«So di non appartenere al vostro rifugio, venerabili divinità, ma qui ho un elemento utile per comprendere cosa fare con i vostri nemici!» disse trascinando al divino cospetto il suo ex compagno di ventura.

Artemide per prima notò lo schermo soprannaturale che celava la ragazza dalla pelle olivastra, il maleficio a causa del quale il genitore divino non può riconoscerla come legittima progenie, altresì le fu palese che anche il suo presunto prigioniero aveva addosso il medesimo incantesimo negativo.

Luana affrontò coraggiosamente un lungo dialogo con alcuni dèi presenti. Alla fine anche Yuri le diede man forte spiegando alla corte divina che lei non era come gli altri invasori, e che più di una volta si era meritata la sua fiducia.

«È stato mio figlio Fetonte a schermarvi dunque» comprese Apollo dopo aver ascoltato sia Luana che il figlio ritrovato.
«Un nuovo elemento è bene accetto nella comunità. Il tuo genitore divino è Ares, secondo quanto immagini?».

«Ne sono certa vostra... grandiosità?» Luana non conosceva il giusto modo per rapportarsi con gli dèi e non ne fece mistero.

Apollo levò un dito contro la semidea e l'aria intorno ad ella si increspò. Il suo corpo brillò intensamente per un attimo fugace, al termine del quale, un globo infuocato apparve tra i presenti. Da quel fuoco intenso uscì una figura, un uomo giovane e muscoloso, fasciato da un chitone scarlatto con in mano una lancia e in testa un elmo entrambi d'oro.

«È da molto che non vengo in questa isola, ho percepito il richiamo di uno dei miei!» esordì avvicinandosi a Luana. La esortò a sollevare il capo posando una mano sulla sua spalla sinistra.

«Tu sei...» bisbigliò debolmente la ragazza subito bloccata da un evento prodigioso. Avvertì i propri occhi illuminarsi prima di diventare due sfere di fuoco. In quel frangente Ares lesse tutta la storia della vita della figlia ritrovata, soffermando la propria attenzione esclusivamente sui momenti di lotta, ovvero tutti gli atti di valore guerresco, elementi distintivi delle vite dei suoi figli.

«Luana Beniamina Patruno, tu sei mia figlia e dispongo da ora in avanti che il tuo posto sarà su quest'Isola! Ben venuta e scusa per il ritardo!» concluse Ares mollandole una sonora pacca sulla spalla e tutti i fratelli del quartiere di appartenenza gridarono e sbatterono i piedi a terra.

Luana incassò alla sprovvista il poco paterno buffetto rimanendo senza parole. Poi fu assalita dal personale gruppo di fratelli sorprendentemente calorosi.

Valentine Brown, il capo zona, accolse la nuova sorella e appresso anche tutti gli altri le fecero capannello.
Yuri sorrise in disparte ammirando la gioia altrui.

Il commiato divino lentamente si sciolse. Gli dèi accorsi ritornarono negli alti luoghi di appartenenza, tutti tranne Apollo e Artemide.

La dea della luna accolse tra le sue fila di ancelle quattro nuove ragazze, due figlie di Afrodite e due di Iride.

Non era raro in certi casi, specie dopo le lunghe battaglie mortali, che alcune semidee decidessero di diventare ancelle della Luna.

Inutile descrivere la gioia di Artemide in frangenti simili.

L'esaudimento del desiderio di Yuri non si fece attendere. Dal cielo di quel tardo pomeriggio estivo, piovvero scie variopinte su tutta Asteria.

Laddove i prodigi caddero, le macerie scomparvero e ogni casa distrutta fu riedificata, ogni anfratto disvelto assestato, tutti i decori polverizzati rigenerati... gli dèi dell'Olimpo, con quel loro piccolo gesto, vollero porgere il loro ringraziamento.

I semidei traditori furono rinchiusi nelle carceri e Aphelaia fu eletta da Apollo come nuova custode della struttura di contenimento. A dire il vero il dio del sole, in privato, informò la dea ex reclusa che era al corrente di quanto successo tra lei e suo figlio Yuri.

Aphelaia dovette chinare il capo e accettare l'obbligo dell'incarico, anche se non lesinò occhiate omicide proprio contro Yuri che, ignaro, discorreva con tutti i ragazzi e ragazze che volevano scambiare con lui qualche parola.

Mirea si fece largo tra la folla che lentamente imboccò la discesa dall'altopiano e raggiunse il figlio di Apollo.

«Yuri! Ciao, ero venuta qui per salutarti!»

Axel notò solo in quel momento la statuaria regina delle Amazzoni in tutto il suo splendore. Lei non lo degnò di un solo sguardo. Justice era curiosa di sapere come avesse fatto a liberarsi dai carcerieri. Evidentemente essere una regina delle guerriere non era una cosa casuale. Tuttavia, ascoltandola discutere con Yuri, comprese finalmente che non era da considerare una minaccia.

Etienne e Greta, insieme, raggiunsero il gruppo che ancora permase nel monoptero.

Anche Apollo e Artemide svanirono nell'etere.

Morea voleva sapere a chi chiedere il permesso di sostare nella baia per un giorno ancora, il tempo necessario per riparare il veliero d'argento prima di salpare verso casa propria.

Etienne e Greta si palesarono quali guardiani dell'isola ed entrambi acconsentirono alla sua richiesta.

«Ma dopo tutto quello che è successo, Apollo si è dimenticato di eleggere Yuri guardiano!» esclamò Ike, notando il nuovo amico biondo che, incurante di quel merito mancato, osservava con insistenza... il florido seno della regina delle Amazzoni.

«Invece, no!» la voce del dio del sole fu udita da Yuri, Ike, Axel, Justice, Greta ed Etienne.
«Yuri sarà il guardiano del confine ad est dell'isola, e non sarà solo», la voce svanì lasciando di stucco gli ascoltatori che d'impulso si diressero verso il punto indicato dal dio.

Il masso gigantesco disintegrato da Yuri poche ore prima formò in quella direzione una distesa sabbiosa del tutto simile ad un deserto.

«È incredibile!» esclamò Justice.
«Non l'avevo notato prima! Yuri! Questa è stata opera tua!»

«Tu dici?» chiese insicuro il figlio di Apollo.

«Già! E ora sei il guardiano del nulla!» rimbrottò Axel contrariato.
«Non lo capisco proprio il dio del sole! Chi più di te meriterebbe di diventare un guardiano? E invece? Guarda qua! Sei il padrone del bel mezzo del nulla!»

Uno spirito apparve in mezzo al gruppo. Era un ragazzo calvo, dagli occhi neri e vestiti simili a quelli ellenici ma più semplici. L'atteggiamento del nuovo essere era solenne. Scrutò Yuri intensamente prima di parlare.

Justice era l'unica ad aver intuito qualcosa, e divenne certa delle proprie supposizioni dopo che lo spirito iniziò a parlare in una lingua sconosciuta a tutti meno che a lei.

Yuri lo riconobbe comunque.

«Ma sei ancora tra i piedi tu? Non ti avevo liberato assieme a tutte le anime imprigionate dentro l'anfora di Oto?» chiese scortesemente il figlio del dio del sole.

«Yuri, tu hai capito quello che ha detto?» domandò deglutendo a vuoto la figlia di Atena.

«Ma chi lo ha mai capito 'sto qua?»

Justice interloquì con il nuovo essere sotto lo sgomento degli spettatori.

«Azibo Baniti, è il suo nome, ed è... egizio e vuol dire "terra insegnante"... Saggezza della Terra...»

Lo spirito straniero chinò il capo sospirando, incredulo d'aver trovato qualcuno che comprendesse la sua lingua.

Non poteva immaginare che Justice era, come il padre, un'archeologa, e che l'Egitto era stato meta e terreno di molte ricerche svolte insieme al genitore terreno.

«Vuoi dirci di più?» domandò Greta con mal celata poca pazienza all'amica.

«Ragazzi... qui stanno per cambiare un mucchio di cose... e non presagisco niente di buono!»

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di Perlaजहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें