CAPITOLO 9

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Mentre percorriamo le strade di Mosca in auto regna un silenzio frustrante.

Vi è un susseguirsi quasi noioso di grandi piazze, palazzi antichi, negozi e monumenti.

Questa città è così diversa da Londra.

La Russia è così fredda rispetto all' Inghilterra e alla mia amata Italia.

Roma è così calda, costantemente baciata dal sole e bella da far male .

Chissà cosa ne sarà di me e chissà se rivedrò mai la mia famiglia, in fondo qui sono sola.

Il mio ricordo poi si sposta sui miei genitori, loro sono stati molto assenti, però so che mi vogliono un mondo di bene e so che non è colpa loro se lavorano spesso.

Ho paura di quello che mi aspetterà e ,terrorizzata da tale pensiero, inizio a singhiozzare silenziosamente.

Mi sento l' unica umana in una nazione di persone che sembrano non provare dei sentimenti.

Le mie lacrime sono l' unica cosa vera in tutto questo schifo.

Cerco di non farmi vedere da Alex , però mi rendo conto di come il mio intento sia fallito miserabilmente quando la sua mano calda e grande trova la mia.

Mi fa voltare verso di lui delicatamente e scoprendo lo stato in cui verso il suo sguardo cambia e si addolcisce.

" Perché piangi?" Mi domanda mentre con i pollici spazza via le lacrime dal mio viso

Io non ho intenzione di rispondergli, non mi va di confessare il mio timore nei suoi confronti.

Così non rispondo.

Il suo braccio , con un movimento rapido, mi sposta sulle sue gambe e poi mi circonda la vita.

Immediatamente vengo avvolta da un piacevole calore ed è strano come il mio corpo accolga il suo.

" Shhh, non piangere , amore mio" Sussurra sui miei capelli per poi accarezzarli lentamente.

È sempre così, lui cambia umore da un momento all' altro, ormai ho imparato perfino a conoscerlo.

" Scusami per prima, perdonami, Esmeralda. Alcune volte dimentico quanto tu sia piccola e non sono bravo a controllarmi perché vedi, quello che provo per te é così forte che mi fa perdere la ragione"

" Ora ti prego, dimmi cosa ti rende così triste, mi fa male vederti soffrire, tu sei così bella, così piena vita e non voglio vederti piangere" Mi esorta.

Stavolta non tarda ad arrivare una risposta da parte mia.

" Stavo pensando a cosa ne sarà di me, dico , sono qui in Russia, in una nazione che non é la mia, sola e senza qualcuno a cui rivolgermi " Ammetto preoccupata.

Lui mi prende il viso fra le mani e lo alza per farsi guardare negli occhi.

" Tu non sei da sola, qui con te ci sono io , ti prometto che mi prenderò cura di te, ti amerò come meriti e ti giuro che sarai felice" Cerca di tranquillizzarmi e quasi ci riesce.

Poi il mio pensiero va ai miei genitori che, nonostante non siano stati molto presenti, mi vogliono un bene dell' anima.

" Ed i miei genitori, come faranno Alex?" Inizio ad agitarmi.

Lui, di riflesso, mi stringe più a sé.

" Shhh, ho pensato a tutto io. Tu sei qui per uno stage e nessuno penserà male" Tenta di tranquillizzarmi.

" Perché mi fai questo, cosa ti ho fatto di male?" Domando ormai stremata.

Lui, inaspettatamente, intreccia una mia mano alla sua e pou porta l' altra all' altezza del suo cuore.

Non Puoi SfuggirmiWhere stories live. Discover now