Capitolo 1 - un nuovo inizio

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Era inverno e il bellissimo paesaggio di Sydney s'era ingrigito a causa della pioggia che nelle ultime settimane si abbatteva sulla città.
Non era solito che piovesse per più di un giorno e dopo un'intera settimana di pioggia incessante la metropoli sembrava fosse paralizzata.
Madison era seduta sul davanzale della finestra di camera sua, intenta a fissare le gocce di pioggia raggiungere la superficie del mare e confondersi insieme all'acqua salata.
Si teneva le gambe strette al petto con le braccia e rimase in quella posizione per circa mezzora, fino a quando sua madre non entrò nella stanza.
"Hai preso le tue pastiglie?"
Gli occhi verdi di Madison incrociarono quelli scuri della madre, che era rimasta ferma vicino allo stipite della porta, "si, mamma."
"Va bene, tesoro."
La donna si avvicinò alla figlia e con un gesto delicato le accarezzò i capelli castani per poi posargli un bacio sulla fronte.
"Sei agitata per il tuo primo giorno di scuola?"
"Un po', è difficile iniziare di nuovo la scuola dopo tre mesi di vacanza."
"Andrà bene, stai tranquilla. Vai a dormire ora."
"Buonanotte."
La donna uscì dalla stanza e Madison rimase ancora cinque minuti davanti alla finestra prima di andarsene a letto.
Guardò quelle poche persone in giro con l'ombrello, si alzò, stava per staccare lo sguardo dalla finestra quando un ragazzo con in spalla una chitarra attirò la sua attenzione.
Era l'unico senza ombrello, aveva solo quello strumento sulla schiena che lo proteggeva. Si guardava in giro, poi si incamminò, senza fretta, come se quella pioggia non gli desse alcun fastidio e sparì. Madison lo guardò scomparire dietro l'angolo e sorrise, poi si infilò sotto le coperte e si addormentò.
Il mattino seguente fu solo pieno di agitazione. La madre di Madison trafficava avanti e indietro col suo paio di chiavi in mano, "Madison hai preso tutto?"
"Si mamma, smettila di essere così agitata. Sembra il tuo primo giorno di scuola, non il mio."
La donna fece un gran respiro ed aprì la portiera della macchina, salirono entrambe e lei accese il motore girando le chiavi nella toppa.
Durante il tragitto verso il liceo Madison non disse una parola, si limitò ad ascoltare le paranoie della madre, più agitata di lei, e ad accennare dei si con il capo, mentre guardava fuori dal finestrino.
Le nuvole che il giorno prima coprivano il cielo di Sidney erano sparite e una luce fioca illuminava la strada.
"Eccoci arrivate."
Madison sorrise e ringraziò la madre prima di scendere dall'auto. "Ricordati le pastiglie."
La ragazza alzò gli occhi al cielo e chiuse la portiera. La Jeep bianca della donna si allontanò e Madison si incamminò verso l'entrata di scuola, sentì la campanella suonare e anziché entrare nell'edificio si accostò ad un muretto.
Guardò tutti i suoi compagni accalcarsi per raggiungere un posto che odiavano e rimase ferma lì finché non entrarono tutti.
"Non dovresti essere qui seduta mentre tutti i tuoi compagni avranno già preso posto in classe, poi rimangono solo i banchi in prima fila."
Una voce profonde le giunse alle spalle, dietro di lei comparì un ragazzo alto, con le spalle larghe quanto un armadio.
Madison si girò e osservò con minuzia il ragazzo davanti a lei, con quel piercing al labbro che tanto le piaceva.
"Stai parlando con me?"
Egli si avvicinò e sorrise, la camicia a quadri rossa che indossava non stava ferma un attimo a causa del vento.
"Ci siamo solo noi due qui fuori."
"E tu, perché sei qui?" Il ragazzo fece spallucce, si sistemò lo zaino nero sulle spalle e camminò fino alla porta d'entrata, aprendola. "Tu non vieni?"
I due entrarono a scuola insieme e si fermarono di fronte alla classe di inglese di Madison. "Ci vediamo in giro, allora. È stato un piacere convincerti ad entrare."
"Sarei entrata comunque" disse Madison sorridendo.
"Mi sa che è ora di entrare.."
Accennò un saluto con la mano ed entrò in classe. Aprì lentamente la porta, sperando di non attirare l'attenzione di tutti, ma purtroppo lo scricchiolio del pavimento fece girare tutti, compreso il suo professore che era intento a scrivere sulla lavagna.
"Ah, signorina Cartwright, grazie per averci onorati della sua presenza."
"Scusi per il ritardo" disse Madison accomodandosi nell'unico posto rimasto: un banco in prima fila, proprio di fronte alla cattedra del professore. "È solo che ho avuto un problema con.."
"Va bene così, può risparmiarsi di sprecare energie per inventare una balla. Però che non capiti più."
"Certo, mi scusi."
Alla fine delle lezione, subito dopo il suono della campana, il professore si avvicinò a Madison, che stava raccogliendo la sua borsa. "Come stai Madison?"
Gli occhi smeraldo della ragazza guardarono il suo professore di inglese. "Bene prof, sto bene."
"Le prendi ancora quelle pastiglie?"
"Si, sono obbligata a prenderle. Così non peggioro."
"Prenditi cura di te mi raccomando. Ora vai, ciao!"
Madison fece un mezzo sorrido ed uscì dalla classe sovrappensiero. Teneva lo sguardo basso fisso sul pavimento, quando si accorse di aver dimenticato il quaderno di inglese in classe. Si fermò in mezzo al corridoio e si voltò di colpo, andando a sbattere contro qualcuno. Le cadde la borse e tutto ciò che c'era dentro si sparse a terra.
"Oh Dio, mi dispiace."

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Hello everyone,
premetto che ci ho messo un paio di giorni per impostare la storia, ho scritto e cancellato, scritto e cancellato, scritto e cancellato come una matta. Il risultato non mi sembra malaccio, ovviamente aspetto qualche commento, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. In base a quante visualizzazioni e commenti che riceverà la storia, deciderò se andare avanti o meno; quindi fatemi sapere!
Un bacione, Martina.

Tremare, l.hDove le storie prendono vita. Scoprilo ora