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Passarono i giorni.
La ragazza non voleva uscire dalla sua camera per nulla al mondo, era rimasta digiuna è chiusa lì senza mai uscire.
Non che Nightmare le avesse mai bussato.
O almeno, spesso si pentiva, a volte il suo lato umile lo spingeva ad andare davanti la sua camera e a bussare, ma si fermava prima che ciò accadesse.
Perché il lui, tornava la sua parte orgogliosa.
La ragazza sapeva di avere sbagliato, ma stava male, non riusciva a fare più nulla.
La sua collana era sempre nera, non tornava mai del suo vecchio colore (c/a) acceso.
Ciò la faceva deprimere, non si alzava dal letto ed era sempre più debole.
Non si decideva.
Ma soprattutto, la cosa che la faceva stare peggio, era che Nightmare non aveva fatto nulla per rimediare.
Si era messa in testa di avere sbagliato enormemente, di aver fatto un casino.
Forse lui non la voleva più lì dentro.
Ma quel giorno qualcosa cambiò.
Per pura fortuna, possiamo dire.
O forse no...
La ragazza si era decisa ad andare lei stessa dal mostro a chiedere scusa, non sopportava quella lontananza.
Perché, nonostante tutto, lei ci teneva.
Teneva a lui, sentiva un forte legame che li legava.
Lei sentiva di volergli bene.
Si cambiò i vestiti lentamente, e si avviò verso la porta.
Ma ormai stanca e senza forze, ebbe un malore e svenne, cadendo a terra, producendo un forte suono che rimbombò.
Nightmare, anch'esso quel giorno, non ce la faceva più.
Aveva bisogno di vederla, di sapere se stava bene.
Le mancava, e si malediva per averla trattata così male.
Era davanti la sua porta, e senza più ripensamenti, aprì di scatto.
Quando la trovò accasciata a terra, gli prese un colpo, e sentì una morsa allo stomaco.
Si precipitò subito verso di lei e si mise in ginocchio.
La scostò e la mise a pancia in su.
Che idiota che era stato, che idiota!
Che incompetente, che disgraziato, che incosciente, tutto questo solo per orgoglio!
Mise due dita sul suo collo: il cuore batteva ancora, ma era molto lento e debole.
Doveva fare qualcosa al più presto.
Nel panico la prima cosa a cui pensò fu uscire, ma non poteva, sarebbe bruciato, e qualcuno lo avrebbe visto.
Ma non aveva niente, nessuno medicinale, non sapeva come comportarsi.

«Al diavolo! Se non esco, morirà!» esclamò parlando con se stesso.

La prese in braccio e corse fuori.
Correva velocemente, ma i raggi solari sembravano grossi aghi che lo pemetravano in profondità.
Stava praticamente friggendo.
Ma strinse i denti e tenne duro.
Lo avrebbe fatto per lei, perché la amava, e ormai ne era sicuro.

-Monster- [Nightmare x Reader]Where stories live. Discover now