Capitolo 15

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Da lì in poi i giorni iniziarono a passare velocemente. Da quando io e Gonzalo riuscimmo a trovare una certa stabilità avevo iniziato a perdere la cognizione del tempo. Era come se mentalmente vivessi su un altro pianeta. Venerdì arrivò presto e Gonzalo quel giorno sarebbe partito per Roma, insieme a tutta la squadra. Io ero completamente concentrata sugli allenamenti, ero rientrata in squadra e rivolevo il mio posto da titolare. «Bene l'allenamento può terminare qui, chi vuole può andare a provare rigori e punizioni nell'altro campo con i ragazzi che giocano domani.» disse il mister ad allenamento finito. Claudia ed io fummo le prime a catapultarci nell'altro campo dove metà dei ragazzi però erano andati via. Mi avvicinai verso la porta e tra i pali c'era Gigi, era sempre un onore per me poter giocare con lui. «Bene ragazze, siete solo voi due?» chiese mister Allegri avvicinandosi a noi. Claudia stava per rispondere ma venne anticipata da qualcuno. «Ci sono anch'io mister.» disse Martina facendo il suo ingresso in campo. Gonzalo, che era dall'altra parte del campo, si girò verso di me con sguardo interrogativo. «Perfetto, potete scegliere se Gigi o Neto, alternatevi con i ragazzi che sono rimasti.» disse per poi lasciare il campo. Claudia andò verso Neto, mentre sia io che Martina ci dirigemmo verso Buffon. Presi un pallone ed iniziai a palleggiare, poi però venni distratta da delle voci. Vidi Gonzalo e Martina che, aspettando il loro turno per tirare, parlavano. Cercai di mantenere la calma, cercai di convincermi che non c'era niente di male. Stoppai il pallone. rivolsi nuovamente il mio sguardo verso di loro e vidi Martina che aveva messo una mano sul braccio di Gonzalo. Non ci vidi più. Alzai la palla e la mandai verso di loro nel modo più potente che potevo. «Oddio, attenzione.» urlai. Gonzalo la schivò per un pelo mentre Martina la prese in pieno. Corsi per recuperare il pallone e mi avvicinai a loro palla al piede. «Oh Marti perdonami, non ho calibrato bene il tiro.» dissi fingendomi dispiaciuta. Lei prima mi guardò male, poi mi sorrise. «Tranquilla.» disse poi. Gonzalo tratteneva a stento le risate. «Puoi tirare.» disse poi verso di me. Guardai la porta, eravamo un po' più lontani dal limite dell'aria, tirai quasi da ferma, presi pochissima rincorsa e boom. All'incrocio, un cliché. Gonzalo spalancò gli occhi, Gigi invece batté le mani. «Ma eri praticamente ferma.» disse Gonzalo, non ci credeva. «L'ho sempre detto che mi sottovaluti.» dissi fiera per poi lasciare il campo, Gonzalo mi seguì. Ero quasi arrivata allo spogliatoio quando qualcuno mi tirò per un braccio facendomi entrare nella porta di fronte. Gonzalo iniziò a premere tutti i tasti alla ricerca dell'interruttore, poco dopo si accese la luce. Eravamo finiti in uno sgabuzzino pieno di palloni, pettorine e altra roba da allenamento. «Non ce la facevo più ad ignorarti.» disse facendomi avvicinare a lui. «Beh però Federica riuscivi a calcolarla benissimo.» affermai acida spingendolo. Lui rise. «Ma dai, lo sai che è lei che si avvicina a me.» si difese cingendomi la vita con le sue braccia. «Beh a furia di pallonate vedrai che non lo farà più.» dissi fiera. «Ma quel goal di prima? Quel pallone d'oro deve essere tuo.» esclamò eccitato. «Non esagerare, ci sono ragazze molto più brave di me.» dissi seria, in quella vittoria non ci speravo per niente. «Domenica giudicherò io allora.» disse sicuro. «Verrai alla partita?» chiesi meravigliata. «Certo, non me la perderei mai.» disse baciandomi. «Poi qualcuno qui mi deve una dedica.» continuò. «L'avrai.» risposi sicura. Dopo di che mi allontanai da lui e mi affacciai dalla porta assicurandomi che non ci fosse nessuno. Uscimmo di lì e prima che potessi rientrare nello spogliatoio Gonzalo mi baciò. In serata Gonzalo partì mentre io raggiunsi le mie amiche al solito pub. Quando feci il mio ingresso lì tutti erano stupiti, da quando avevo iniziato a passare più tempo con Gonzalo avevo completamente abbandonato quel pub e le mie amiche. «Ali!» urlò Maria abbracciandomi. «Ma allora sei ancora viva!» affermò Luisa sorridendo. «Ma dai ragazze, sta impegnata con il calciatore.» disse Melania tirandomi una piccola gomitata. «Ma quale calciatore, ho avuto allenamento tutti i giorni.» mi giustificai. Presi una birra e mi sedetti al loro tavolo. La serata stava andando avanti in modo abbastanza tranquillo, tra una