Una cosa sola

345 26 0
                                    

Notte.
Notte sulle braccia stanche delle donne. Notte sui volti dei bambini. Notte sulle botteghe ormai chiuse. Notte sull'aria umida e frizzante che segue un temporale ormai passato.
"Loki, dove sei?" Parole nel buio. "Lo so che sei qui, per favore rispondimi!" Parole nel silenzio. Valentina scrutava l'oscurità. "Loki... io so che tu sai la verità... ti prego dimmela" Da un ombra arrivò una voce. "Forse lo so già da un sacco di tempo... forse l'ho sempre saputo" e il figlio di Laufey uscì alla luce delle stelle. La sua pelle era stata di nuovo trasformata nel suo aspetto originale: gli occhi tramutati in rubini di puro fuoco risplendevano nella penombra e il volto del giovane era di un blu scuro ancor più profondo della notte. La Principessa Mezzosangue rimase a guardarlo per un po', sorpresa; non lo guardava con ribrezzo o paura, però non riuscì a trattenere una lacrima. Loki era a torso nudo, lasciando scoperta quella brutta ferita non ancora cicatrizzata che gli deturpava il petto muscoloso. Valentina aveva deciso di dimostrargli che per lei non cambiava niente: gigante di ghiaccio o asgardiano per lei sarebbe rimasto per sempre il suo Loki, e stese la mano verso di lui. "Prendimi la mano" non c'era tristezza o commiserazione nella sua voce, solo tanta tenerezza. Loki però si tirò indietro "Non posso! Ti brucerei come è successo a Volstagg... io sono un mostro!!!" "Loki, tu non sei un mostro" "Invece lo sono!" Si allontanò ancora di più da lei per paura di farle del male, ma la Principessa Mezzosangue non si arrese. "Tu non sei un mostro e non lo sarai mai, sei soltanto diverso dagli altri" "Per tutta la vita sono stato diverso dagli altri... forse ora è arrivato il momento in cui avrei bisogno di somigliare a qualcuno!" "Anch'io vorrei avere qualcuno come me, ma sai, esseri come me e come te sono unici, non possono essere ripetuti: una principessa metà terrestre metà asgardiana e un principe nato nel buio, cresciuto all'ombra con un piccolo assaggio di luce, e poi lasciato da solo a scoprire che l'oscurità è la sua unica vera amica... Noi siamo gli Esclusi, le eccezioni, noi siamo quelli che vengono scartati dal resto della gente, destinati a rimanere soli in un universo così grande. Ma tu non sei solo, e nemmeno io lo sono..." "Io ho te e tu hai me" "Esatto" "Siamo unici" "Si, unici e irripetibili". Valentina si avvicinò a lui tentò di prendergli di nuovo una mano e lui questa volta, anche se titubante, non si ritrasse. "Fidati di me". Quando le loro dita si toccarono, quelle di ghiaccio non bruciarono quelle rosee della ragazza, forse perchè c'era qualcosa, una forza più grande, che impedì loro di farsi del male a vicenda. La ragazza non staccava gli occhi dai suoi, e mentre intrecciavano insieme le loro mani, lentamente il volto di Loki tornò quello di sempre: la pelle blu cobalto lasciava il posto a quella perlacea mettendo in risalto gli occhi d'argento che si riflettevano in quelli verdi di lei, stregandoli in quell'incantesimo ammaliante che solo lui sapeva farle. Però dopo poco Loki separò le loro mani: il suo sguardo era cambiato, e rispecchiava una nuova consapevolezza nella mente del giovane dio. "È ora che quelli che ci hanno escluso per tutta la vita paghino per tutto quanto il dolore che ci hanno causato!" Valentina cercava di fargli capire che non era quello il suo punto di vista "No, non intendevo questo! Non c'è bisogno di odiarli, basta solo credere in se stessi, siamo noi i protagonisti della nostra storia, gli altri sono solo miseri e indegni attanti nella nostra vita!" "E dimmi, perché non dovrei odiarli tutti??" Valentina era sempre più vicina e parlava a quel fragile e bellissimo angelo ormai tramutato in demonio "Perchè