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Sulla faccia della giovane c'era una smorfia di dolore.
Si alzò lentamente da terra, dopo la botta era caduta all'indietro.
Si massaggiò la testa, e aprì un occhio, tenendo l'altro strizzato.
Poi li aprì entrambi e si trovò davanti la porta del giorno prima, la quale le era stato vietato aprire o entrare dentro.
La giovane si guardò intorno, e silenziosamente abbassò la maniglia, e spinse.
La porta si aprì, rivelandole una stanza buia, come tutte le altre del resto, non si stupiva.
Sebbene fosse completamente al buio, si poteva vedere un disordine immenso, libri e oggetti vari, anche rotti, giacevano a terra, e sembrava anche che fossero lì da tempo.
Dopo quel macello c'era una scrivania, non più ordinata del pavimento.
Anche essa aveva fogli sparsi, accartocciato, documenti e cartelle.
Entrò e si chiuse la porta alle spalle silenziosamente.
Fece qualche passo, e prestò attenzione a non schiacciare le cose a terra, lasciandole immobili e intatte, come se non fosse mai passata.
Arrivò finalmente al tavolo.
Lo guardò, era pieno di polvere e ragnatele, e non si capiva bene cosa ci fosse sotto essi.
Solo, qualche spartito, che prese in mano ed osservò con attenzione.
Canzoni per un pianoforte, ne aveva uno lì?
Alla ragazza era sempre piaciuto suonare quello strumento, lo trovava bellissimo, completo e armonioso.
Ma un qualcosa attirò la sua attenzione.
Un grande libro con la copertina di pelle marrone, che spiccava rispetto alle altre cose.
Lo raccolse lentamente e soffiò per far andare via la polvere.
Lo aprì e trovò con sua sorpresa dei disegni.
Alcuni erano schizzi, altri un po' meglio realizzati, nessuno aveva colori.
Non erano tantissimi, ma tutti quei disegni raffiguravano solo una cosa.
Erano tutte giovani, ragazze come lei, forse alcuni un po' più grandi o un po' più piccole, ma sebbene il soggetto cambiasse di volta in volta, di disegno in disegno, erano tutte ragazze.
(T/n) si incuriosì del fatto, e osservò tutti i disegni.
Erano completi nei minimi dettagli, ma sebbene ciò, erano solo a matita, nessun colore.
Erano tutte molto belle ed armoniose, e sorridevano.
Era la fantasia di Nightmare, o quelle ragazze erano davvero state lì?
Si erano fatte fare loro il ritratto?
Che fine avevano fatto?
Qualcosa la interruppe.
La porta si spalancò, e la ragazza balzò sul posto colta di sorpresa.

«Cosa ci fai qua? Ti avevo detto che non dovevi entrare!» urlò spazientito il mostro.

La ragazza cercò di spiccicare due parole per difendersi, ma non sapeva che dire.

«Esci subito. ADESSO!» sbraitò e (t/n) fece cadere il libro a terra, per poi scappare ancora, correre via di nuovo, in lacrime.

Si chiuse nella sua stanza a chiave e si mise a piangere e a singhiozzare sul letto.
Perché era così testarda? Perché lo aveva fatto?
Era colpa sua, gli aveva mollato un ceffone ed era entrata senza il suo permesso in quella camera proibita a spiare le sue cose personali.
Uscì la testa dal cuscino, ormai bagnato delle sue lacrime, e guardò il carillon.
Lo prese, lo fece funzionare, e lo strinse al cuore.
Poi, la sua collana sembrò scurirsi improvvisamente, e come per magia, divenne completamente nera.
La ragazza la guardò stranita e sorpresa allo stesso tempo.
Mollò il carillon e prese la collana osservandone il ciondolo con occhi sgranati.
Com'era possibile?
Ci strusciò il pollice, quasi a pensare che si fosse sporcata, ma nulla accadde.

-Monster- [Nightmare x Reader]Where stories live. Discover now