Capitolo 19 "Padre"

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<<Ci pensiamo noi. Voi andate pure>> gli dice Veronica.

Marco punta le luci dell'ambulanza in direzione dei cassonetti e con l'aiuto della signora iniziamo a rovistare tra la sporcizia.

Lucky, invece è stato legato ad un palo per evitare che scappi.

Era trascorsa una ventina di minuti e non avevamo ancora trovato nulla. Alla vista di così tanti rifiuti poco gradevoli stavo manifestando un certo senso di nausea.

Veronica non ce la faceva più a stare in piedi e perciò si é seduta sul bordo del marciapiede.

Stavo per arrendermi al fatto che avessi creato tutto questo casino per nulla quando all'ennesima apertura dei sacchetti, non rimasi delusa ma più che altro sorpresa e incredula.

Un bambino di pochi mesi era avvolto in una misera coperta sporca. Aveva l'aspetto trasandato, e quando lo presi in braccio notai che era davvero leggero. Probabilmente non veniva nutrito abbastanza.

Lentamente aprì gli occhi, erano di un particolare colore nero, molto simile al carbone. Cercai di misurargli i battiti ma notai che faticava a respirare. Deve essere rimasto a lungo in quel dannato posto.

Chi è che avrebbe il cuore di buttare il proprio figlio in mezzo allo schifo? Al massimo se proprio non lo volevano dare in adozione potevano lasciarlo davanti ad una chiesa o ad una caserma, tutto purché non abbandonarlo al suo triste destino.

<<Allora avete girato a vuoto?>> domanda Davide scendendo dal camion.

Hanno fatto in fretta a tornare.

Quando mi giro verso di loro rimangono stupiti nel vedere che avevo ragione.

<<Fammi capire...in meno di mezz'ora, sei riuscita a concepire e a dare alla luce un figlio? E perdipiù hai fatto tutto da sola?>> ecco che Liam inizia a prendermi in giro.

<<Come sei spiritoso! Piuttosto vienimi ad aiutare>>

Appoggio il bambino sulla barella e nel rimuovergli la coperta per fargli un controllo noto che non ha le gambe.

Davvero lo hanno abbandonato per così poco? Se prima ero delusa ora sono incavolata nera. Com'è possibile che al posto di aiutarlo lo abbiano rifiutato?!

Una volta tornati in caserma abbiamo raccontato a Franco tutta la storia e dopo aver contattato l'assistente sociale ci ha detto che per via dell'orario non poteva raggiungerci ma che l'indomani mattina sarebbe venuta a trovarci. Nel frattempo però potevamo tenere con noi quel piccolo angioletto.

Alcuni soccorritori sono andati in una farmacia a prendere qualche indumento, del latte in polvere e l'occorrente per fargli il bagnetto.

Marco é l'unico che ha dei figli e per questo sà come gestire la situazione.

Tutti erano affascinati da quella dolce creatura e dai suoi lineamenti ma, non appena ha iniziato a piangere sono corsi a gambe levate.

Nessuno riusciva a farlo calmare e sia io che Veronica eravamo nel panico più totale. Liam, piuttosto che aiutarci si è messo a ridere di noi.

Avevo voglia di picchiarlo perché mi stava facendo innervosire...così alla fine mi sono abbassata lentamente a raccogliere la bottiglietta d'acqua e iel'ho lanciata addosso.

Non so grazie a quale miracolo divino nella stanza si è creato il silenzio che però poco dopo venne interrotto dalla risata del piccolo.

Bene bene, adesso ho una scusa per picchiare il signor pompiere.

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