Capitolo 19

1.1K 46 2
                                    

Nella mia vita mi era capitato solo due volte di affezionarmi realmente ad una persona che non facesse parte della mia famiglia. Una era scappata da me davanti al primo problema. L'altra stavo per perderla. Sapevo sin dall'inizio quanto sarebbe stato difficile, eppure, acconsentii al suo consiglio di rischiare. Perché si, il gioco valeva la candela. Però si sa, ogni rischio ha le sue conseguenze, ecco le mie. Ero di fronte ad una scelta quasi cruciale, però ero consapevole del fatto che non potevo buttare al vento tutto il duro lavoro fatto sin da piccola. Passai il resto della giornata a cercare una soluzione in modo da evitare quella brutta scelta. Non ne trovai nemmeno una. Ero sempre stata una ragazza dal carattere forte, non riuscivo proprio a capire perché avessi permesso a Martina di mettermi i piedi in testa così. Però purtroppo ero davanti ad un vero e proprio ricatto, non potevo far nulla, altrimenti avrei solo peggiorato la situazione. "Devo parlarti!» fu quello che scrissi a Gonzalo appena rientrata dagli spogliatoi. Lasciai il telefono nella borsa ed andai dritta sotto la doccia. Solo all'idea che avrei dovuto dire a Gonzalo che la nostra storia finiva lì sentivo lo stomaco stringersi. Le lacrime si fecero un tutt'uno con l'acqua che mi scorreva addosso. Mi feci forza ed uscii dalla doccia, pronta per affrontare Gonzalo. Mi cambiai e lo raggiunsi fuori. «Ehi scarsa, cosa dovevi dirmi?» esordì abbracciandomi, provò a baciarmi però glielo impedii e l'unica cosa che trovò fu la mia guancia. «Che succede?» chiese di nuovo, questa volta con un tono molto più cupo. «Saliamo in auto.» risposi. Non mi sembrava il caso di parlarne lì davanti a tutti. «Ti chiedo scusa e lo farò sempre, credimi. Però per me la nostra storia non può andare avanti. Io non ce la faccio, non così. Continuamente a nasconderci, come se fossimo due adolescenti.» dissi tutto d'un fiato, non riuscivo nemmeno a guardarlo negli occhi. Seguì qualche secondo di silenzio, a me però sembrò un'eternità. «È successo qualcosa con Martina?» chiese poi. «No, lei non c'entra nulla.» risposi ferma. Gonzalo rimase in silenzio, poi scosse la testa facendo un sorriso amaro e si girò a guardare fuori. «Guardami.» dissi poi prendendo il suo viso tra le mie mani, lo guardai dritto negli occhi. «Credimi, quando ci siamo rivisti dopo la nostra prima notte insieme, ho provato ad odiarti in tutti i modi. Non ti sopportavo, avrei voluto ucciderti.» dissi  sorridendo per via dei ricordi, una lacrima rigò sia il mio volto che il suo. Sorrise. «Poi però mi sono arresa al tuo amore. Perché riuscivi a tenermi testa come nessuno aveva mai fatto, nonostante ti conoscessi da così poco tempo. Ed è lì che ho capito che tra odio e amore c'è solo una linea sottilissima, che alla fine mentire a me stessa non aveva senso. Però ora non posso Gonzalo, non così.» continuai. Lui mi guardò perso. «Io non te l'ho mai detto Ali, un po' perché mi sembrava troppo presto, un po' perché volevo essere sicuro dei miei sentimenti, ma io ti amo. Anche se mi fai impazzire, anche se con quel tuo carattere di merda a volte ti ammazzerei.» disse piangendo. Lui fu il primo ragazzo che vidi piangere. Fu un duro colpo, mi sentivo terribilmente. In quel momento seguii solo il mio istinto e lo baciai. Chiusi gli occhi e appoggiai la mia fronte sulla sua. «Spero che un giorno riuscirai a perdonarmi, a non portare rancore nei miei confronti.» sussurrai riaprendoli, con la voce rotta dal pianto. «Per piacere non cercarmi, sarà molto meglio per entrambi.» continuai. Lo guardai un'ultima volta e poi scesi dalla sua auto e corsi verso la mia. Inutile descrivere il mio stato d'animo in quel momento, credo che possiate immaginarlo. Poggiai la testa sullo sterzo e mi persi nelle mie lacrime. Non riuscivo a credere a ciò che avevo appena fatto, mi rifiutavo di farlo. Presi le ultime forze che mi erano rimaste e le usai per tornare a casa. Lì sprofondai nel mio letto, non mangiai neanche. Sentivo però di aver bisogno di qualcuno al mio fianco. Presi il telefono e chiamai Daniele. «Amica mia.» esclamò Daniele. «Dani, ho bisogno di te.» riuscii a dire tra le lacrime. Non passarono nemmeno dieci minuti che Daniele era già a casa mia. Gli raccontai tutto, dalla A alla Z, compreso il mio ultimo confronto con Gonzalo. Mi guardò molto perplesso, nemmeno lui riusciva a crederci. «Hai capito Martina... pensi che ora lei proverà ad avvicinarsi a Gonzalo?» chiese. «Non lo penso, ne sono sicura. Lei non vedeva l'ora, è arrivato il suo grande momento.» risposi nervosa, solo l'idea di loro due insieme mi dava un fastidio assurdo. «Eri di fronte ad una scelta difficile Ali ed hai preso quella giusta per il momento. Poi oh, se è destino tornerete insieme.» disse abbracciandomi. «E chi ci crede più nel destino, mi ha sempre e solo incasinato.» dissi, ero arrivata al limite. Quella sera Daniele rimase lì con me a sopportare tutti i miei dolori. Riuscii a chiudere occhio solo per pochissime ore, l'indomani mi svegliai al fianco di Daniele che era rimasto lì proprio fino alla fine. «Dani sveglia, abbiamo allenamento.» sussurrai muovendolo un po'. Lui aprì gli occhi di scatto e si mise seduto. «Dio mi sono addormentato.» si lamentò strofinandosi gli occhi. Presi la mia roba e andammo a Vinovo con la mia auto. Arrivati lì ci avviammo verso la sala pranzo per fare colazione. Non avevo fame ma dovevo mangiare qualcosa se non volevo rischiare di svenire. Quando arrivai lì però la prima persona che mi ritrovai davanti fu proprio Gonzalo. Lui alzò lo sguardo e mi guardò dritto negli occhi, poi voltò la faccia e andò a sedersi. Il mio stomaco si stringeva sempre di più. Riposai il piatto sul tavolo e andai nello spogliatoio. Al diavolo la colazione, preferivo svenire. Presto però mi pentii anche di quella scelta, poiché lo spogliatoio era deserto e dentro c'era una sola persona: Martina. Stava indossando la tuta, io andai là mio posto iniziando a prendere la roba nell'armadietto. «Ho visto che hai fatto quello che ti ho detto.» esordì voltandosi verso di me. «Immagino che tu ti sia già data da fare.» risposi a tono. Lei sorrise. «Hai fatto bene, non te ne pentirai.» disse poi avvicinandosi a me. Le andai proprio faccia a faccia. «Tu invece te ne pentirai molto presto.» dissi più nera che mai.

Splendori ecco un nuovo capitolo, scusate ma ieri proprio non ce l'ho fatta! Fatemi sapere se vi piace 😘

Il mio vizio. || Gonzalo HiguainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora