Three Times||thiam

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Passarono circa due mesi dal ritorno di Theo, in questo arco di tempo una nuova minaccia si era fatta strada tra i cittadini di Beacon Hills.

La caccia selvaggia era arrivata in città più forte e determinata che mai, erano già state prese moltissime persone ma per fortuna il branco era ancora al completo.

Si trovavano a casa di Scott per cercare di studiare un piano per sconfiggere i cavalieri fantasma.
"Dobbiamo catturarne uno" "Liam, non sappiamo come arrivino qui,figurati se riusciamo a catturarne uno" Stiles ribattè frustrato perché ancora non sapevano da cosa si generavano ne dove finivano tutte le persone catturate.

"Theo tu sei strettamente legato alle creature negative"parlò Malia con disprezzo "sicuramente hai delle informazioni che noi non conosciamo sui cavalieri fantasma", questa affermazine ferì molto Theo anche se non lo diede a vedere, aveva imparato bene a nascondere le proprie emozioni e infatti sembrò che quel commento non lo avesse minimamente scalfito, invece qualcuno aveva sentito l'odore di profonda tristezza che stava emanando.

"Quello che sapevo ve l'ho già detto"rispose acido, "i cavalieri fantasma arrivano con i fulmin..." in quel momento si insinuò nella sua testa un'idea per catturare un cavaliere.

"Potremmo intrappolare un fulmine in una zona chiusa con un parafulmine, così il cavaliere fantasma si materializzerà già in gabbia"spiegò velocemente Theo, ma Mason intervenne subito "ma ci hai appena detto che i cavalieri cavalcano il fulmine, quindi potrebbe fuggire richiamandone un'altro", Theo riflettè un'attimo "si però potremmo isolare l'area dai fulmini subito dopo averlo catturato" "è come intendi farlo?"Jackson stava ascoltando attentamente ma non era molto convinto "allora, qualcuno deve fare da esca per attirare il cavaliere fantasma nella cella appena si materializza, altre due persone devono chiudere subito il cancello, mentre un'altra persona deve subito far partire il macchinario che isolerà i fulmini dalla zona dove lo imprigioneremo."

"Bene, l'esca sarai tu" fece Scott sbrigativo "se il piano non funziona sarai tu a rimetterci, non ci fidiamo ancora di te"
"Per me non c'è alcun problema"rispose subito Theo con fare deciso, avrebbe fatto di tutto per farsi accettare nuovamente.

Quando la riunione si concluse tutti rimasero dentro l'edificio aspettando che Theo andasse via, il ragazzo aveva intuito che il branco non si fidava neanche minimamente di lui e che ogni sera dopo la riunione restavano a parlare per altro tempo.

Fece cenno di saluto con il capi e uscì dall'edificio, entrò nella sua auto e mise in moto, era stanchissimo, era un sacco di tempo che non dormiva su un vero letto, era talmente stanco che dopo pochi metri di fermò sul ciglio della strada e decise di restare lì per la notte.
Si posizionò sui sedili posteriori e si coprì come meglio poteva con l'unica coperta vecchia e logora che possedeva.

Si assopì dopo pochi minuti, ma io solito incubo rese agitato il suo sonno.
Tara, sognava Tara ogni notte,ogni notte Tara si riprendeva il suo cuore, Theo la implorava ma lei non lo ascoltava e tutto si ripeteva, si ripeteva all'infinito..quando dopo la terza volta che Tara gli strappava il cuore dal petto arrivò uno spiraglio di luce, un angelo che sbatteva il pugno contro il finestrino tentando di svegliarlo.

Theo si svegliò di scatto e riconobbe la figura di Liam fuori dalla macchina, si ricompose ed uscì. "Cosa ci fai qui"che se Theo sbrigativo "beh, ho visto la tua auto ferma e ho pensato ti fosse successo qualcosa" "no, sto bene, sono solo stanco" "se così stanco da non riuscire a tornare a casa?" Chiese Liam stupirti e con un pizzico di ironia "io non ho una casa"rispose a tono Theo "e dove stai allora?" "Sei scemo o mi prendi per il culo?" Theo non capiva perché Liam si fosse fermato.

Liam ignorò la reazione di Theo "se vuoi puoi stare a casa mia, sono solo, i miei genitori..." lasciò la frase a metà e Theo sentì un odore di tristezza molto forte nell'aria, "va bene, un divano è sempre meglio dei sedili posteriori di una macchina" disse Theo non facendo trasparire la sua felicità.