Capitolo 22

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In quel momento ero consapevole di quanto fosse sbagliato quello che stavamo facendo, eppure decisi che non mi importava. Avevo passato un mese ad impormi di odiarlo e non ci ero riuscita. Non riuscivo mai ad allontanarmi completamente da lui, era come se ne avessi continuamente bisogno. Quasi come se fosse una droga, una dipendenza, forse un vizio. «Io ho bisogno di te.» disse poi allontanandosi da me e guardandomi negli occhi. «Anch'io.» ammisi. Si fermò un attimo a pensare. «Andiamo via insieme.» disse poi entusiasto. «Mi stai proponendo di scappare?» chiesi confusa. Lui annuì. «Non possiamo lasciare Martina e Alessandro in questo modo.» risposi indicando il locale. «Oh ma dai, che te ne frega! Vuoi farmi credere che sei venuta qui con lui stasera perché realmente stavate insieme?» riecco il Gonzalo arrogante. «Io sono venuto con Martina perché sapevo che saresti impazzita di gelosia.» continuò sincero. «Quindi di lei non ti interessa?» chiesi per avere conferma. «Non mi è mai successo ma, credimi, è da cinque mesi che nella mia testa c'è posto per una sola persona. E quella persona ce l'ho proprio ora davanti a me.» rispose sicuro. Mi avvicinai a lui e lo baciai intensamente. «Va bene.» dissi poi staccandomi. «Cosa?» chiese guardandomi negli occhi. «Andiamo via insieme. Il più lontano possibile. Solo io e te.» dissi sicura. Volevo farlo. Non potevo permettermi di perderlo una seconda volta. Gonzalo sorrise e mi strinse forte. Poi rientrò dentro a recuperare i cappotti e la mia borsa. Quando arrivò di nuovo fuori prese il telefono e compose un numero, lo mise a l'orecchio e poi prima di salire in auto mi guardò. «Parigi ti piace?» chiese. «Vuoi andare a Parigi? Tu sei pazzo.» risposi sorridendo. Lui mi fece segno di fare silenzio e poi mise il viva voce. «Amico scusa l'orario, mi servono due biglietti aerei per Parigi e una matrimoniale in un hotel in centro.» disse Gonzalo diretto. «Aspetta un attimo.» disse lui dall'altra parte del telefono. Dopo qualche secondo riprese a parlare. «Il primo volo disponibile è domani mattina alle nove, per l'hotel decido io quale?» ci informò. «Si sì. Ti mando i dati tramite email appena arrivo a casa.» rispose Gonzalo. «Va bene, ciao Gonzalo.» lo congedò. Gonzalo si voltò a guardarmi, prese la mia mano e la baciò. «Te l'ho sempre detto, non devi sottovalutarmi.» disse fiero. «Gne gne gne, solito arrogante.» risposi prendendolo in giro. Riprese il suo telefono e fece finta di chiamare. «Senti quei due biglietti...» lo bloccai facendolo girare e dandogli un bacio. «Da quando prendi certe iniziative tu?» chiesi poi poggiandomi al finestrino, quanto era bello mentre guidava. «Da quando ho capito che senza di te non riesco a starci.» disse serio. Sorrisi. Mi avvicinai a lui e gli baciai la tempia. «Non dovrai mai più fare a meno di me.» sussurrai. Lui fermò la macchina e premette il bottone che faceva aprire il cancello di casa sua. La parcheggiò e poi scendemmo entrambi. "Bentornata a casa." pensai guardandola. Gonzalo non mi diede nemmeno il tempo di realizzare che mi abbracciò da dietro ed iniziò a baciarmi sul collo e sulla schiena scoperta. «Sapevi che questo vestito mi avrebbe fatto impazzire, vero?» chiese quasi ansimando. Sorrisi. «Ti conosco troppo bene, mio caro Pipita.» mi limitai a rispondere. Sentii il suo sorriso sul mio collo. Mi girai ed iniziai a baciarlo. Lui mi alzò e mi portò dentro, fino alla sua stanza. Lì ci abbandonammo ad una notte di piacere e d'amore in cui entrambi sembravano non averne mai abbastanza. L'indomani ci svegliammo prestissimo e Gonzalo preparò la sua valigia buttandoci dentro giusto due cose. Poi mi accompagnò a casa mia dove, a differenza sua, iniziai a scervellarmi per farla. «Oh ma che te ne frega, tanto i vestiti non ti serviranno più di tanto.» esclamò Gonzalo malizioso, mentre mi osservava fare la valigia. «Ma non fare il cretino.» risposi lanciandogli un pantaloncino. Lui lo prese e lo guardò. «Ma questo è il mio pantaloncino.» disse guardando il numero 9 che c'era sopra. «Idiota è il mio, abbiamo lo stesso numero.» gli spiegai ridendo. Lui mi guardò confuso e poi scoppiò a ridere. In quel momento la porta della mia camera si spalancò e ad entrare fu mio fratello, ancora pieno di sonno. «Gonzalo?» chiese guardandolo. Lui sapeva tutto ciò che era successo, sapeva anche che avevo ricominciato a frequentarmi con Alessandro e per questo era molto arrabbiato con me. «Tutto okay?» chiese dandogli la mano. Mio fratello annuì. «Sono confuso ma preferisco non sapere.» disse sorridendo, poi uscì dalla camera lasciandoci nuovamente soli. Finii la mia valigia il più velocemente possibile e alle otto ci ritrovammo già all'aeroporto. Facemmo tutte le operazioni di check-in e salimmo nell'aereo. Quasi non riuscivo a credere a quello che stavamo facendo. Un po' mi sentivo in colpa, per tutta la notte avevo evitato i messaggi e le chiamate di Alessandro che avevo abbandonato senza nemmeno una spiegazione. Mi accoccolai a Gonzalo che mi abbracciò e mi strinse forte. «Cos'hai?» chiese poi guardandomi. L'aereo era ormai decollato. «Mi sto chiedendo solamente se stiamo facendo la cosa giusta.» dissi indecisa. Lui sorrise. «Io ti posso solo dire perché secondo me sto facendo la cosa giusta. Perché è esattamente qui che vorrei essere, con te. Non con Martina e ne con nessun'altra, solo con te.» disse sicuro. In quel momento tutti i miei dubbi svanirono lasciando spazio ai sentimenti che provavo verso di lui. In quel momento ne ero convinta: stavo facendo la cosa giusta. In due ore arrivammo a Parigi e all'aeroporto trovammo un autista già pronto ad aspettarci. Recuperammo le nostre valige e la macchina ci portò dritti all'hotel. Salimmo nella nostra camera che era una suite immensa. La prima cosa che feci fu andare sul balcone che dava sulla torre Eiffel. La vista era stupenda, estremamente romantica. Mi poggiai alla ringhiera e sorrisi. «Ti piace?» chiese Gonzalo abbracciandomi da dietro. Annuii sorridendo. Sorrise anche lui. «Amo vederti così.» aggiunse poi. «Così come?» chiesi. «Così felice.» rispose guardandomi. «Così mia.» sussurrò baciandomi. In quel momento sentimmo il telefono di Gonzalo squillare. Lui entrò dentro a prenderlo e poi uscì di nuovo fuori. Sullo schermo uscì scritto "Paulo". Rispose. «Gonza, ma che fine hai fatto?» chiese Paulo. «Eh sapessi.» disse Gonzalo vago. «Ieri sera Martina era nera, ti ha cercato ovunque. E stranamente ha fatto la stessa cosa Alessandro, il nuovo ragazzo di Alice.» spiegò Paulo. «Tranquillo amico, non sono più un problema nostro.» disse Gonzalo sicuro. «Siete andati via insieme?» chiese Paulo malizioso. «Si, ora siamo a Parigi.» rispose sincero Gonzalo. «Parigi? Tu sei pazzo!» esclamò Paulo ridendo. Poi Gonzalo lo salutò e chiuse la telefonata. Io lo guardai. «Scusa, ma dovevo dirglielo.» disse verso di me. Poggiò il telefono sul tavolino e si riavvicinò a me abbracciandomi. «Va bene.» esclamai dal nulla. «Cosa?» chiese Gonzalo confuso. «Voglio viverti, non una volta ogni tanto, non di nascosto. Al diavolo quello che dicono gli altri.» gli spiegai sorridendo. Lui mi baciò. «Così ti voglio.» esclamò poi sorridendomi. E che sorriso.

Pupe ecco un nuovo capitolo, fatemi sapere cosa ne pensate eeeh❣️

Il mio vizio. || Gonzalo HiguainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora