Capitolo 49.

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La settimana successiva all'incidente a casa di Diego, Nadia tornò a vivere le sue giornate in piena tranquillità: l'episodio del bacio era stato solo un evento isolato e archiviato, e le cose tra lei e Mattia erano tornate a funzionare senza battibecchi. Entrambi avevano superato il fastidio iniziale, perché Diego era fatto così. Non poteva essere piegato di fronte alla volontà altrui, ma non poteva nemmeno spezzarsi. Era un pezzo di ferro arrugginito: pieno di ammaccature, ma ancora molto, molto resistente. Purtroppo la sua tenacia di mente la utilizzava perlopiù per idee stupide e comportamenti da vero idiota. Ma era fatto così e non sarebbe cambiato, quindi, tanto valeva metterci una pietra sopra.

Ovviamente Mattia aveva evitato di incontrarsi con lui per i corridoi della L.U.S.I durante tutta la settimana. L'aveva presa con saggezza, ma non così tanto. La voglia di spaccargli qualche dente, in realtà, era ancora presente come all'inizio, annidata nella sua testa come un rampicante ben radicato. Soltanto che aveva evitato di rendere il loro litigio più lungo e stressante. Era consapevole che discutere con Diego non lo avrebbe mai portato da nessuna parte. Nadia gliene era stata grata, e adesso tra loro le cose andavano alla grande: si vedevano più spesso e in pubblico, uscivano insieme tra una pausa studio e l'altra ed erano felici. Erano felici come non lo erano stati da parecchio tempo. Senza preoccupazioni, né ansie. Erano convinti che i problemi li avrebbero abbattuti, loro, e che niente li avrebbe più potuti fermare, specie dopo la prova di resistenza con la quale Diego li aveva messi alla prova. Andava tutto bene e loro erano felici.

Questo, ovviamente, aveva avuto dei riscontri positivi anche sull'università: quella mattina, Nadia aveva appena terminato un'intensa sessione d'esame di Storia della Letteratura. Aveva studiato per ore e ore, durante il mese scorso, e aveva anche pensato di non potercela fare. Ma Mattia e Ada l'avevano convinta a tentare. Per questo motivo adesso saltellava allegramente fuori dalla stanza in cui si erano tenuti gli orali. Il suo esame era andato benissimo, a parte alcune incertezze inziali e la continua sensazione di avere la gola secca e il cuore in procinto di scoppiare. Il professore le aveva fatto diverse domande, ma lei aveva risposto a tutte, argomentandole come più poteva. Lui le aveva sorriso con fare soddisfatto e anche un po' fiero e le aveva verbalizzato con orgoglio il voto sul libretto universitario.

Adesso, quindi, voleva festeggiare. Avrebbe chiamato Mattia e mandato un messaggio ad Ada, sicuramente impegnata nella clinica. Magari sarebbero usciti insieme a Bruno per prendersi un gelato, quella sera. Ma prima doveva fare una cosa molto più importante: si portò una mano sullo stomaco e cercò di placare i gorgoglii e i rumori della fame. Non metteva qualcosa sotto i denti dalla colazione e ora, alle tredici e dieci di una giornata piuttosto nuvolosa, sentiva di poter svenire se non lo avesse fatto.

Quando arrivò all'edifico della mensa varcò le porte scorrevoli senza guardarsi troppo attorno: puntò dritta al self service di carne e verdura e mise nel vassoio una mela verde e una bottiglietta di acqua naturale. Si fece riempire il più possibile i piatti dalla signora dietro al bancone e in più aggiunse anche un dolcetto al cocco. Il buco di stomaco che aveva, alla vista del cibo, si stava trasformando in un'immensa voragine nera.

Con lo sguardo puntò ai tavoli, cercando di captarne qualcuno libero in una zona tranquilla. Sospirò, quando vide l'afflusso di studenti entrare e uscire dalla mensa in continuazione. Quella era l'ora di punta e cercare un posto in tranquillità sarebbe stata un'impresa titanica. A meno che...

Nadia si voltò di scatto, cambiando di punto in bianco le sue mire: spostò gli occhi sull'angolo della mensa semivuoto, lasciato appositamente libero per i ragazzi della L.U.S.I più facoltosi. Adocchiò rapidamente la zona dove era solita sedersi con Mattia e si avviò in fondo alla grande stanza: anche laggiù diversi tavoli erano stati già occupati, ma il confronto non reggeva in alcun modo il paragone. Con la coda dell'occhio scelse un tavolino vicino all'uscita, un punto tattico per passare il tempo mentre mangiava e si mise seduta, poggiando il vassoio sulla superficie traslucida. Gettò la borsa a terra e concentrò tutte le sue attenzioni sul pasto.

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