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Buona fortuna per la tua Flicker Session.
Quella giornata faceva proprio schifo. Quel periodo faceva proprio schifo. La sua vita faceva proprio schifo. Non mancava neanche molto all'inizio della scuola e Rebecca non poteva che starci male. Aveva perfino litigato con sua madre, perché le aveva già fatto il discorso famoso: «Quest'anno gradirei che la tua media si aggirasse intorno al nove.»
Come se lei non fosse mai andata bene a scuola. Come se nella vita contasse solo quello. Ecco, era pure sua madre il motivo per cui lei non aveva una vita sociale.
«Facciamo anche del dieci.» aveva detto ironicamente e lì era partita la clamorosa discussione.
«Non ti prendere gioco di me, Rebecca. Non parlarmi con quel tono. Lo sai che la scuola è importante.»
«Nessuno guarda il voto della maturità. Quello che conta sarà la mia laurea in medicina.»
E sua madre aveva cambiato espressione di colpo. Da arrabbiata a stupita a completamente delusa nel giro di pochi secondi. «Vorrai dire in giurisprudenza.»
Ed ecco che le lacrime avevano bussato negli occhi di Rebecca. «Io non voglio essere come te, mamma! È il mio ultimo anno a scuola e so che sarà difficile! Ma tu... tu stai solo rovinando la mia vita ulteriormente. Non lo capisci!» era esplosa alla fine. Non ne poteva più.
E la donna più grande non era riuscita a dire nulla. La guardava e basta e Rebecca era uscita dalla cucina, per andarsi a chiudere in camera. Aveva sbattuto la porta con troppa violenza ed era scoppiata a piangere, dopo essersi seduta per terra con la schiena contro il legno del letto.
Non voleva che la sua vita continuasse in quel modo. Voleva una svolta. Che qualcosa migliorasse. Una nuova vita.
Non voleva dire quelle cose a sua madre, ma lei peggiorava il tutto da anni. Era ovvio che lei e suo padre si fossero separati. Quella donna non era fatta per avere una famiglia, nonostante dicesse sempre di fare tutto per Rebecca, affinché potesse avere un futuro sicuro e una vita decente.
Ma quale madre costringe i propri figli a stare chiusi in casa a studiare e basta? A fare qualcosa che non li soddisfa? Quale genitore dice loro che sarebbe stato più che giusto abbandonare la propria passione, il ciclismo nel suo caso, se non fossero arrivati ai risultati che importavano davvero?
Per Rebecca il ciclismo era l'unica cosa sensata della sua vita.
Grazie, Rebs. 
E lo era anche Niall. Forse sì o forse no. Niall era la cosa più insensata della sua vita, a dirla tutta.
Le sue lacrime stavano bagnando perfino lo schermo del cellulare, quando Niall aveva mandato il secondo messaggio.
Verrai ad uno di questi concerti? Ti vedrò sotto al palco?
Tu hai messo una tappa in Italia?
Non voleva essere cattiva, ma non avrebbe sopportato che anche Niall le peggiorasse la situazione.
No...
Allora ti sei risposto da solo.
Scusa, piccola. Farò in modo di mettere più tappe italiane nel tour principale.
Piccola. Niall Horan l'aveva appena chiamata piccola e lei continuava a piangere come una fontana. Non sapeva neanche più per quale motivo lo stesse facendo.
Rebecca si raggomitolò per terra e chiuse un attimo gli occhi. Attimo che durò circa quattro ore visto che una volta che aveva riaperto gli occhi, il suo telefono segnava le tre e mezza di notte.
Credeva che il pavimento della sua camera fosse più comodo. Il giorno dopo avrebbe avuto un mal di schiena incredibile. Come se non bastasse, oltre a quello che aveva di solito alle spalle e al sedere per il sellino della bicicletta.
Un'altra cosa che le indicava il suo telefono erano due messaggi su Instagram.
Rebs, dove sei finita? Non si fa aspettare così tanto un vip.
E poi ancora: Mi hai abbandonato?! Heeeey. Con tanto di faccina triste.
Non riusciva neanche a sorridere per quelle due frasi. Il suo umore faceva proprio schifo.
Non credo che riuscirò mai a venire ad un tuo concerto, Niall. Mi dispiace se ti ho fatto aspettare.
Non dovette neanche attendere un minuto per avere una risposta.
Sempre così negativa, Rebs?
Già.
Hey... tutto bene?
La ragazza sospirò. No, niente andava bene.
Niall, dove sei? Ti ho svegliato?
Tra due giorni il primo concerto è a Dublino, quindi sono a Mullingar, a casa nel mio letto troppo piccolo. No, tranquilla. Stavo in giro con degli amici e sono tornato da poco.
Quindi prima aveva messaggiato con lei anche se non stava a casa? Rebecca non riusciva neanche a crederci. Era ridicolo.
Capisco.
Rebs, che succede?
Non succede niente.
Non me la bevo, andiamo. Dimmi che cos'hai.
Perché doveva piangere sempre? Perché aveva quella vita di merda? E che diavolo voleva da lei Niall Horan?
Dimmi che cosa vuoi.
Che significa?
Che cosa vuoi da me, Niall? Non mi conosci neanche.
E se volessi farlo?
Fare cosa?
Tutta quella situazione era esasperante. Lei avrebbe solo dovuto dormire a quell'ora.
Conoscerti.
Non ha senso.
Perché non ne avrebbe?
PERCHÉ TU SEI NIALL HORAN E IO SOLO UNA STUPIDA RAGAZZA ITALIANA. CHE SENSO HA? HAI UN SACCO DI AMICI CON CUI PUOI PARLARE USCIRE E ANCHE SCOPARE.
Ti calmi?
NO CAZZO.
Mi dai una possibilità?
Rebecca si mise a ridere tra tutte quelle lacrime.
Perché? Che problemi hai?
Io credo che tu ne abbia più di me.
Grazie. Allora lasciami in pace.
Era strano. Stava litigando con Niall Horan. Stava allontanando Niall Horan da sé dopo anni passati a volerlo vicino. Era proprio una stupida.
Non voglio.
Non vuole. Niall Horan non voleva lasciarla in pace.
Rebs.
Non voleva più rispondergli.
Rebecca.
Se lo avesse ignorato, si sarebbe dimenticato di lei.
Rebs, stai piangendo, vero?
No.
Invece sì, lo stava facendo eccome. 
Chiamami. Anzi no, ti chiamo io. Dammi il tuo numero.
Cosa? No!
Ma era impazzito? Sì, completamente. Niall voleva il suo numero e voleva chiamarla al telefono. Alle quattro di notte. No, lui non stava affatto bene.
Hai paura di darmi il tuo numero?
Io dovrei dormire. È tardissimo qui da me.
Oh sì, hai ragione. Anche da me...
Buonanotte, Niall.
E poi lanciò via il cellulare senza neanche aspettare una risposta, perdendosi le parole di Niall: Notte, piccola. Questo è il mio numero 77***8*2*8. Usalo per cercarmi su WhatsApp quando vuoi. Ah, e spero che tu non lo dia in giro... beh, sono sicuro che non lo farai, visto che non hai neanche detto nulla su tutto questo... su di noi. Mi fido di te.
E sinceramente, quando Rebecca lo aveva visto il giorno dopo, non solo aveva perso un paio di battiti, ma al contempo, con quel maledetto numero non sapeva proprio che farci.

Ride Together ●niallhoran●Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora