66 - AD ASTERIA, il momento di RUBELIA

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«Tutto questo è ridicolo!» rimbrottò Reva esasperata da quell'infinito contrattempo. Lottando contro l'irritazione che le lacerava la gola, decise di organizzare una contromossa.

«Guerriere Amazzoni!» tossì. «Prendete un tronco d'albero e sfondiamo questa ridicola barriera!»

   Veloci e forti come pochi semidei al mondo, le sue compagne sradicarono un fusto di pioppo. Recisero i rami e appuntirono il verso opposto alle radici. In pochi minuti, il fitto muro di tralci iniziò a subire i colpi dati della testa d'ariete improvvisata.

Rubelia, indietreggiando per l'inattesa contromossa, vide arrivare Brice North, il capo quartiere di Demetra, accompagnato da una decina di superstiti dalla distruzione del suo settore. Erano stremati e sporchi di sangue, ma diedero ugualmente il loro supporto richiamando in aiuto lo spaventapasseri gigante.

La creatura ortolana apparve claudicante. Aveva le gambe di bamboo e pannocchie di mais esploso come popcorn, a causa dello stormo di uccelli di Stinfalo affrontato ore prima. Tuttavia, il pupazzone si trascinò, guidato dal volere di Brice suo creatore, e l'attimo dopo che la muraglia di vitigno cedette al contrattacco delle Amazzoni, le prese alla sprovvista abbattendone a decine con i suoi proverbiali man rovesci.

Reva corse in contro al ragazzotto di Demetra, dopo aver compreso che era lui il tiratore dei fili dell'essere vegetale. Con un dardo scagliato a velocità impressionante lo centrò in pieno petto uccidendolo sul colpo.

Lo spaventapasseri gigante accusò il medesimo colpo incassato dal suo padrone, e insieme a lui cadde schiacciando altre decine di guerriere nemiche.

Rubelia e i suoi fratelli rimasero di sasso.

«Brice!» gridarono i superstiti del quartiere delle messi, soccorrendo come poterono il fratello maggiore disteso a terra, inerte e con gli occhi sbarrati.

   Gli sguardi degli astanti trasmisero un unico sentimento d'odio condiviso contro le intruse assalitrici. In un attimo i campagnoli si fiondarono contro le Amazzoni prendendole a sassate.

Il tentativo disperato andò nel peggiore dei modi, almeno fin quando non comparve in sella alla bici di bronzo lei: Astrid De Lamber, armata di lancia, non più di ferri da maglia, e con i consueti gomitoli di filo bronzeo.

«Non ci voleva! Amazzoni!» inveì senza celare sincero disprezzo.

   Le rimanenti guerriere d'oltreoceano, ridotte di numero, grazie al sacrificio del generoso pupazzone, ostentarono ostinata ostilità nei confronti degli isolani sopravvissuti.

«Ce la pagherete, assassine!» tuonò Astrid scendendo dalla bici e correndo in contro alla regina delle guerriere a lancia tratta.

«Rubelia! Porta al sicuro i ragazzi che sono ancora vivi, qui ci penso io!»

«Ma Astrid! Tu... tu, sei...» biasciscò la figlia di Dioniso incredula di vedere l'amica ancora viva e vegeta.

«Sì, sono qui, e non ho intenzione di andarmene, ma ne riparleremo dopo! Ora va! Porta in salvo loro!»

«Uhuhu! Come siamo intraprendenti! Che coraggio!»

«Venire qui, con l'intento di dichiarare guerra alla nostra Isola, sugellerà la vostra condanna a morte!» ringhiò la longilinea figlia della dea della sapienza. Dal suo corpo restituito alla vita, provenne un intenso alone potente. Si scagliò contro la regina Reva, che però rispose prontamente ad ogni colpo di lancia sferratole.

«Sei pazza se credi che tu sola riuscirai a fermare noi che siamo quasi cento!»

«Sei tu la pazza se pensi che noi subiremo il vostro affronto senza reagire!» sputò in faccia a Reva infliggendole un colpo dietro l'altro con la punta della lancia d'oro.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaWhere stories live. Discover now