Capitolo 11

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Se Gonzalo aveva bisogno di me non mi sarei certo tirata indietro, serpevo benissimo come poteva essere difficile ritrovarsi in una squadra dove si aspettano tanto e hai da dimostrare. Lui rimase fermo a guardarmi, gli sorrisi e mi allontanai. Mi avviai verso l'uscita del Center dove dovevo aspettare mio fratello che da lì a poco sarebbe passato a prendermi. Oltrepassai il cancello del Center e mi sedetti ad un muretto lì vicino. Misi le cuffiette dicendo addio a ciò che mi circondava. La musica a tutto volume mi impediva di sentire ciò che accadeva intorno a me, tuttavia quando alzai la testa vidi un grande Mercedes nero fermo proprio davanti a me e di certo non era quello di mio fratello. Lo avrei riconosciuto tra mille, quando abbassò il finestrino ebbi solo la conferma. «Rimasta a piedi?» disse Alessandro guardandomi e ridendo sotto i baffi. «Ti avevo esplicitamente chiesto di non rivolgermi la parola.» dissi acida. Lui era uno dei tanti motivi per cui nell'amore avevo smesso di crederci. Era una di quelle poche persone con cui avevo deciso di rischiare rimanendoci letteralmente fregata. Una di quelle persone che nella mia vita aveva avuto un ruolo importante che mi ha reso quella che sono ora. «Dai piccola, non fare così.» disse scendendo dalla macchina. Si avvicinò a me, io mi alzai di scatto. «Vai via.» dissi ferma e abbastanza arrabbiata. «Sta per arrivare mio fratello, non so quanto ti conviene rimanere qui.» dissi cercando di calmarmi. Odiavo averlo intorno, era fastidioso. D'un tratto però ad interromperci fu una persona che, a mio stupore, non era mio fratello. «Cosa succede qui?» chiese Gonzalo uscendo dal Center e venendo dritto verso di noi. Sia io che Alessandro, che eravamo faccia a faccia, ci girammo verso di lui. Gonzalo sembrava apparentemente calmo. «Niente tranquillo.» dissi andando verso di lui che però aveva lo sguardo fisso su Alessandro. «Dovresti essere lì con gli altri ragazzi, dovete andare.» continuai davanti a lui che non mi ascoltava minimamente. «Si va tra un'ora che c'è stato un problema.» disse, continuava però a non guardarmi. «C'è qualche problema?» chiese poi verso Alessandro. Ecco, proprio quello che volevo evitare. Alessandro sapevo bene che era una testa calda e che in quel modo sarebbe impazzito, infatti rise. Dopo qualche secondo di silenzio si sentì un forte rumore di un motore ed una frenata abbastanza brusca. Mi voltai e vidi mio fratello scendere dalla macchina arrabbiato nero, chiuse lo sportello e andò verso Alessandro come una furia. Mi allontanai velocemente da Gonzalo e andai verso mio fratello in modo da mettermi tra i due. «Ti avevo detto di sparire, di non farti vedere mai più.» urlò mio fratello verso Alessandro. «Sto andando via, l'avevo solo vista sola qui.» disse Alessandro tirandosi indietro, dopo tutto quello che era successo di mio fratello aveva un po' timore. «Ora puoi andare tranquillo e vedi di sparire.» disse mio fratello indicandogli l'auto. Gonzalo guardava la scena abbastanza confuso. Alessandro scosse la testa e sotto una piccola risata andò nella sua auto. Mi girai verso mio fratello e vidi che pian piano tornava a rilassarsi. «Quante volte ti ho detto che devi star lontana da quell'essere schifoso?» mi chiese mio fratello arrabbiato, come se la colpa fosse mia. «Ma secondo te io voglio averci a che fare con lui? Dovete smetterla di trattarmi come se fossi una bambina, ho ventidue anni e so benissimo cosa ho passato e sto passando tutt'ora, basta!» gli urlai quasi. Presi la mia borsa che era per terra e mi avviai a piedi, passando sotto lo sguardo confuso di Gonzalo che non ci pensò due minuti a seguirmi. Ormai le mie gambe andavano in automatico e speravo che quella lunga passeggiata sarebbe stata utile per calmarmi. «Ali fermati!» urlava Gonzalo correndo. Mi girai verso di lui e lo vidi a pochi passi da me. «So che ti starai facendo tremila domande ma ascoltami.» dissi guardandolo negli occhi. «Non c'è niente che non va, è tutto okay. Ci vediamo domani sera, sarò lì con una mia amica. Ora va e riposa, domani è un giorno importante.» continuai tutto d'un fiato. Lui mi credette ben poco. «Domani dopo la partita andiamo a prendere una birra e parliamo.» disse abbastanza serio. «Sai come va a finire con la birra...» dissi ricordando solo la sera prima. «Correrò il rischio, poi da ubriaca sei ancora più bella credimi.» disse senza nemmeno pensarci. Sorrisi, mi avvicinai a lui e lo guardai negli occhi. «In bocca al lupo grosso.» dissi per poi lasciarlo solo con il suo sorriso da ebete. Ormai ero consapevole dell'effetto che avevo su Gonzalo e volevo trarne vantaggio in tutti i modi. Dopo solo mezz'ora decisi di farmi venire a recuperare da qualcuno. Telefonai Maria che in cinque minuti si catapultò da me. Quando la vidi arrivare tirai un sorriso di sollievo, le vie di Torino a quell'ora non erano per niente tranquille. «Si può sapere cosa ci facevi in giro da sola a quest'ora?» chiese Maria mentre salivo in auto. «È successo un casino, ho incontrato Alessandro e poi sono spuntati Gonzalo e mio fratello.» dissi con l'aria stanca. Maria riprese a camminare. «Tuo fratello? È andata tanto male?» chiese preoccupata. «Le ha detto come al solito che deve starmi alla larga e poi se l'è presa con me come se la colpa fosse mia.» spiegai nervosa. «E ci mancherebbe, dovrebbe subire il triplo di quello che hai subito tu.» disse con tutta l'acidità che aveva dentro. Annuii. «Domani sera verrai con me allo stadio quindi?» chiesi arrivate sotto casa mia. «Certo amoru, a domani.» rispose, scesi dalla macchina e finalmente rientrai in casa. Sopra non trovai nessuno, probabilmente mia cognata e mio fratello erano rimasti soli a cena, così decisi di trascorrere la serata sul divano in compagnia di pizza e coca cola. A fanculo la dieta da atleti, il mio morale era troppo instabile per poterla seguire. Ero immersa nella visione di "Io prima di te" quando il mio telefono si illuminò. Era un Direct di Gonzalo: "ghiguain20_9: Stai meglio?" Sorrisi, in fondo si era preoccupato per me. "Tranquillo, è tutto okay. Non devi preoccuparti per me" la mia risposta fu immediata. "ghiguain20_9: Mi preoccupo e credo sia normale!" rispose dopo pochi secondi. "In ansia?" chiesi riferendomi alla partita di domani. "ghiguain20_9: Non immagini quanto" ormai rispondeva subito. «Vai a dormire e domani andrà tutto bene." Scrissi riprendendo a guardare il film. "Andrà tutto bene finché saprò che ci sarai tu." rispose dopo poco. Ero ad un passo dall'odiarlo quando faceva così, ma non ci riuscivo. Chiusi il telefono e lo buttai sul divano perdendomi in un film che adoravo. Di lì a poco però mi addormentai e mi svegliai il giorno dopo abbastanza tardi. Preparai tutta la mia roba per andare all'allenamento ma non appena aprii la porta rimasi senza parole. «Possiamo parlare?» era Alessandro.

Ciao pupe, ecco un nuovo capitolo con qualche novità. Fatemi sapere cosa pensate, un bacio❣️

Il mio vizio. || Gonzalo HiguainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora