Era così imbarazzato per il modo in cui il suo corpo stava reagendo alle "gentili" attenzioni che il vampiro molesto gli stava dedicando. Il suo corpo non rispondeva più ai suoi comandi, era come se possedesse una propria autonomia, del tutto scollegata dal suo cervello che gli urlava di combattere e impedire che quel vampiro facesse i comodi propri.

Non voleva provare quelle strane emozioni, non poteva provarle.

Investito da queste sensazioni contrastanti, chiuse gli occhi stravolto e si preparò psicologicamente al dolore che presto sarebbe arrivato. Sentì i canini sempre più vicini al suo esile collo e trattenne un lamento di disperazione, che violento tentava di fuoriuscire dalle sue labbra.

Aspettò minuti, ma l'unica cosa che sentì fu una risata mal trattenuta.

Piano piano aprì gli occhi e vide come Jungkook stava cercando di contenersi.

< Avresti dovuto vedere quanto brutta era la tua faccia terrorizzata >

< Cosa? >

< Davvero pensavi che ti avrei morso? Bevendo il tuo sangue, non vorrei mai essere contagiato dalla tua stupidità >

Si alzò da Taehyung e uscì dalla stanza come se niente fosse accaduto in quella stanza.

In realtà, l'unico motivo per cui si era fermato, era perché non era sicuro di avere abbastanza autocontrollo da potersi bloccare in tempo e non prosciugarlo fino all'ultima goccia di sangue, ma questo Taehyung mica lo doveva sapere.

L'umano invece, era così sconvolto che non seppe formulare dei pensieri di senso compiuto per qualche minuto.
Le sensazioni che aveva provato al tocco di quell'essere, le sentiva ancora addosso, come quando guarisci da una malattia dopo lungo tempo, ma ti rimangono ancora i postumi di quel morbo infernale.

Sì, perché Jeon jungkook era come una malattia, un parassita che lentamente si stava insinuando subdolamente nelle sue viscere e lo stava intrappolando sempre di più nella sua seducente rete.

Velocemente cercò di riprendersi dal suo stato di torpore e si rese conto di essere stato preso in giro per l'ennesima volta da quello stronzo e di nuovo lo maledì per come si era comportato.

< Deve davvero morire, di una morte lenta e dolorosa, preferibilmente con tanta e sottolineo tanta sofferenza > pensò lui, prima di addormentarsi.


Quando riaprì gli occhi, l'orologio appeso alla parete segnava le cinque di mattino.

Era davvero un orario improponibile per alzarsi, ma non sapendo dove si trovasse né quanto tempo ci avrebbe messo per raggiungere la scuola, decise di svegliarsi.

La sera prima, aveva indossato un semplice pantalone della tuta con una maglietta a maniche corte bianca larga, che di solito usava come pigiama.

All'improvviso gli tornarono in mente gli avvenimenti della notte precedente, per colpa di quell' idiota di Jungkook non aveva riflettuto poi molto sull'incubo che aveva fatto, ma adesso che ci pensava si rese conto che era tutto troppo strano per essere solo un semplice sogno.

"Quella Kumiho era davvero spaventosa e poi di nuovo la parola Mudang.... Non so neanche cosa significa tutto ciò. La mia testa deve giocarmi cattivi scherzi, non conosco neanche le parole che sto sognando" pensò Taehyung, mentre scendeva da quel grosso letto a baldacchino.

In quel momento si rese conto di una cosa.

Doveva andare in bagno e subito.

Ieri era così impaurito che non aveva neanche chiesto dove fosse, si era rinchiuso nella stanza e si era addormentato.

KANGSHINMU  강신무Where stories live. Discover now