Io ero lì... #31

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Erano lì; quei ragazzi del team Asuma erano proprio sotto i miei occhi; erano tutti terrorizzati, pieni di percosse, respiravano a mala pena, e zoppicavano come cani randagi. Erano riusciti a trovare l'Akatsuki, ma sicuramente quello non era un bene.

Io ed Hikaru eravamo appena arrivati, e tra le fronde degli alberi, aspettavamo pazienti il nostro momento per entrare in scena. La situazione non sembrava poi tanto drammatica, i ragazzi erano sì feriti, ma Asuma... beh, in realtà dalla nostra posizione non riuscivamo a vederlo affatto, ma nel sentirlo parlare e stuzzicare l'avversario, credevamo stesse bene...
Quanto avevamo torto...
Appena Hikaru riuscì a spostare un paio di fronde infatti, riuscimmo a vederlo per bene, Asuma.
Entrambi ci immobilizzammo, un po' per lo stupore, e un po' per la paura; il nostro caro amico era lì, in mezzo ad una strada, ricoperto di sangue, e con ferite a dir poco enormi sugli arti; si reggeva in piedi per miracolo, lui, e nonostante stesse per stravaccare al suolo, rimaneva immobile nella sua solita posizione d'attacco, come se nulla fosse.
Dovevamo fare qualcosa, dovevamo assolutamente aiutarlo, dovevamo...
Ero accecata dalla rabbia, e lo ero a tal punto da non pensare nemmeno per un attimo ad una strategia, ad una modalità d'attacco o al tipo di chakra da utilizzare. Sapevo solamente una cosa: il mio amico era in pericolo di vita. Mi lanciai così verso il campo di battaglia, pronta a farmi ammazzare se necessario, ma prima di poter rendere nota la mia posizione agli avversari, sentii qualcuno fare presa sul mio braccio; era naturalmente Hikaru.
Ora come ora, ringrazio Hikaru con tutto il mio cuore, per non avermi lasciata andare, ma allora, allora ero furibonda con lui; quando però mi girai per protestare la sua scelta, gli vidi in volto una preoccupazione ed una tristezza tali da far spavento.

Hikaru:"Miico, fermati".

Non gli diedi ascolto, tirai il più possibile il braccio per liberarmi dalla sua presa.

Io:"Lasciami andare! Asuma è lì a morire, e noi siamo qui immobili a non far nulla!".

Hikaru:"Questo lo vedo anch'io, ma non essere frettolosa!".

Non volevo sentir ragioni, non volevo elaborare un piano o altro, poiché sapevo che grazie alla mia abilità sarei rimasta in vita, resistendo a qualsiasi attacco.

Io:"Non ho bisogno di una strategia! Mi basta attaccare uno di quei tipi loschi, così da dare ad Asuma un'occasione per fuggire!".

Hikaru mi guardò allibito, rafforzò la presa e disse con tono fermo:"Miico ora ascoltami; se gli andrai addosso morirai sicuramente!".

Immediatamente risposi:"Che vuoi saperne tu delle mie abilità?! Giudicherai adesso le mie capacità in combattimento!".

Ma Hikaru era molto più determinato, e la sua aria seria ed autoritaria non abbandonò il suo viso nemmeno per un attimo.

Hikaru:"Miico, rifletti..." il suo sguardo, a dir poco agghiacciante  si posò sul mio; "Asuma è stato per anni nell'esercito del re del fuoco, ha ricevuto un addestramento esemplare, e la sua squadra è una delle migliori dell'intero villaggio; se lui è ridotto così, tu che fine faresti, se provassi a combattere contro quei due?".

Restai in silenzio per un attimo, rapita dalle parole del mio caro amico... era preoccupato per me, lo capii solo in quell'istante...
Sorrisi; "Stai tranquillo, io... me la caverò in qualche modo".

Lui rimase a guardarmi con quel suo sguardo, sempre più freddo, sempre più cupo...
Hikaru:"Miico...".

Io:"Non preoccuparti!".

Hikaru:"No, Miico... non funzionerà".

Non capivo...
Io:"Hai una strategia? Un qualcosa di particolare? Lasciami il braccio, ed elaboriamo qualcosa".

Naruto La Ragazza Degli SpiritiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora