Dubbi e ferite

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Appena si appoggiò su un lettino nella Camera della Guarigione, Loki cadde svenuto come un piccolo angelo ferito, circondato dalle braccia premurose di Valentina. La lancia che lo aveva passato da parte a parte aveva lasciato un profondo squarcio nel suo petto, ma grazie al pronto intervento della magia di Valentina ora, per fortuna, non era così grave da mettere in pericolo la sua vita, ma abbastanza da provocargli un dolore atroce. Anche Valentina era rimasta leggermente ferita: le sarebbe rimasta solo una piccola cicatrice sotto la spalla sinistra, ma sarebbe sicuramente morta se Loki non l'avesse salvata sacrificandosi per lei. Frigga entrò velocemente nella camera della guarigione, e vedendo suo figlio ferito, estremamente pallido e ancora infreddolito, il suo cuore si fece piccolo piccolo dentro il petto "Ma cosa gli è successo?" "Loki mi ha salvato la vita, si è sacrificato coraggiosamente per me e... se dovesse succedergli qualcosa non credo che me lo perdonerei mai... fortuna che quella lancia non gli ha trafitto il cuore altrimenti..." Valentina era a disagio nel pronunciare quelle parole: si vergognava a dire ad una madre che suo figlio aveva messo a repentaglio la sua vita per salvare lei, ma Frigga le rispose con un sorriso dolce e rassicurante, come per dire che se fosse stata al posto di suo figlio anche lei avrebbe fatto la stessa cosa. "Per fortuna il Fato ha voluto che la lancia lo mancasse, quindi vuol dire che avrai il tuo salvatore con te ancora per un po'...". A quelle parole si sentì molto più rassicurata e ricambiò il sorriso della Regina di Asgard... ma c'era un'altra cosa che tormentava Valentina, un dubbio che la consumava da dentro e che avrebbe voluto confidare a Frigga: cos'era successo a Loki quando quel gigante lo aveva afferrato per il braccio? Perchè non lo aveva ustionato come gli altri? In cuor suo si era già data una risposta, ma si rifiutava di credere ad una cosa del genere... era un'ipotesi impossibile: non poteva essere! quindi indugiò per un attimo ma alla fine decise di non dire nulla a Frigga. "E dov'è Thor? Sai se lui sta bene?" Le chiese la Regina di Asgard "Thor è rimasto al Bïfrost con Odino, stai tranquilla, sta bene" "Oh grazie al cielo. Occupati tu di mio figlio, io andrò ad aiutare gli altri feriti: il mio Loki è già in ottime mani" "È solo grazie ai tuoi preziosi insegnamenti se sono ottime come dici. Non preoccuparti, mi prenderò cura io di lui". Valentina aveva imparato le arti curative proprio da Frigga, che si fidava di lei e le voleva davvero bene come una sua figlia.
La ferita di Loki ora aveva bisogno di essere disinfettata e suturata: la Principessa Mezzosangue gli tolse il mantello e l'abito di pelle scoprendo il suo fisico magro e inerme, prese un panno di stoffa imbevuto di una pozione disinfettante e la passò delicatamente sulla ferita ancora aperta. Dopo aver disinfettato prese ago e filo e, come si usava fare sulla Terra, cominciò a ricucire lo squarcio in tutta la sua lunghezza applicando ben nove punti. Per fortuna Loki aveva perso i sensi altrimenti quell'operazione sarebbe stata parecchio dolorosa per lui. Finito di ricucire il suo salvatore pronunciò ancora qualche altro incantesimo di guarigione e lo fasciò con delle bende che gli fece passare dietro la spalla fino al petto. Guardò soddisfatta il risultato del suo lavoro, ma nei suoi occhi c'era un velo di tristezza: non aveva mai visto Loki in quelle condizioni, così pallido, così sofferente, così immobile, e aveva uno strano desiderio di toccare quelle labbra livide semiaperte, di sfiorare quel volto pallido, perfetto e stremato con i polpastrelli, voleva accarezzare quei capelli neri come le più oscure tenebre della notte e odorare il loro dolce profumo... ma non fece niente di tutto ciò, rimase solo ad osservarlo dall'alto e a strofinare uno straccio inumidito sulla sua pelle per non fargli salire la febbre. Ammirò quel dio di straordinaria bellezza per diversi minuti, dopodiché presa dalla stanchezza si addormentò accanto a lui.

Dopo qualche ora Loki aprì gli occhi, fuori era già notte e l'unica luce proveniva da una lampada in fondo alla stanza dove si trovava

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Dopo qualche ora Loki aprì gli occhi, fuori era già notte e l'unica luce proveniva da una lampada in fondo alla stanza dove si trovava. Sentì un forte dolore alla spalla sinistra che gli impedì di alzarsi, e nella semioscutità distinse una figura addormentata accanto a lui: Valentina dormiva con la testa appoggiata vicino alla sua e gli stringeva una mano, come se avesse paura che se la lasciasse sarebbe andato via da lei. Quella visione gli cancellò dalla mente e dal cuore ogni singolo grammo di dolore. Ripensò a cosa era successo quel giorno, a come avesse salvato la vita dell'unica persona che gliela rendeva speciale, a come aveva combattuto contro i Giganti di Ghiaccio al fianco di Thor, a come era riuscito a salvare la vita sua e dei suoi compagni avvisando Odino, e alla sua mano sinistra che era diventata fredda e blu come il ghiaccio di Jötunheim quando aveva toccato la pelle di quel gigante. Un mare di dubbi affollarono allora la sua mente, il fiato cominciò a mancare e la paura ad invadere i suoi sensi: cosa significava? Cosa era successo? Non voleva assolutamente giungere a conclusioni affrettate e spiacevoli, ma aveva paura, paura che quell'impresa che lui stesso aveva ideato e sostenuto avesse segnato la sua vita per sempre.

La Principessa MezzosangueOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz