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Dammi il tuo contatto Skype. Voglio vederti. E finire il gioco.
Rebecca era un tantino stupita. Era appena uscita dalla doccia e aveva ancora i capelli gocciolanti. Niall aveva finito il concerto da nemmeno un'ora e già le aveva scritto. E le aveva messo un'ansia immensa con quella richiesta, che ad ogni modo esaudì subito. Erano passate solo poche ore, ma le era mancato tremendamente. Adesso, Niall stava diventando sempre più importante nella sua vita.
Per fortuna, il suo computer era acceso e lei aveva solo dovuto entrare su Skype. Era seduta sul letto, con un piccolo codino che le teneva i capelli fermi, quando le era arrivata la chiamata. Rebecca indossava perfino gli occhiali da vista da lettura, perché davanti allo schermo le veniva meglio. E aveva addosso solo una maglia fin troppo larga con la scritta: Crazy Mofos. L'aveva indossata senza neanche farlo apposta.
Aveva premuto il verde e si era ritrovata Niall che la fissava con serietà. Non le disse neanche ciao. La guardava e basta. Faceva scorrere i suoi occhi su tutta la sua figura e lei non riusciva proprio a capirlo.
«Hey, Niall. Stai bene?» chiese con un filo di voce. Indossava una maglia diversa da quella del concerto.
Annuì e basta.
«Ti sei divertito al concerto?»
Annuì di nuovo e lei aggrottò le sopracciglia.
«Hai qualcosa alla voce, per caso?»
Niall scosse la testa. «Adoro la maglia.» e Rebecca sorrise, arrossendo un po'. Forse si sarebbe dovuta mettere dei pantaloni, ma le sue gambe nude si vedevano a malapena nello schermo, quindi poteva andare. «Hai i capelli bagnati.» continuò lui a voce bassa.
La ragazza annuì in modo colpevole.
«Asciugali
«Devo prendere e accendere il phon.»
«Fallo, intanto io mi spoglio.»
E ovviamente, aveva preso l'asciugacapelli alla velocità della luce, tanto che Niall si era appena alzato in piedi. La ragazza si era persa il sorrisino che era apparso sul viso del cantante.
Rebecca, dal momento in cui aveva iniziato ad asciugarsi i capelli, non era più riuscita a staccare gli occhi dal portatile. Niall non si era tolto dalla visuale quasi per nulla. E aveva iniziato a sbarazzarsi dei vestiti. Si era tolto la maglia, restando a petto nudo. Poi aveva sbottonato i jeans stretti e aveva faticato per toglierli. Non aveva i boxer, ma mutande nere. E Rebecca credeva che stesse per sentirsi male. Tratteneva il respiro e il suo braccio era rimasto fermo a mezz'aria.
Niall tornò verso il letto con troppa tranquillità, come se non fosse mezzo nudo, e dopo aver afferrato il tablet abbandonato poco prima si era gettato sul letto, sistemandosi contro i cuscini per stare comodo e godersi la videochiamata.
La ragazza si sbarazzò dell'asciugacapelli e fece lo stesso dell'altro con il computer, mettendoselo sulle gambe.
«Non mi hai tolto gli occhi di dosso un secondo. E continui a guardarmi.»
Rebecca, stranamente, non arrossì neanche. «Sei tu che volevi e vuoi essere guardato. O ti saresti tolto dalla visuale e saresti tornato con un pigiama.»
E Niall sorrise divertito.
«Continuiamo a giocare?»
«Niente festa pazza stasera?» effettivamente non sapeva se guardarlo in faccia o se fissare il suo petto nudo.
«Sono stremato. Ho rinunciato pure ad una birra con i ragazzi. Domani partiamo presto.»
«Niall Horan che rinuncia ad una birra è preoccupante. Perché non dormi allora?»
«Perché dobbiamo giocare.»
«Niall.»
«No, davvero. Volevo comunque vederti prima di dormire. Stare disteso mi riposa già. Giochiamo.»
Rebecca sospirò. «Va bene, mancano cinque domande. E tocca a te.»
«Quando fai il compleanno, piccola?»
«Il 15 aprile.»
Niall annuì e la ragazza fece la sua domanda: «Mi farai conoscere Harry, Louis e Liam un giorno?»
«Quando dirò loro di te, certo.»
«Non hai detto a nessuno di me?» non sapeva se esserne un tantino delusa.
Ma Niall sorrise e a lei non importò altro.
«Sei il mio piccolo segreto. E questa cosa mi piace. Per adesso è meglio così. Ora è il mio turno.»
«Ci restano solo quattro domande.»
«Lo so. Che hai fatto a quelli che pensano tu sia una così brutta persona?»
Le veniva stranamente facile capire Niall, adesso. E se non capiva, se lo faceva ripetere più volte. L'inglese di Rebecca faceva ancora un po' schifo in quanto a pronuncia e a volte parlava più lentamente di Harry, ma a Niall non sembrava importare.
Rebecca abbassò lo sguardo dopo quella domanda. «Niente.» borbottò.
«Impossibile. Dimmi cosa pensano i tuoi compagni e perché.»
Rebecca sospirò. «Che sono una stronza e una troia. Perché al primo anno il fidanzato della mia migliore amica ci ha provato con me.»
«Lo hai rifiutato.»
Non era una domanda, ma Rebecca annuì lo stesso. «Ma lui ha iniziato a dire che avevo accettato di fare sesso con lui e nessuno ha creduto a me. Sono etichettata da tutti... quando in realtà non ho neanche mai baciato un ragazzo.»
«Li ucciderò tutti.»
Rebecca scoppiò a ridere, anche perché Niall era rimasto fin troppo serio.
«Macabro. Comunque non importa se non ho nessuno. Io non ho biso...»
«Hai me.»
Rebecca gli sorrise e allungò una mano verso lo schermo involontariamente. Quando se ne rese conto la lasciò cadere subito e arrossì.
Anche Niall sorrise dolcemente. «Tocca a te, amore.»
E a Rebecca mancò il fiato, solo perché Niall aveva pronunciato quella parola nei suoi confronti.
Si riscosse dopo qualche attimo. «Cosa ti piace di me?»
«La tua purezza e dolcezza, la tua capacità di mantenere un segreto simile, i tuoi occhi che sembrano dirmi ogni cosa.»
Rebecca abbassò lo sguardo istintivamente.
E Niall proseguì con le domande. «So che la tua vita non ti piace. Ma come li affronti i periodi peggiori? Hai mai fatto del male a te stessa?»
Gli occhi della ragazza si spalancarono. «Non ho capito la domanda.» sussurrò, abbassandoli ancora.
«Sì, che mi hai capito. Rebs, guardami.»
«No... non sono mai stata autolesionista.»
Un sospiro rassicurato uscì dalle labbra di Niall. «Grazie a dio.»
«Di solito mi deprimo, piango e tu sei l'unico che mi fa sorridere.»
Niall sorrise dolcemente. «Tocca a te, piccola.»
«Bevi l'acqua liscia o frizzante?»
Gli occhi di Niall erano leggermente cadenti, ma dopo quella domanda, sollevò un sopracciglio. «Davvero?»
«Rispondi.» un singhiozzo le sfuggì dalle labbra e non sapeva neanche perché. Non fece cadere alcuna lacrima, però. Si morse il labbro con forza.
«Rebs
«Ni, rispondi.»
«È la prima volta che mi chiami Ni
«Ti da fastidio?»
«No, per niente. La bevo liscia.»
Rebecca annuì. «Tocca a te.»
«Hai mai pensato al suicidio?»
Una lacrima cadde lungo la sua guancia. «Perché mi stai facendo queste domande?»
«Perché voglio capirti.»
«Io sono una persona debole, Niall. Non riuscirei mai ad uccidermi. A volte ci ho pensato, ma forse non ha senso. E ho troppa paura di farlo.» rispose tra le lacrime.
«Amore, non piangere. Io sono felice di questa risposta. E non sei debole. Sei una delle persone più forti che conosca. Anche più di me.»
«Non ho capito niente.» disse tra le lacrime.
Niall si mise a ridere in modo dolce e glielo ripeté più lentamente.
«Non è vero.»
«Sì, che lo è. Hey, piccola.» Rebecca si asciugò gli occhi con le mani. «Voglio... lasciami essere la tua ancora. Ti prego.»
Rebecca sorrise. «Lo eri già prima che diventassimo amici, Ni. E lo sei anche adesso.»
A quel punto, fu Niall ad allungare la mano verso lo schermo e ci poggiò i polpastrelli sopra, come se probabilmente avesse voluto toccarla.
«Quanto ci tieni a me, Niall? Ci tieni davvero?»
«Sì.» e solo dopo quella risposta, lasciò cadere la mano e la poggiò sul suo stomaco.
«Se una persona famosa ti dicesse che si è innamorata di te, cosa risponderesti?» quella era l'ultima domanda di Niall.
Rebecca emise una risatina. «Riderei. O gli chiederei che problemi abbia. O perché mi sta prendendo in giro.»
Anche Niall si mise a ridere. «La tua ultima domanda, Rebs
«Non ce l'ho. Anzi, sì. Adesso puoi dormire? Sei stanchissimo.» gli occhi di Niall sembrava che stessero per chiudersi davvero.
«Solo se questa volta sei tu a fare addormentare me.» Niall spostò il tablet e con un cuscino lo sistemò per bene, così che si distendesse sul fianco. Poggiò la testa sul cuscino e socchiuse gli occhi.
Per Rebecca, Niall in quel momento era la vista migliore che potesse guardare.
La ragazza ridacchiò. «Io non so cantare come te. E non ti conviene.»
«Allora parlami.»
«Posso farlo in italiano?»
«Sì. Anche se non capirò niente, ma va bene lo stesso. Sarà la mia ninna nanna.»
La ragazza sorrise e iniziò a raccontare la sua giornata a Niall, punto per punto.
Quando si rese conto che il cantante aveva il respiro pesante e regolare e la sua bocca si era dischiusa leggermente, intuì che si era addormentato.
«Ni?» disse a bassa voce, ma non ottenne risposta. Così concluse il suo monologo nella sua lingua: «E poi ci sei tu, l'unico che per ora sembra trovare sempre del tempo per me. Sei la cosa migliore che mi potesse capitare, angelo mio. La migliore della mia vita. E ti direi ogni cosa. Farei ogni cosa pur di averti davvero. Perché... perché ti amo, Niall.» e con quella buonanotte, Rebecca premette il rosso e chiuse la chiamata.

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora