56. Amor gignit amorem

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-Smut-

L'ufficio stampa del pianista era in fibrillazione sin dalle prime ore del mattino.
Avevano deciso di aprire le porte di un salone della villa per allestire una conferenza stampa; l'incontro era alle 14, e la villa era stata teatro di un brulicare incessante sin dal giorno prima.

Harry, rifugiatosi nella saletta del pianoforte, scaricava la tensione suonando. Liam aveva l'ordine che non venisse disturbato per nessun motivo; l'unico ad avere accesso era Louis, ma il ragazzo era stato assorbito dai Moreau, che lo stavamo proteggendo dal bailamme nella privacy della cucina della villa.
Erano stati giorni molto intensi per tutti; Harry era tornato a casa da ventiquattro ore, e il caos mediatico che ne era conseguito aveva obbligato Louis a saltare le lezioni per evitare i giornalisti.

Alle tredici erano arrivati Niall ed alcuni portavoce del management, compresi due avvocati, che erano stati accolti da Anne, rimasta a Londra per aiutare il figlio.

Louis guardò l'orologio: l'una e mezza.
Sospirò guardando fuori dalla finestra: c'era un via vai insolito, che lo rendeva inquieto.
Suzanne, osservandolo, lo sprono':
-Vuoi andare da Harry?-
-Non so, magari vuole restare da solo...-
-Secondo me dovresti restare a portata di voce: se avrà bisogno, ci sarai- lo consigliò la donna con fare materno. Louis annuì, guardandola. Col passar del tempo si era affezionato tantissimo ai Moreau, e la cosa era reciproca.

Sospirando uscì; tagliò in diagonale il piccolo piazzale di ghiaia, sentendo il calore del sole sulla pelle delle braccia; la luce era abbacinante, per cui strizzo' gli occhi e, una volta entrato nell'atrio, per qualche momento non vide nulla.
Trasali' quando una mano lo afferrò: era Harry.
-Ti ho visto arrivare- mormorò il pianista, trascinandolo a grandi falcate verso la biblioteca. Passarono di fianco a Liam, ma Louis quasi non fece in tempo a salutarlo che Harry disse:
-Non voglio essere disturbato per nessun motivo, neanche da mia madre- prima di tirare dentro Louis e chiudere la porta della saletta del pianoforte.
-Ma cosa...-
La protesta gli morì in bocca, tacitata dall'impeto con cui Harry lo immobilizzo' contro la porta, mordendogli il collo.
-Harry...-
-Ssst. Lasciami fare- gli mormorò il pianista all'orecchio, prendendo a lambire la pelle sensibile con la lingua, facendolo rabbrividire.
Con una mano gli aveva bloccato i polsi sopra alla testa, e non appena abbassò le braccia per afferrarlo per i fianchi, Louis gli intreccio' le dita tra i capelli, tirandoglieli leggermente mentre lo baciava con passione. Le mani di Harry corsero sotto alla sua maglietta, facendolo sospirare dentro alla sua bocca, prigioniero di un bacio irruento e per niente gentile. Incapace di pensare, si ritrovò senza pantaloni, e lanciò un'occhiata preoccupata alla porta. Le vetrate non lo preoccupavano: sapeva che il vetro fosse unidirezionale.
-Stai tranquillo. Non entrerà nessuno-
Harry lo fece indietreggiare fino al pianoforte, e Louis inarco' la schiena al contatto con la superficie fredda sopra ai boxer e sulle braccia. Il pianista lo sollevò senza sforzo e glieli levo'; Louis si portò un pugno alla bocca per soffocare un gemito, mentre Harry accoglieva il suo membro nella sua bocca calda, succhiandolo. Una mano si intrufolo' tra le sue natiche, le punte delle dita umide di saliva, e prese a massaggiare insistentemente il suo circoletto di muscoli, fino a penetrarlo piano. Louis boccheggio', completamente soggiogato dal piacere misto al solito fastidio iniziale. Harry pompo' senza sosta le dita dentro di lui, sforbiciando, preparandolo, e poi lo tirò giù e lo fece voltare. Lo spinse a toccare la superficie liscia con il torace e con la guancia, tenendolo giù con una mano mentre con la lingua forzava la sua apertura per prepararlo ancora. Louis aveva le ginocchia di gelatina, e gli stavano cedendo, tanto che si appoggiò con tutto il busto al piano mentre Harry finalmente lo penetrava. Boccheggio', respirando profondamente mentre la mano di Harry raggiungeva di nuovo il suo membro, aiutandolo a rilassarsi con lenti movimenti su e giù. Non appena lo sentì cedere, Harry prese a dondolare i fianchi, sempre più profondamente e con movimenti sempre più decisi, facendo ansimare Louis, che avrebbe voluto gridare. Soffoco' un gemito mentre Harry lo spingeva con forza, facendo montare con decise stoccate della mano, unite alle spinte poderose dentro di lui, un orgasmo dirompente. Louis si riverso' sul fianco del pianoforte e sul pavimento, mentre Harry godeva nel sentirlo stringere forte i muscoli attorno a lui, arrivando a sua volta all'orgasmo.
Ansimante, Louis si sentì cedere le gambe, tanto che Harry lo prese al volo per evitargli un impatto con le ginocchia sul pavimento.
-Dio mio... mi hai sfinito- esalo' il ragazzo, mentre Harry lo portava sul divano. Il pianista non disse nulla, si limitò a pulirlo con dei fazzoletti ed a coprirlo con una coperta leggera. Louis incrociò i suoi occhi, leggendovi una sorta di disperata rassegnazione.
-Io sono con te, qualunque cosa tu decida di dire- mormorò, accarezzandogli un braccio.
-Lo so- gli sorrise Harry, andando a recuperare i suoi vestiti.
-Ero venuto a vedere se avessi bisogno di me...-
-Ce l'avevo- ironizzo' Harry con un sorriso birichino; Louis sghignazzo'.
-Sei terribile. Sono tutti preoccupati per te e tu perdi tempo con me...-
-Direi che è uno dei modi migliori per occupare il proprio tempo; ora rivestiti, la doccia la faremo dopo. Sono le due e dieci-
Louis sbarro' gli occhi e saltò su, agitatissimo.
-Ma sei impazzito?! La conferenza doveva iniziare dieci minuti fa. Niall mi ucciderà!-
-Dovevi arrivare prima- replicò Harry, serafico.
-Non startene lì impalato... vai! Ti raggiungo!- Lo sollecito' il ragazzo in tono disperato, saltellando per infilare i jeans stretti oltre le anche.

La sala era gremita, c'erano microfoni e telecamere puntate sul tavolo, al quale era seduto Harry, affiancato da Niall. Liam era in disparte, accanto ad Anne. Louis rimase defilato sul fondo; si poggio' allo stipite di una porta, in fondo alla sala.

Niall prese la parola e ringraziò quanti erano intervenuti, facendo calare il silenzio; non perse tempo, lasciando subito la parola ad Harry.

Le parole di Harry risaltarono chiaramente nel silenzio generale. Il pianista aveva esordito parlando della sua adolescenza, dichiarando alla fine di essere affetto da schizofrenia.
Louis osservò i volti di quanti riusciva a vedere in viso: erano tutti sorpresi. Era qualcosa di totalmente inaspettato; Harry aveva spiazzato tutti, lui compreso.
Solo Anne e Niall non sembravano sorpresi; Louis si strinse nelle braccia, immensamente orgoglioso e tremendamente triste per Harry, che aveva dovuto uscire allo scoperto su qualcosa che aveva sempre tenuto nascosto. Spero' con tutto il cuore che servisse a qualcosa.

Dopo quel primo momento di silenzio attonito, Harry fu riempito di domande. Glisso' su quelle troppo personali, optando per spiegare molto chiaramente il fatto che non fosse dipendente da sostanze stupefacenti; semplicemente, parlò della sua terapia, dell'evoluzione della malattia, delle interferenze sulla sua vita. Non menziono' le note, mantenendo il riserbo sulle manifestazioni concrete della malattia.

Dopo interminabili minuti, Niall intervenne, concludendo la conferenza stampa con fermezza. Una giornalista insistente prese lo stesso parola, facendosi ascoltare sopra al brusio:
-Signor Styles, cosa l'ha spinta a mantenere segreta tanta parte della sua vita? Perché questo mistero?-
Harry fece un cenno a Niall, decidendo di rispondere:
-Ho vissuto tutta la mia vita sentendomi diverso. La malattia è qualcosa di cui mi sono sempre vergognato profondamente. Ho faticato molto ad accettarla; tuttora ci sono momenti di grande sconforto. Ma... la svolta è stata conoscere una persona che ha accettato da subito la mia malattia. Mi ha fatto vedere le cose in prospettiva-
Louis avvampo' e si nascose, uscendo; sorrise tra se e sé, tremendamente orgoglioso di Harry.
-Temevo che la malattia interferisse con la mia professione; ora che è successo, e che sono consapevole che potrà succedere di nuovo, mi rendo conto che non è poi così importante. Ciò non mi rende un pianista meno bravo, o un musicista meno professionale, per così dire-
Nacque un applauso iniziato da Anne; la donna aveva gli occhi lucidi.

Harry trovo' Louis al pianoforte. Si sorrisero.
-È così, hai fatto outing. Sono orgoglioso di te- esordì Louis, abbracciandolo.
-È così. E tutto questo è grazie a te-
-Oh, non credo di aver poi tutti questi meriti...- commentò Louis, un po' emozionato. - Era solo questione di tempo: ci saresti arrivato da solo-
-Non lo so. Prima ci soffrivo; adesso mi rendo conto che è sì terribile, però posso sopportarlo, se ci sei tu qui con me-


13/03/2017 Traduzione titolo: " L'amore genera amore"
Seconda volta che i miei figli si prendono il virus gastrointestinale nel giro di tre settimane... non ne posso più😱 scusate il ritardo negli aggiornamenti, è per questo motivo.


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