Indossava una giacca nera e una cravatta della stessa tonalità, il tutto abbinato ai pantaloni e alle scarpe. I capelli scuri erano leggermente scompigliati e portati all'indietro. Tra tutto quel nero, gli occhi color nocciola sembravano quasi dorati.

Davide si alzò in piedi. Lanciò un rapido sguardo ad Elena, cercando di non farsi notare troppo.

Il vestito rosso da lei indossato sembrò essere gradito.

-Sei bellissima-, disse lui infatti, sorridendole. Sembrava impaziente di dare inizio all'appuntamento, e appariva anche un po' nervoso.

-Grazie-, rispose Elena rossa in viso.
-Anche tu stai molto bene-, aggiunse poi.

I due si sedettero e ordinarono da mangiare.

Parlarono del più e del meno, per poi sfociare in domande più personali.

-Parlami un po' di te. Lavori o studi?-, chiese Davide.

-Studio, devo frequentare l'ultimo anno di università. Ho scelto lettere classiche-.

-Caspita! Impegnativo, vero? Sono sicuro che tu sia molto brava-.

-Si, si studia molto, ma l'importante è mettere tutto l'impegno che si possiede. Tu, invece? Lavori da tanto?-.

-No, a dire il vero ho iniziato qualche mese fa. Ho abbandonato gli studi, e il posto disponibile in quel nuovo bar è capitato nel momento giusto-.

-Ti trovi bene?-

-Si, decisamente -.

-I tuoi genitori ti hanno appoggiato in questa scelta? Sai, lo chiedo perché i miei probabilmente mi avrebbero cacciata di casa. Cioè, mio padre... Si, insomma, i miei-, disse Elena non sapendo esattamente come continuare. La sua situazione familiare era alquanto complessa in quel momento.

-Ehm, si...cioè...-

Davide fu interrotto dal cameriere che servì le pietanze. Avevano un aspetto magnifico ed un odore inebriante.

Elena si dimenticò di quella domanda e i due continuarono a parlare d'altro.

-Da quel che ricordo, sei una lettrice-, chiese Davide, probabilmente ricordando che Elena si mostrò interessata alla libreria del bar.

-Si, esatto. Adoro leggere-.

-Anche a me piace molto-.

-Hai un autore che ti affascina particolarmente?-

-Mh...no, a dire il vero. Però amo i grandi classici. Quelli non invecchiano mai-, rispose con un sorriso smagliante.

Elena si distrasse per un attimo. Era davvero un bel ragazzo.

-Eh? Si, si... È vero-, aggiunse, rendendosi conto di essere rimasta incantata.

Davide soffocò una risatina.

I due ragazzi continuarono piacevolmente la cena. Quando uscirono dal locale, Davide si offrì di accompagnare Elena a casa.

-Non ti preoccupare-, rispose lei.
-Sono venuta con la mia auto e non posso lasciarla qui-.

-Va bene, signorina. Allora permettimi di accompagnarti fino alla macchina-.

Davide si incamminò al fianco di Elena, che si sentiva molto nervosa. L'appuntamento era andato alla grande, il che era positivo. L'avrebbe baciata? Non lo sapeva, ma avrebbe voluto. Per tutto il tragitto non pensò ad altro.

-Eccola, è questa-, disse Elena indicando una piccola auto bianca e voltandosi di fronte al ragazzo.

Lui le sorrise.

-Beh, allora...-

Si avvicinò lentamente. Elena sentì il cuore uscirle dal petto.

Davide rimase con il volto vicino a quello di Elena per qualche secondo, così vicino che i due nasi si toccarono. Subito dopo, poggiò dolcemente le sue labbra su quelle della ragazza, che ricambiò il bacio.

-...buonanotte-, continuò la frase, allontanandosi.

Elena era così stordita da non poter proferire parola. Si limitò a guardarlo spaesata, poi entrò in macchina.

Lui la guardò andare via, poi si allontanò in cerca della sua auto.

Era andata davvero bene, pensò lei. Il migliore appuntamento dopo tanto, tanto tempo. Lui era così... perfetto. Era simpatico, un po' sfacciato ma non invadente, scherzoso, intelligente e davvero, davvero carino. Insomma, Elena aveva decisamente preso una bella cotta per lui.

La cosa più importante per lei fu che durante tutto il tempo trascorso con lui, si era sentita al sicuro. Non aveva pensato allo sconosciuto neanche per un secondo.

Tirò un sospiro. Era felice.

La vibrazione del cellulare le consegnò un messaggio.

Elena approfittò del semaforo rosso per sbirciare. Era Laura, che voleva i dettagli.

Decise di fermarsi a casa dell'amica per una mezz'oretta. Le raccontò tutto: di come lui fosse bello, di come fosse stato gentile e, ovviamente, del bacio. Laura si mostrò entusiasta. Era felice di vedere Elena di buon umore durante quel periodo stressante.

Elena si congedò poco dopo e tornò in auto, diretta a casa.

Quando salì con l'ascensore, vide il suo volto riflesso nello specchio. I capelli castani le incorniciavano il viso ovale, sul quale si faceva strada un largo sorriso. Sembrava che la sua faccia fosse rimasta bloccata. Quell'appuntamento l'aveva messa davvero di buon umore!

Quando raggiunse il suo pianerottolo, trovò una lettera sul tappetino di fronte all'ingresso.

-Oh, no-, disse.

Titubante, si chinò a raccoglierla e la osservò entrando in casa.

"Per Elena"

La grafia, suo malgrado, le era ormai familiare.

Ciao a tutti!
Grazie davvero di cuore a chi sta proseguendo nella lettura di questa storia! Ho deciso che pubblicherò, più o meno, una volta a settimana.

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