È un pagamento di 10.000$ effettuato tredici anni fa al Madison College di New York. Perché c'è la firma di mia madre?

Impossibile! Noi non avevamo tutti quei soldi!

Ne afferro un altro.

È un assegno da 20.000$ al Fisher College di Boston.

10.000$ a uno in Italia.

Altri 10.000$ nel Missouri.

Trattengo un grido di terrore quando vedo nel buio due occhi bianchi. Sento dei ringhi provenire dal buio che mi fanno accapponare la pelle, poi non resisto più. Inizio a gridare...eppure non sento più alcun suono.

Prendo una gran boccata d'aria spalancando gli occhi. Il mio corpo è paralizzato e schiacciato contro il materasso, avvolto stretto attorno alle lenzuola.

Mai fatto un sogno tanto strano e irreale dato che mia madre non possedeva tutti quei soldi.

Lentamente, mi metto a sedere guardandomi intorno. Non sono in un bosco ma sono nella mia stanza.

Guardo l'ora sulla sveglia, è quasi mezzanotte e mezza. Mi scosto i capelli dal viso e mi sfugge uno sbadiglio mentre mi alzo dal letto in cerca dei miei vestiti.

Devo andare a prendere tutti quei fogli che ho trovato nella vecchia casa e vedere se quello che ho sognato è vero, se lei ha veramente fatto quei pagamenti.

***
Luke's Pov

<Zio Jay, guadda come vola il mio aoplano>

<È più bello il mio camioncino>

<Vola, vola, guadda come vola> cantilena Emily saltando da un divano all'altro.

Corre da una parte all'altra della casa da più o meno tre quarti d'ora con l'aeroplano che gli ha regalato Jay, seguita da quest'ultimo che cerca di afferrarla ma senza riuscirci mai.

<Sono vecchio per queste cose> dice appoggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.

Un ottantenne nel corpo di un ventenne.

<Quella bambina sembra tanto dolce ma appena si scatena diventa una piccola iena impazzita>

<Amico, l'hai riempita di zuccheri quando ero sotto la doccia!> lo rimprovero. <Cosa pensavi che sarebbe accaduto? Gli hai fatto fare il pieno di zuccheri>

Oltre il buio c'è la luceWhere stories live. Discover now