Capitolo 12

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Ero impietrita, non riuscivo a crederci. Non pensavo fosse capace di ripresentarsi dopo così tanto tempo e, per giunta, a casa mia. Non sapevo cosa rispondere, mi aveva colto completamente alla sprovvista. «Sto andando ad allenarmi e non ho alcuna voglia di parlare con te.» dissi il più acida possibile, speravo se ne andasse. «Ho bisogno di te.» disse serio. «Oh, guarda un po', non me ne frega un cazzo.» dissi ancora più acida, con quella dichiarazione mi faceva solo ridere. Lui scosse la testa. «Tu dov'eri quando ero io ad aver bisogno di te? Dov'eri quando ho avuto quel fatidico incidente? Ah si, giusto.» urlai quasi. «"Non posso venire, ho da fare ora." Pensi non mi abbiano detto che hai risposto così quando ti hanno detto che ero in ospedale?» continuai imitando la sua voce, gli dissi parte di quello che mi ero tenuta dentro per anni. «Quindi no, mi dispiace, ma io ora non ci sono.» dissi uscendo di casa e chiudendo la porta. Lui mi guardò. Lo sorpassai e andai per scendere le scale. «È successo di nuovo ed io... non so come comportarmi.» disse prima che potessi scendere. Fu un colpo al cuore. Mi voltai verso di lui. «Non hai più 17 anni Ale, fai l'uomo, abbi cura di lei e ancor di più del piccolo.» dissi quasi con le lacrime agli occhi. Dopo di che corsi via e, una volta uscita dal portone, entrai in macchina. Lì scoppiai in un pianto che credo fosse liberatorio. Tuttavia provai anche un po' di dolore pensando che, quando si trattò di me, lui si tirò indietro. Mi asciugai le lacrime e mi feci forza, sapevo di meritare molto di meglio. Mi avviai verso il Center dove feci un allenamento singolare con un preparatore atletico, in quanto le altre ragazze erano in trasferta. A fine allenamento si era fatto già tardo pomeriggio e, in quello spogliatoio desolato, iniziai a prepararmi per la partita. Indossai un jeans a vita alta, un top con un cardigan lungo di sopra e degli stivaletti estivi. Passai a prendere Maria ed insieme ci avviammo verso lo Juventus Stadium. Non andavo spesso allo stadio come spettatrice, se non alle partite più importanti, però sapevo bene che c'erano dei posti riservati per noi calciatrici in tribuna vip. Dopo poco infatti ci ritrovammo catapultate in quella che era la meravigliosa realtà dello Juventus Stadium. Bandiere e sciarpe facevano da cornice ad uno stadio già meraviglioso di suo. Non passarono nemmeno cinque minuti che la Juve fece il suo ingresso in campo per il riscaldamento. Mentre osservavo i ragazzi riscaldarsi incontrai Michela insieme alle altre ragazze. «Ali, che ci fai qui?» chiese meravigliandosi della mia presenza. «Beh le ragazze giocano in trasferta, poi questa è una bella partita quindi ho deciso di venire.» risposi evitando di dire che in realtà ero lì per Gonzalo. «Ah si mi ha detto Daniele della "squalifica". Però se la vostra prossima partita è in casa la verrò a vedervi volentieri con Daniele.» disse sorridendo. «E anche con Gonzalo direi.» disse diretta Maria. In quel momento avrei voluto ucciderla, tuttavia però mantenni la calma. Michela collegò il tutto e sorrise. «Beh un tifoso d'eccezione direi.» commentò ridendo. Intanto il riscaldamento era finito ed i giocatori stavano uscendo dal campo. Gonzalo si avvicinò a Paulo sussurrandogli qualcosa nell'orecchio. Alzarono entrambi la testa e vidi Paulo indicare verso di noi. Io cercai di sembrare distratta ma non potei fare a meno di notare il sorriso di Gonzalo alla mia vista lì. Paulo rimase a guardare un po' di più per poi rientrare negli spogliatoi deluso. Mi guardai intorno notando che Antonella, al contrario di tutte le altre volte, non era lì. Poco dopo però le squadre fecero il loro ingresso in campo e sia io che Maria ci concentrammo sulla partita. Il primo tempo non fu male e si chiuse sull'1-0 della Juve. Essere spettatrice di una partita mi piaceva ma non era come viverla in campo, quella era tutta un'altra cosa. Tuttavia però non riuscivo a concentrarmi sulla partita, nella mia testa regnava la confusione più totale. I miei pensieri si alternavano tra Alessandro e Gonzalo, temevo che sarei potuta impazzire. Nel secondo tempo invece arrivò il pareggio della fiorentina, sotto le urla e i fischi di disapprovazione dello Juventus Stadium. Poco dopo però arrivò uno splendido goal di Gonzalo che fece ricredere tutto lo Stadium che impazzì di gioia. Come promesso si mise a correre verso di noi e, indicandomi, urlò una frase che dal labiale sembrava un: "te l'avevo detto!". Tutti si voltarono verso me e Maria un po' confusi su a chi delle due fosse andata la dedica di quel goal. Io diventai rossa dall'imbarazzo mentre Maria guardava la scena divertita. Dopo la partita, che si era conclusa con la vittoria della Juve, salutai Maria e mi avviai verso gli spogliatoi dello Stadium per aspettare Gonzalo. Nel tragitto però mi pentii subito di quella scelta poiché iniziai ad incontrare dirigenti e giocatori che erano, ovviamente, meravigliati della mia presenza lì. Cercai di mettermi in disparte per non attirare l'attenzione ma, come sempre, non ci riuscii. «Ali visto che goal Gonzalo? Altro che grosso!» urlò Paulo prendendo in giro l'amico. «Grosso sempre, scarso un po' meno dopo stasera.» risposi ridendo. «Rossi, che piacere incontrarla qui.» disse Agnelli venendo dritto verso di me. «Presidente! Beh sono venuta a dare un'occhiata ai ragazzi, veramente niente male.» dissi cecando di essere convincente. «Beh si, lo so. Mi raccomando alla prossima Rossi, ci sarò.» rispose facendomi l'occhiolino. Ancora molto imbarazzata decisi di andar via di lì e mi avviai verso l'uscita. Non ebbi nemmeno il tempo di girarmi che sentii chiamarmi. «Scarsissima, credi di poter andar via senza di me?» urlò Gonzalo raggiungendomi. «Non mi permetterei mai.» dissi alzando le mani in segno di scusa, ma ovviamente scherzavo. Ci avviammo verso la mia auto e, arrivati lì, caricò il borsone nel cofano mentre io mi infilai già in auto. Lui salì di fianco a me e si fermò a guardarmi, poi sorrise. «Che c'è?» chiesi confusa per poi mettere in moto. «Non mi era mai successo.» disse sincero guardando fuori dal finestrino. «Cosa?» chiesi ancora, non riuscivo a capire. «Tutto questo. Credimi che ci ho provato ad allontanarmi da te, eppure non ci sono riuscito. C'è qualcosa che mi tiene legato a te. Alcune volte ti odio per l'effetto che mi fai, però quando ho provato ad odiarti veramente non ci sono riuscito.» disse serio. Ero senza parole, eravamo sulla stessa barca. Ora stava a noi decidere se continuare a remare oppure lasciare che la barca affondasse. Rimasi in silenzio. Arrivati davanti ad uno dei miei parchi preferiti di Torino parcheggiai. «Facciamo due passi, sono sicura che ci aiuterà.» dissi guardandolo, lui annuì. Scendemmo dalla macchina ed iniziammo a camminare su quello che era un meraviglioso prato verde, sulle rive di un piccolo laghetto. «Per me non è mai stato semplice relazionarmi più di tanto con gli altri, certo, sono amica con tutti ma con pochi riesco a legare realmente nel profondo. Non lascio entrare nessuno nella mia vita, a meno che non sia io a volerlo. E invece tu no, tu sei entrato e basta, sconvolgendo tutto.» dissi a Gonzalo riprendendo il discorso aperto poco prima da lui in auto. «Però tu non sai per me quanto sia complicato, non lo immagini nemmeno.» continuai con le lacrime agli occhi. «Spiegami, lascia che io capisca.» disse serio, mettendosi di fronte a me invitandomi a guardarlo negli occhi. «Forse... forse è meglio di no, forse è meglio che io vada...» dissi singhiozzando. Alessandro quel pomeriggio aveva riaperto vecchie ferite ancora molto dolorose. Vecchie ferite che avevano grosse ripercussioni sul mio presente, motivo per cui non riuscivo a vivermi Gonzalo come avrei voluto. «Fidati di me.» disse Gonzalo poggiando la sua fronte sulla mia. «Tu... tu non ca...» non mi lasciò finire. Mi sollevò quasi spingendomi verso un albero di fianco a noi. Poi ci baciammo con tutta la passione che ci eravamo tenuti dentro per settimane.

Splendori, so che purtroppo è stata una serata molto amara per tutte noi ma spero di alleggerirla un po' con questo capitolo. Vi adoro, #finoallafine !

Il mio vizio. || Gonzalo HiguainDove le storie prendono vita. Scoprilo ora