oltre alla maggior parte di quelli che ci disprezzano per la nostra diversità, ci sono anche quelli che ci hanno accolto: dove sarei ora se Odino e Frigga non mi avessero accolto nella loro casa? E dove saresti tu!?" Loki riflettè rassegnato "Forse sarebbe stato meglio se mi avessero lasciato al mio destino, di sicuro sarebbe stato migliore di questo: sempre al secondo posto, sempre dopo qualcun altro" "Non dire così, tu vali tantissimo Loki" "Lo so, ed è per questo che io mi riscatterò, capovolgerò i loro troni e li farò inchinare a me: si piegheranno di fronte a chi è nato per essere re!!!" Ci fu un attimo di doloroso silenzio tra quei due esseri speciali, ma Loki lo interruppe con parole mischiate a lacrime calde "Io mi sono stancato! mi sono stancato di quest'esistenza inutile e crudele! Si, sono un gigante di ghiaccio, figlio del popolo di mostri che ha ucciso i tuoi genitori e che ieri quasi ucciso anche me, principe della gente che tutti noi odiamo da generazioni... ma sono anche un principe di Asgard, sono cresciuto qui! Quindi non ho un vero posto per me nell'universo, non ho una vera famiglia! cosa sono io!? Nessuno, perché sono stato rifiutato da entrambe le parti, sono solo odiato da tutti!" Loki si abbandonò ad un pianto disperato e Valentina, non potendo fare altro, lo abbracciò stretto stretto come se fosse un bambino fragile e smarrito. Lui la stringeva al suo petto e piangeva sulla sua spalla accogliente: sapeva che quella spalla su cui piangere per lui ci sarebbe stata sempre, sapeva che non c'era ingiustizia che potesse separarli, e che loro due, insieme, erano una cosa sola. Si staccarono per un attimo dall'abbraccio, si fissarono ancora, entrambi con gli occhi pieni di lacrime, la fronte di Loki attaccata a quella di Valentina... e lei si accorse di quanto fosse vicina alle sue labbra, di quanto quegli occhi di ghiaccio in cui avrebbe voluto affogare tante volte ora le bruciavano sulla pelle, ma quello che sentiva non era solo inevitabile attrazione fisica: Valentina sentiva che il suo cuore si stava scaldando accanto a colui che forse aveva sempre saputo di amare. Non era stato come con Thor: ora lei si sentiva nel posto giusto, non aveva rimorsi, anzi, ogni interminabile secondo che passava lei desiderava ancora di più quel fuoco che si apprestava a toccare. I loro battiti accelerarono vertiginosamente e lentamente le loro labbra si avvicinarono sfiorandosi, assaggiandosi delicatamente, ma presto il contatto si approfondì e le labbra dei due si fusero insieme in un lento bacio profondo e passionale, uno di quelli da lasciarti senza fiato, talmente tanto desiderato e sognato dai due che ormai era diventato molto più che un bacio: ormai non si stavano soltanto scambiando effusioni, si stavano curando l'anima, l'uno nell'altra, perché Loki aveva ragione: loro due erano una cosa sola. 

Quel bacio segreto durò a lungo, le lingue dei due danzavano insieme, intrecciate e inseparabili, ingorde l'una dell'altra, le mani di Valentina erano immerse nei capelli scuri e odorosi del dio, il quale la stringeva a sé come fosse la sua unica fonte di salvezza.
Quando si staccarono non riuscirono a dire niente, le loro labbra si erano già dette tutto, il resto non aveva più importanza.
Ormai distrutti da quel mare di emozioni, si sdraiarono sul letto di Loki e rimasero lì abbracciati tutta la notte, corpo contro corpo, anima contro anima.
Entrambi caddero presto in un sonno profondo, perchè stavano bene lì a completarsi a vicenda quei cuori spezzati, ad accarezzarsi i capelli, a scaldarsi l'un l'altro quei corpi inseparabili... ma prima di cedere al sonno, ultime parole di una promessa risuonarono nell'aria:
"Mi resterai accanto?"
"Sempre".

La Principessa MezzosangueOn viuen les histories. Descobreix ara