33. 🚬

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Non lo so gente, io e la jikook non è avessimo tutto questo feeling.

E poi ho sempre avuto l'impressione che Jungcock desse troppo per scontato Jimin. Ovviamente mi sbaglierò, ma comunque...

Più in basso segue il risultato dei miei sforzi. No, non ho bevuto di nuovo (purtroppo) perchè si suppone che io debba anche studiare e i libri sulla mia scrivania mi guardano con fare accusatorio.

Fidatevi, non me lo sto immaginando. Anche perchè ci ho appiccicato sopra un post-it con su scritto "studiami".

Non sta funzionando, come si evince da tutto il mio divagare.

Ok. Ora vado. Davvero.

Buona lettura e grazie per leggere la storia 💝

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Jungkook si svegliò in una stanza diversa da quella in cui si era addormentato, le pareti azzurre e la poltrona di pelle chiara in angolo della stanza indicavano che si trovava nella stanza che condivideva con Jimin, anche se non aveva idea di come ci era arrivato. L'altro ragazzo però non si trovava in camera, ancora intontito dal sonno Jungkook scese dal letto e sulle gambe instabili si diresse verso il bagno credendo di trovarci il suo hyung, ma anche il bagno era vuoto. Grattandosi la testa confuso cercò di pensare dove potesse essere finito, erano solo tre del mattino da quel che leggeva sulla sveglia, quindi dove si trovava Jimin a quell'ora improbabile della notte?

Decise di girovagare per l'hotel e vedere se riusciva a trovarlo, di certo non sarebbe potuto tornare a dormire senza sapere dov'era. Si infilò le pantofole e socchiuse la porta sbirciando per controllare se ci fosse qualcuno in giro. Era tutto deserto. Silenziosamente scivolò fuori dalla stanza e percorse il lungo corridoio dirigendosi nell'atrio dell'albergo, l'unico posto che gli veniva in mente in quel momento, ma, mentre stava per scendere le scale, si rese conto che la porta d'emergenza era leggermente aperta.

Vi si avvicinò e sporgendosi verso l'esterno cercò di capirne il perché. Appoggiato alla ringhiera delle scale antincendio c'era una figura voltata di spalle e i capelli rosa illuminati dalla luce arancione dei lampioni lasciavano poco margine d'errore. Aveva trovato Jimin.

Uscì anche lui e avvicinandosi si rese conto che il ragazzo stava fumando, cosa che non gli aveva mai visto fare, ma da come teneva la sigaretta tra le labbra e soffiava fuori il fumo dalla bocca era abbastanza evidente che quella non era la prima volta.

"Hyung"

Jimin sobbalzò al suono della voce di Jungkook e voltandosi di scatto cercò di nascondere la sigaretta dietro di sé.

"Oh ti sei svegliato? Non dovresti essere in giro per l'hotel a quest'ora"

"Nemmeno tu"

Gli rispose perplesso. Jimin non sembrava... Jimin. Il giovane fissava confuso il ragazzo, no, l'uomo davanti a lui. Gli sembrava di guardare uno sconosciuto, non che ci fosse qualcosa di diverso in lui, era sempre lo stesso, il fisico non slanciato ma muscoloso, la tinta rosa dei capelli che necessitava di essere ravvivata, un sorriso dolce sul viso paffuto. Solo che quel viso non sembrava più così paffuto con la ricrescita della barba a ricoprirlo e quel sorriso solo in apparenza sembrava dolce, le sue labbra avevano quasi una piega infastidita. Ma Jungkook sapeva che si sbagliava, che quello che credeva di vedere nell'espressione del viso dell'altro non era vero, probabilmente la luce artificiale dell'illuminazione stradale gli stava facendo brutti scherzi.

Insomma, quello era Jimin ed era impossibile che guardasse infastidito proprio lui, Jungkook. Da quel che ricordava era stato sempre il più gentile e dolce tra tutti i suoi hyung, mai, nemmeno una volta, Jungkook aveva temuto che Jimin potesse trattarlo in modo differente.

Tae scopre la VHOPE ?Where stories live. Discover now