IO ... E JAFAR (Cap. 3)

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-Ecco la tua stanza mia cara ... -.
Resto con gli occhi fuori dalle orbite. E quella sarebbe stata la mia stanza? MIA e solo MIA?
È enorme, con uno di quei letti comodissimi che difficilmente lasceresti. E poi gli armadi! Capienti e intarsiati in oro e argento, mentre i soprammobili sono tutti di avorio. Un po' mi dispiace per tutti gli elefanti che sono stati uccisi per le loro zanne, ma c'è da dire che l'avorio è un materiale pregiato e bellissimo da vedere!
-A proposito ... Oh! Quanto sono sbadato!- e ride: -Non credo tu mi abbia detto il tuo nome. -.
-Effettivamente no Jafar. Il mio nome è ... -.
No aspetta ... devi proprio dirlo? Scusa eh, ma tu devi essere sincera con uno bugiardo come lui? Tanto lui che ne sa di te e della tua vita!
-... Olimpia. -.
Non sapevo che altro inventarmi! Però Olimpia è un nome anche antico, quindi ci sta!
-Mia cara Olimpia, vestiti veloce che devo parlarti del lavoro che dovrai svolgere ... - e mentre chiude la porta sussurra qualcosa, una frase che però non riesco a decifrare.
Bene. Eccomi qua, costretta ad aiutare un ennesimo cattivo. Beh, me la sono cercata, in entrambe le situazioni.
Mi vesto velocemente e raggiungo Jafar nella sala del trono.
-Non entrare! Lascia che almeno io ti presenti ... - mi blocca lui.
Io resto ferma e lui si fa avanti.
-Oh Jafar, sei riuscito nel tuo intento? Hai trovato un bravo aiutante?-.
C'è qualcun altro nella sala. Sbircio senza farmi notare. È il sultano! È seduto sul suo trono, come dovrebbe essere. E quella ragazza accanto a lui ... deve essere Jasmine, sua figlia.
Ma un momento ... è diversa Jasmine! Non è come la ricordavo ... non ha il diadema! Guardo nella borsa a tracolla che oramai porto sempre con me. C'è. Bene, allora potrò fare ciò che ho pensato.
I miei pensieri vengono bloccati quando sento Jafar dire: -Sì, maestà, e ci tengo a presentarvela. -.
So che devo entrare in scena. Mi faccio vedere e avanzo con timidezza verso di loro.
-Oh, è una lei!- esclama il sultano.
Noto che Jasmine mi guarda curiosa.
Arrivata davanti a loro mi inchino presentandomi: -Sultano di Agrabah, principessa Jasmine, io sono Olimpia, e sono onorata di essere qui ... -.
-È anche molto educata! Ben fatto Jafar. - mormora il sultano.
-Se mi posso permettere, sire, in segno della mia umiltà, vorrei fare un dono a vostra figlia. -.
Prendo il diadema e lo consegno a Jasmine che, felice, lo indossa subito, per poi ringraziarmi con un sorriso.
-Adesso io e Olimpia ci congediamo, abbiamo tanto lavoro da fare ... - Jafar mi prende dai fianchi e mi porta fuori dalla sala del trono.
Una volta rassettatosi mi porta nelle sue stanze.
Chiude la porta a chiave.
-Jafar, ma che hai intenzione di fare?- chiede Iago.
Io, che non devo destare sospetti, faccio finta di essere sorpresa.
Jafar prende un libro dalla sua libreria e lo posa sulla scrivania. Lo apre.
Mi mostra tutto quello che c'è da sapere sulla Caverna delle Meraviglie e afferma di sapere dove si trova l'altra metà dello scarabeo d'oro.
-Ma, se posso chiedere, perché si sta concentrando su questa leggenda? Non dovrebbe pensare al popolo di Agrabah?- chiedo (fingendomi) curiosa.
-Sai mantenere un segreto?-.
-... Ehm ... Si ... -.
-Io non sono un uomo qualunque. So padroneggiare la magia e sono stufo di servire un sultano che gioca con i pupazzetti!-. In effetti non ha tutti i torti ...
-All'interno della caverna c'è un oggetto a cui tengo tantissimo. -.
Mi parla della lampada magica, del genio situato al suo interno, e dei tre desideri che può far esaudire a chi fregherà la sua lampada.
E poi, senza che io gliel'abbia chiesto, comincia a spiegarmi il suo piano per riscattarsi, per poter realizzare il suo sogno.
-Tanto per cominciare dobbiamo unire le due metà dello Scarabeo d'Oro e trovare la caverna!- esclamo.
-Chiederò ad un vagabondo di prendere l'altra metà per me ... e perché no, lo manderò pure a prendere la lampada. -. Poi si volta verso di me e aaccarezzandomi la mano destra dice: -Io vado, voi aspettatemi qui. -. Chiama Iago a sé ed esce dalla sala.
Ok. Sono sola. Bene, così posso gironzolare indisturbata.
Ma prima di mettermi all'opera ... c'è un pensiero che mi turba.
L'ultima frase che mi ha detto prima di uscire ... è stata molto strana da parte sua! Innanzitutto perché accarezzare la mia mano? E perché era così vicino a me? E poi ... quando mai mi ha dato del VOI?
Scommetto che non l'avete notato e che siete passati avanti a leggere, senza farvi domande. Vero? Se è successo veramente scrivetemelo nei commenti!
Perché mi aveva dato del VOI? Proprio non capisco. Prima si era sempre rivolto a me dandomi del TU! Questa storia non mi convince, anzi, mi inquieta.
Parliamoci chiaro, per l'ennesima volta, sappiamo tutti che Jafar oltre a essere un bugiardo al 100% sa anche fare il romantico! Infatti ricordo che Jafar nel cartone cercava più volte di sedurre Jasmine per poterla poi sposare, e alla fine l'ha pure baciata! Ogni volta che vedo quella scena rimango sconvolta!

Beh, con me non sarebbe funzionato!

-Rieccomi, mia cara!-.
Oh no! Ho perso tempo nei miei pensieri! Come mio solito del resto!
-È fatta. Ho trovato un povero beduino e l'ho convinto facilmente. Stasera ci incontreremo nel deserto. E verrete anche voi, Olimpia. -.
-Solo per curiosità, ma perché adesso mi da del voi se prima mi dava del tu?-.
-È solo per essere il più formale possibile. Mi devi perdonare, sono fatto così. -.
Umh... Dubito ... Dopo la scena dell'ipnosi non so più se fidarmi o no ...

Quella notte usciamo senza farci vedere dalle guardie che possono insospettirsi e saliamo su dei cammelli che probabilmente aveva preparato appena tornato. E come dei beduini ci dirigiamo verso il deserto.
Durante il viaggio mi sembra sentire la tipica musica orientale, che mi rilassa togliendo dalla testa tutti i miei pensieri.
Ci fermiamo accanto ad una palma, l'unica nei paraggi.
Iago svolazza da una parte all'altra mentre a me e a Jafar tocca aspettare.

-Ehi! Ehi! Ah eccoti qua!- sento gridare qualcuno.
Sono passate ore, almeno secondo me, non ho fatto caso al tempo passato.
-Sei in ritardo!- esclama Jafar nervoso.
-Sarò pure in ritardo, ma ho quello che vuoi. -.
Scendo dal cammello e cerco di prenderglielo dalle mani. Non so veramente cosa mi sia successo. Quel poco tempo trascorso con Jafar mi sta dando alla testa mandandomi a rubare? Beh, quello non è rubare, ma volevo prenderlo. Non so perché ...
Il vagabondo prontamente copre il cimelio e richiede il tesoro. Evidentemente Jafar gliel'aveva promesso in cambio dei suoi servigi.
Iago lo prende di sorpresa e, afferrata la metà dello scarabeo d'oro, lo consegna al suo padrone che, con calma, cerca di unire le due metà ...

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