Forzò un sorriso al barista e gli disse:< Avevi proprio ragione, la torta è ottima >

< Sono contento che ti sia piaciuta > rispose allegramente il castano.

In quel momento Jin si accorse che, mentre il ragazzo sorrideva, delle piccole fossette spuntarono ai lati del suo volto.

Pensò che fosse una delle cose più carine che avesse mai visto.

Un momento dopo aver partorito quel pensiero, se ne pentì.

"Da quando considero un ragazzo adorabile, oltre che me stesso?" si chiese lui, portando alle labbra la tazza di caffè in modo da nascondere il leggero rossore che era andato a imporporare le sue guance dall'imbarazzo.

Intanto il barista aveva alzato il volume della televisione e delle notizie preoccupanti arrivarono alle orecchie di Jin, che subito posò la tazzina sul bancone e voltò la testa di scatto in direzione della tv.

La reporter parlava di un caso di omicidio, avvenuto nella cittadina di Haneul, intorno alle quattro e le cinque di quella mattina.

Jin quasi non si strozzò con il caffè che stava bevendo.

La scientifica, dopo aver esaminato il cadavere, aveva poi confermato che in realtà l'assassinio era avvenuto per colpa di un animale e in quel momento Jin tirò un sospiro di sollievo interiore.

"Giuro che quando troverò quei piccoli bastardi gli ammazzerò con le mie stesse mani davvero" pensò invaso da una rabbia feroce.
"Me lo avevano promesso e io mi ero fidato di loro"

Grazie al suo fine udito, sentì il cliente anziano borbottare al barista, a qualche tavolo di distanza da lui, una frase che lo fece preoccupare molto.

< Io l'ho visto il corpo della vittima e non riesco ad immaginare quale animale possa aver mai fatto una cosa del genere. Pensa che hanno addirittura detto di aver ritrovato il corpo completamente prosciugato, non una goccia di sangue era rimasta. Da anni non si verificava più un omicidio qui >

Si alzò di colpo dalla sedia e con gesti frettolosi pagò il barista e lo salutò in malo modo.

Non era il tempo di essere cordiali.

Adesso aveva cose più urgenti da fare; trovare quei due deficienti e farli pregare per le loro inutili vite.


Jin entrò nella casa, sbattendo la porta.

I due ragazzi seduti sul divano lo ignorarono e continuarono a guardare la televisione indisturbati.

< VOI COME AVETE POTUTO? >

Jin si mise davanti allo schermo e lo spense, per attirare l'attenzione dei due.

< Cosa hai combinato stavolta Jungkook? > chiese Yoongi guardano l'amico di fianco.

< Perché devo essere sempre io? Cosa hai fatto tu piuttosto > ribatté il moro offeso.

I ragazzi iniziarono a litigare, ma Jin gli bloccò con un altro grido:< Non fate i finti tonti, so benissimo che è stato uno di voi due e adesso voglio sapere chi è stato >

< Se magari ci dicessi cosa avremmo potuto fare, magari te lo diremmo anche > rispose tranquillamente Yoongi.

< Stamattina è stato ritrovato un cadavere qui ad Haneul e l'ora di decesso risale a quando ci siamo separati, quindi ora voglio sapere il colpevole >

< Bravo Jungkook, dopo quattrocento anni non hai ancora imparato a liberarti di un cadavere? > chiese Yoongi.

< La vuoi finire? Io non ho fatto proprio niente, piuttosto cosa hai fatto tu questa mattina? >

< Io sono tornato a casa a dormire, ma tu, che te ne sei andato prima di noi, non c'eri, quindi cosa hai fatto questa mattina? >

Anche gli occhi di Jin si voltarono adesso verso Jungkook, curioso di sapere la risposta.

In quel momento Jungkook si ricordò di essere entrato in casa di quell'umano e di quello che aveva tentato di fare.

< Ero in giro > rispose il moro voltando la testa da un'altra parte, imbarazzato.

< Non sei mai stato bravo a mentire Jungkook, vedi abbiamo trovato il colpevole Jin, prenditela solo con lui, io non centro > disse Yoongi alzandosi dal divano.

< Oh Jungkook come hai potuto... > iniziò Jin deluso dall'amico.

< Vi sto dicendo che non sono stato io, perché non volete credermi >

< Eh tu perché non ci vuoi dire dove sei stato? > chiese Jin.

< Vi dico che non sono stato io >

Jungkook ignorò la domanda del castano e se ne andò in camera sua.

Chiuse la porta a chiave, anche se sapeva che non sarebbe servito a niente, se quei due volevano entrare, non sarebbe bastata una semplice porta a fermarli.

Aprì il suo baule e al suo interno, sotto tutti i suoi vestiti, tirò fuori una scatola di legno color pece.

L'aprì lentamente, quasi per paura di romperla. Era da più di cento anni che non lo faceva più.

Non poteva più resistere, doveva vederla.

Pensava di essere riuscito a superarlo, ma ora tutto era cambiato.

"A causa di quell'umano"  pensò lui infuriato.

Conservava al suo interno un rotolo di stoffa molto antica, lo aprì molto lentamente e quando vide il profilo della persona che era dipinta, gli tornarono le lacrime agli occhi.

Era davvero bella, il suo ricordo non gli dava per niente giustizia, quelle labbra piene, quegli occhi lucenti e quel sorriso che non aveva mai lasciato le sue labbra, neanche quando era morta.

Il ragazzo strinse forte a sé quel pezzo di stoffa, come se in questo modo, avesse potuto far tornare indietro l'unica persona che avesse mai amato in vita sua.

< Mi manchi davvero tanto Sun-hi >

KANGSHINMU  강신무Where stories live. Discover now