26 - A VERA DELO - DAPHMOA, alias DAFNY

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«So che ci sono stati dei disordini generati dalla profìteia del menhir apparso in piazza, ma non immaginavo che la situazione fosse così allarmante!», deglutì a forza Dafny. «E, io, mamma? Cosa ti aspetti che faccia? Non ho la forza fisica di Ike Ivor, o l'intelligenza di Justice Kassidy... la conosco bene Justice!», esclamò sorridendo. «È una cara amica. Viene molte volte a casa mia a leggere i suoi libri e, sinceramente non oso immaginare quali poteri possa aver sviluppato, per non parlare poi del figlio di Iride».

«E di Axel Eberhelm? Cosa mi dici?» chiese curiosa la dea provocando l'imbarazzo alla figlia. Dafny cercò di nascondere il volto tra i capelli, come era solita fare quando si parlava di Axel. Ma quella volta non ci riuscì a causa della sfarzosa acconciatura alta non richiesta.

Quel ragazzino dal caschetto biondo, la pelle arrossata dal fuoco, gli occhi blu, con le lentiggini sul naso all'insù e quell'aria vagamente timida... era il suo sogno non possibile.
«Cosa dicevi sull'eventualità che io intraprenda una missione?» biascicò nella speranza di dirottare il discorso su altri argomenti. "Non riuscirò mai a nasconderle l'amore segreto che nutro per Axel, lei è la personificazione dell'amore!" convenne masticando un grosso boccone di dolce.

«Non dovrai partire», la rassicurò la dea, accondiscendendo al cambio d'argomento. «Tra non molto avrai un po' di ospiti. Ospiti particolari dei quali dovrai prendertene cura. Uno di loro costituirà la chiave per la rappacificazione tra l'isola di Vera Delo e Poseidone».

Dafny strabuzzò gli occhi all'udire il nome di uno degli dèi più potenti della storia degli dèi. Ingoiò il grosso boccone di torta come se fosse la medicina per lo shock.

«Ma io non possiedo alcun potere» protestò.

«Ne sei sicura? Sai che solo i miei figli più dotati riescono a vedermi in forma umana», sorrise compiaciuta.

«Sì, beh, cioè, un dono me lo hai concesso, ma sai bene cos'è successo con quel... non voglio nemmeno nominarlo!». Dafny si agitò ricordando un fatto spiacevole della sua vita.
«Sai che è stato quel dono a...», sospirò seccamente. «Non ne voglio parlare».

La dea smorzò per un attimo il sorriso. Lanciò uno sguardo al cielo, oltre il gazebo in direzione della grande luna argentea disegnata accanto al sole. «Le cose potrebbero cambiare, sai?»

«Mamma, hai intenzione di invertire il...»

«Io, bambina mia, non posso», la troncò ansiosa di chiarire quale speranza concederle. «Ma se le cose si metteranno per il meglio, chissà. Forse qualcuno potrà farlo» terminò alzandosi dalla sedia e Dafny, educatamente, la imitò.

«Dafny, grazie per il dolce squisito e per quelli che porterò con me. Li offrirò a dei bravi ragazzi che, senza saperlo, mi hanno reso un servigio molto gradito».

«Ma mamma, non mi hai detto chi...», protestò la figlia senza riuscire a finire la frase.

«Ehm... fai attenzione alla torta al cioccolato mi raccomando!» le disse Afrodite prima di svanire scomposta in tante candide colombelle pavoncelle. Dafny la osservò perplessa.

«È diventata uno stormo di piccioni...» emise stupita.

Scesa al piano terra, Dafny fece un giro di ricognizione nella cucina. Notò la sparizione dei dolci, delle torte e dei biscotti dalla dispensa. Erano poche cose, ma anche le più buone. Comunque, non era quello il motivo che le provocò una profonda agitazione emotiva.

"Ospiti. Chiave per riconciliare il dio del mare all'Isola. Possibilità di rimediare a un errore del passato...", pensò a quei tre punti talmente intensamente che non s'accorse che qualcuno stava bussato alla porta già da parecchi minuti.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaΌπου ζουν οι ιστορίες. Ανακάλυψε τώρα