battuta e l'altra, qualche risata e tanto alcol. Come ogni volta però a fare capolino furono i problemi. Il problema quella sera aveva un nome. Al fare il suo ingresso nel pub quella sera fu proprio Alessandro. «Ali, girati.» sussurrò Maria facendo cenno con la testa dietro di me. Mi voltai e vidi Alessandro avviarsi verso il bancone ed ordinare un cocktail, poi si voltò a memoria verso il nostro tavolo. Prendevamo sempre quello e lui lo sapeva bene. «Ci rincontriamo.» disse avvicinandosi a me. «Sicuramente non per volere mio.» risposi acida. «Quante volte ti ho detto che devi stare alla larga da me?» chiesi. «Abbastanza ma tranquilla, non sono qui per te, bevo qualcosa e vado via.» rispose con la sua solita presunzione. Lo guardai allontanarsi verso un altro tavolo. «Ragazze io vado.» affermai alzandomi. «Vi aspetto domenica alla partita.» continui, salutai tutte e lo uscii dal locale sotto gli occhi vigili di Alessandro. Il sabato passò abbastanza velocemente e da Roma arrivò anche la bella notizia della vittoria della Juve sulla Lazio. Io però ero troppo concentrata sulla partita, quel sabato in ritiro non riuscivo a pensare ad altro. Dovevo segnare, ne avevo proprio bisogno. Era ormai notte fonda, Claudia dormiva già da un pezzo, mentre io mi ritrovai seduta su una poltrona con lo sguardo perso nel nulla. Ripensavo a ciò che era successo, a quanto la mia vita fosse cambiata in un solo mese e a come sarebbero andate le cose quando finalmente sarei riuscita a confidarmi con Gonzalo. In quel momento sentii di aver bisogno di lui. Presi il telefono e gli mandai un messaggio. "So che è notte fonda e sarai stanchissimo dopo la partita, ma ho bisogno di te." scrissi di getto. Non passarono nemmeno due minuti che arrivò la sua risposta. "Per te ci sono sempre. Vai a dormire però, è tardi! Domani devi essere carica" scrisse. "So già che non ci riuscirò. Buonanotte grosso ❤️" risposi. "Andrà tutto bene, buonanotte scarsa ❤️" scrisse subito. Mi infilai nel letto e in meno di cinque minuti mi addormentai. La mattina dopo, dopo il risveglio muscolare, il mister ci comunicò la formazione. «...invece in attacco abbiamo: Alice e Valeria. Ali tu scalerai dietro Valeria che farà da prima punta, sono certo che riuscirai a ricoprire quel ruolo.» disse il mister sicuro delle sue azioni. Io e Valeria ci guardammo e ci demmo il cinque. Verso le due arrivammo allo Juventus Stadium dove, al contrario delle nostre aspettative, c'erano già diversi tifosi. Entrammo in campo per dare un'occhiata, prima del riscaldamento, e alzando la testa verso la tribuna vidi Gonzalo insieme a mio fratello. Alzai una mano per salutarli, loro ricambiarono. Continuai a guardarmi intorno e mi soffermai a vedere chi era vicino a loro, dopo poco notai qualcuno di familiare. Misi a fuoco sperando di non aver visto bene, mi strofinai per sino gli occhi. Poco lontano da Gonzalo c'era Alessandro. Rimasi a bocca aperta. Aveva forse ricominciato a seguirmi? Nervosa come non mai rientrai negli spogliatoi. Durante il riscaldamento cercai di distrarmi ma con scarsi risultati. Iniziai a pensare a tutti i casini che sarebbero successi quando mio fratello lo avrebbe visto. Scacciai tutti quei pensieri e mi concentrai sulla partita. Fui proprio io a gestire la prima palla dell'incontro. La partita iniziò in maniera abbastanza lenta. Io e Valeria, durante tutto il primo tempo, provammo in tutti i modi a buttare la palla in rete ma non ci fu verso, la palla non ne voleva sapere di entrare. Rientrammo negli spogliatoi sullo 0-0. Il mister cercò di scuoterci e caricarci e fece un ottimo lavoro. Quando rientrammo in campo infatti, non passarono nemmeno 10 minuti, che Valeria si allargò sulla fascia, fece un paio di finte buttando a terra il difensore, crossò a me il pallone che ero fuori area ed io con uno splendido tiro al volo la misi dritta sotto l'incrocio. Non ci fu niente da fare, quella palla era impossibile da prendere. Corsi subito sotto la tribuna, verso Gonzalo, e come promesso lo indicai. Quel goal era tutto suo. Ormai non mi importava più che tutti sapessero, volevo solo vivermi tutto al meglio. «Ma cosa sei!» urlò Valeria saltandomi addosso. Non ebbi nemmeno il tempo di girarmi che venni sotterrata dalle ragazze.

Bellissime ecco a voi un nuovo capitolo. Non smetterò mai di ringraziarvi, siete fantastiche! Aspetto i vostri commenti❣️

Il mio vizio. || Gonzalo HiguainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora