Raperonzolo (Rapunzel)

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C'era una volta una coppia di sposati che si amavano tantissimo. Erano molto poveri e non potevano permettersi una casa enorme, per questo vivevano in una casetta di campagna che avevano occupato, purtroppo, abusivamente. Non c'era nessuno in quella campagna, se non una vecchia che non aveva nemmeno notato della loro presenza, nonostante gli anni passati. Oltre quella campagna c'era un enorme bosco oscuro che si estendeva fino all'orizzonte.
Un giorno la donna divenne incinta. Come si suol dire, quando ciò accade arrivano le voglie, e fu proprio ciò che accadde. La donna non mangiava niente, non voleva mangiare né bere niente, se non i raperonzoli che crescevano nel giardino della vecchia vicina. Il marito, per accontentarla e per darle da mangiare, era costretto ad intrufolarsi nella casa della vecchia a razziare i suoi campi di raperonzoli. All'inizio passò inosservato e la passò liscia, ma accadde che un giorno venne beccato dalla padrona di casa.
Lo fulminò con lo sguardo, ma non lo cacciò, né gli gridò addosso. Si limitò solo a dire:
-Sei qui per i miei deliziosi raperonzoli, vero?-.
Lui annuì. Stava per spiegare le sue ragioni, ma ebbe l'amara sorpresa che lei sapeva, chissà come, già tutto.
-Sentimi attentamente! Tu puoi prendere i miei raperonzoli, per la tua povera moglie, ma se lo farai dovrete darmi la vostra bambina appena nascerà! -.
-Cosa? Non te la daremo mai!-.
-Vai da tua moglie e vedi cosa ne pensa. -.
Lei non voleva cedere alla tentazione di assaporare quei raperonzoli, perciò accettò. Il marito aveva capito che non aveva capito che in ballo c'era la loro futura figlia. Rassegnato, la consegnò appena nacque e la vecchia se ne andò definitivamente da quella casetta verso il bosco. I due coniugi non rividero più la loro bambina.
La vecchia portò la neonata oltre quel bosco cupo e tenebroso dove, chissà perché, in mezzo ad una valle c'era una torre molto alta, raggiungibile solo da un passaggio segreto. La portò in cima e la crebbe come se fosse stata sua figlia.
Passarono anni, e la neonata, chiamata Raperonzolo, aveva compiuto 16 anni. Nel corso della sua crescita era nata la sua passione per l'arte e con pennello e acquerelli che la Madre le regalava per i suoi compleanni dipingeva sui muri. La sua stanza era piena di dipinti raffiguranti città, piazze, genti, valli e campagne, luoghi che solo la Madre visitata e che a lei non era concesso andare.
La Madre non usava quel passaggio, doveva restare per l'appunto segreto, e per salire in cima alla torre chiedeva:
-Raperonzolo! Sciogli i tuoi capelli!-.
E da lassù calava una vera e propria corda di capelli d'oro. Infatti la Madre non le faceva tagliare i capelli. Diceva che la rendevano più bella e carina, ma in realtà le servivano per diventare piano piano più giovane, grazie ad un incantesimo.
Raperonzolo non poteva uscire. La Madre diceva che fuori le mura di quella torre c'erano fin troppi pericoli per sua figlia, pericoli che avrebbero potuto ucciderla. Ma Raperonzolo voleva lo stesso vedere cosa c'era oltre quel bosco attorno alla torre. Non poteva nemmeno toccare l'erba sotto di essa! Per passare il tempo aveva la pittura, ma ben presto si stufò. Voleva uscire.
Col pennello segnava sulle mura linee che formavano tetti, campagne, uccellini, tutto quello che le raccontava la Madre una volta che lei tornava a casa.
"Ho deciso ... quando Madre se ne andrà ... uscirò finalmente da questa torre!".
Così fece. Una volta uscita la Madre, calò i suoi capelli e li usò per scendere. L'erba era bagnata e si rinfrescò i piedi nudi. Cominciò a rotolarsi per terra, a staccare qualche margherita, a salutare gli uccellini sopra la sua testa.
Era bellissimo, e non badava al fatto che, se l'avesse scoperta, la Madre avrebbe sicuramente reagito male. Non voleva rovinare quel momento che aveva sempre sognato.
Ad un tratto davanti a lei vide un giovane molto carino. Era il principe di quelle terre, futuro re. I loro sguardi si incrociarono e fu amore a prima vista. Spaventata Raperonzolo scappò via e, quando egli se ne andò confuso, salì di nuovo sulla torre aiutandosi con i suoi capelli. Il giovane tornò più volte e, vedendo la maga dire: "Sciogli i tuoi capelli!" capì come salire sulla torre. Lo fece e insieme decisero che egli sarebbe venuto tutti i giorni a trovarla. Così vissero felici e contenti a lungo, volendosi bene come marito e moglie. La maga non si accorse di nulla fino a quando, un giorno, Raperonzolo prese a dirle:
-Ditemi, signora Gothel, come mai siete tanto più pesante da sollevare del giovane principe?-.
-Ah, bimba sciagurata!- replicò la maga, -cosa mi tocca sentire!-.
Ella comprese di essere stata ingannata e andò su tutte le furie. Afferrò allora le belle trecce di Raperonzolo, le avvolse due o tre volte intorno alla mano sinistra, prese le forbici con la destra e "zic zac," le tagliò. Indi portò Raperonzolo in un deserto ove ella fu costretta a vivere miseramente e, dopo un certo periodo di tempo, diede alla luce due gemelli, un maschio e una femmina.
La stessa sera del giorno in cui aveva scacciato Raperonzolo, la maga legò le trecce recise al contrafforte della finestra e quando il principe giunse e disse:
-Oh Raperonzolo, sciogli i tuoi capelli, che per salir mi servirò di quelli!- ella lasciò cadere a terra i capelli. Come fu sorpreso il principe quando trovò la maga al posto dell'amata Raperonzolo! -Sai una cosa?- disse la maga furibonda -per te, ribaldo, Raperonzolo è perduta per sempre!-.
Il principe, disperato, si gettò giù dalla torre: ebbe salva la vita, ma perse la vista da entrambi gli occhi. Triste errò per i boschi nutrendosi solo di erbe e radici e non facendo altro che piangere. Alcuni anni più tardi, capitò nello stesso deserto in cui Raperonzolo viveva fra gli stenti con i suoi bambini. La sua voce gli parve nota, e nello stesso istante anch'ella lo riconobbe e gli saltò al collo. Due lacrime di lei gli inumidirono gli occhi; essi si illuminarono nuovamente, ed egli poté vederci come prima.
La maga era oramai morta, sbriciolata come polvere, uccisa dal suo stesso incantesimo: aveva tagliato i capelli di Raperonzolo, fonte della sua giovinezza.
Così i due andarono al castello, si sposarono e vissero felici e contenti ... con i loro due gemelli.

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