13. Omnia mutantur

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Andy si illumino'.
-Davvero ci trasferiamo? Possiamo? Che bello!-
-Calma; è solo un'idea, Andy-
-A me va benissimo! Vedremo papà tutte le settimane!- Strillo' eccitato il bambino, saltellando.
-Ma Andy, questo significa lasciare questa casa, cambiare scuola, amici...-
-Ma ne troveremo di nuovi, ne sono sicuro! E poi vedremo papà tutti i week-end...sai, io non te lo dico perché non voglio vederti triste, ma mi manca moltissimo, Lou- gli rivelò il fratello.
Louis rimase qualche momento senza parlare, riflettendo.
-Probabilmente perderemmo un anno di scuola...dovremmo imparare la lingua, loro non parlano inglese a scuola-
-A me non interessa, però tu hai la maturità. Questo è un peccato- convenne il bambino, tornando serio.
-Sai, dovresti restare qui e finire la tua scuola- affermò Andy.
-E tu? Cosa vuoi fare?-
-Io vorrei che andassimo insieme da papà, ma capisco che tu vorresti finire la scuola. Però senza di te non posso andare nemmeno io- fece il bimbo, improvvisamente triste. Louis si accorse che stava cercando di trattenere le lacrime.
-Oh, no... non piangere, fratello piccolo. Troveremo una soluzione- lo consolo' Louis, mentre le lacrime fuggivano suo malgrado dagli occhi del bambino.
-Scusami, Lou-
-Non scusarti, è normale che ti manchi e che tu voglia vederlo. Hai ragione- constato' stancamente Louis, attirandolo in un abbraccio.
-Non preoccuparti: troverò una soluzione-

In realtà loro padre, prendendo seriamente la questione, si informo' sia per la maturità di Louis, sia per come gestire una eventuale separazione dei due fratelli, se Louis fosse rimasto in Inghilterra.
L'esame di maturità sarebbe dovuto essere rimandato; non c'erano soluzioni. Per essere ammesso all'esame Louis avrebbe dovuto parificare il corso di studi e verificarlo; se voleva diplomarsi doveva rimanere in patria.
Per Andy, una scuola elementare di Stoccolma forniva la possibilità di semi-convitto, e forniva supporto per gli studenti stranieri.

Seguirono giorni di ansia e preoccupazione per Louis, in cui non dormiva la notte per valutare pro e contro. A tagliare la testa al toro fu proprio Andy:
-Lou, io voglio andare. Voglio papà. E voglio anche te, dopo che hai finito la scuola-

Nel giro di due settimane gli accordi furono presi; era il primo marzo quando il padre venne a prendere Andy.
Il bambino aveva voluto invitare i signori Moreau per una cena a casa loro; i coniugi erano stati ospiti nell'appartamento dei Tomlinson, e Suzanne non aveva trattenuto qualche lacrima di commozione al pensiero dell'imminente partenza.

Louis accompagno' Andy a salutarli subito prima di andare in aeroporto; il padre stava sistemando alcuni documenti al computer, ed i due fratelli si recarono alla villa. Louis era talmente assorto nei suoi pensieri, che non noto' i segni del ritorno di Harry.

Andy andò dritto di filato ad abbracciare il signor Moreau; negli ultimi due mesi erano diventati amici, ed il bambino si era affezionato.
-Mi mancherai. Mi mancherete tutti e due; dovrete venire presto a trovarci- lo senti' dire Louis, mentre la signora Moreau preparava del caffè. La donna guardò di sottecchi Louis, dispiaciuta.
-Sai che puoi contare su di noi, se hai bisogno. Mi dispiace pensarti tutto da solo-
-Non importa, Suzanne. È una soluzione temporanea; a luglio finirò gli esami, ed allora li raggiungero'- replicò mestamente Louis. La signora Moreau notò le occhiaie del giovane, ed anche la linea indurita della mascella.
-Louis... Ti devo parlare- esclamò lei, sorprendendolo. Si sedette di fronte al giovane, e con un cenno di intesa al marito, che con una scusa uscì in cortile con Andy, gli parlò a quattr'occhi.
-Ho parlato a lungo di questa faccenda con mio marito, ed insieme abbiamo pensato di proporti una soluzione alternativa allo stare da solo-
Capendo dove voleva andare a parare, Louis iniziò a scuotere la testa, ma la donna lo fermò dal replicare:
-Lasciami spiegare. Ci hai spiegato che tuo padre ha intenzione di vendere il vostro appartamento; per quanto sia una soluzione temporanea, è sicuramente uno spreco continuare a pagare le rate del mutuo per un appartamento da mettere in vendita. Pensavamo di proporti di trasferirti qui da noi, ad uso gratuito, in cambio del lavoro come giardiniere, senza aspettare luglio per sgomberare la casa-
-Non capisco perché vi prodighiate tanto per me... e poi, Harry cosa dirà?-
-Harry è d'accordo- lo sorprese il diretto interessato, capitando a fagiolo. Louis arrossi' fino alla radice dei capelli e desidero' ardentemente che una voragine si aprisse sotto i suoi piedi. Cercò di non guardare nella sua direzione, ma gli bastò sentire il profumo della sua camicia, che gli sfiorò una mano mentre il pianista si sedeva accanto a lui, per sentire il cuore in tachicardia. Occhieggio' verso Suzanne, che pareva del tutto ignara del tumulto del suo cuore, mentre si rivolgeva in francese ad Harry con un sorriso di affetto. I due ebbero un breve scambio di parole, che Louis non avrebbe afferrato nemmeno se fossero state nella sua lingua, e poi la signora Moreau si rivolse nuovamente a Louis:
-Pensaci, Louis. Ne trarremmo vantaggio tutti: noi, ad avere un aiuto e la tua compagnia; la vostra famiglia, che si sgraverebbe di un peso economico, e tu stesso, perché ci occuperemmo di te. Sarebbe un vantaggio reciproco- affermò lei mentre versava il caffè.
-Non so... ci devo pensare- riuscì a dire lui, mentre la vicinanza di Harry lo intossicava. Il pianista sorseggio' subito il caffe' amaro, mentre Suzanne porgeva il bricchetto del latte a Louis, il quale ne verso' una generosa dose nella sua tazza. A lui il caffe' piaceva soltanto dolcissimo e macchiato. Il contrario di Harry, insomma. La mano gli tremava mentre aggiungeva due cucchiaini di zucchero, tanto che qualche granello finì sul tavolo. Per fortuna rientrarono Andy e Alexander, che si aggiunsero alla merenda improvvisata, mentre Suzanne metteva in tavola un vassoio di biscotti.
Andy fece onore alla merenda inzuppando molti biscotti nel suo latte, mentre Louis a fatica finiva la sua tazza, con lo stomaco chiuso. Una volta finito controllo' l'ora.
-Andy... è ora di andare-
Il bimbo annuì, finì il latte e si puli' la bocca, alzandosi.
-Grazie mille di tutto. Sono molto felice di avervi conosciuto. E sono felice che mio fratello non sarà da solo- affermò il piccolo, mentre Suzanne lo abbracciava e Alexander gli stringeva la mano.
Andy si avvicinò ad Harry e gli fece cenno di abbassarsi; gli sussurro' qualcosa all'orecchio, ed Harry annuì.
Si congedarono, tornando a casa dal padre. Andy non volle rivelargli cosa aveva detto al pianista; spiegò invece al papà della proposta dei signori Moreau per Louis.
L'uomo annuì:
-Non è un fattore economico, Louis, perché possiamo permettercelo, ma sarei anch'io più tranquillo a saperti non da solo-
-Ah, sì? E questo da quando, di preciso? Ci hai lasciato soli per mesi, ed ora all'improvviso ti riscopri padre?- Sibilo' il ragazzo, gelandolo con lo sguardo.
-Louis, mi dispiace. Anche i genitori sbagliano; sto tentando di rimediare- affermò l'uomo. Louis non disse niente, mentre salivano sul taxi.

Il tragitto fu tranquillo, ed arrivarono in orario per fare con calma il chek-in.
Prima di imbarcarsi Andy strinse forte il fratello e gli mormorò all'orecchio:
-Ti voglio bene, fratello grande-
-Anch'io te ne voglio, fratello piccolo- gli rispose Louis, asciugandosi una lacrima. -Fai il bravo e scrivimi mail tutte le sere; se qualcosa non va, salto su sul primo aereo e vengo a prenderti. Capito?- Aggiunse guardando il padre, mentre teneva stretto il bambino a sé.
-Certo. Ti scrivo appena arrivo- lo assicurò il bambino, che aveva ricevuto in dono un tablet proprio per quel motivo.

Louis rimase a guardare i due imbarcarsi; il padre gli aveva soltanto stretto la mano, da uomo ad uomo. Louis capiva che fosse giusto così, ma era comunque arrabbiato con lui per averlo, ancora una volta, fatto sentire abbandonato.
-Per qualsiasi necessità chiamami- gli aveva detto, e poi aveva preso per mano il secondogenito, consegnando i biglietti alla hostess di terra.

Ed ora Louis era da solo, di nuovo. Una parentesi della sua vita chiusa.
Senza dire niente si diresse al parco della villa, cercando conforto nel vecchio cedro ultracentenario. A quell'ora nessuno era fuori, e c'era quiete. Louis spero' che fosse un buon presagio, sentendo finalmente l'adrenalina degli ultimi giorni scivolargli via di dosso.

Era nascosto alla vista, per cui nessuno, dalla villa, lo notò. Nemmeno Alexander, che uscì per indicare dove parcheggiare al Land Rover nero. Subito dopo scese una persona che Louis non aveva mai visto, evidentemente un autista. Finora aveva sempre visto Harry guidare, per cui aggrotto' la fronte: che novità era?
Dal modo in cui l'uomo salutò il signor Moreau, Louis capì che si conoscevano già.
Louis sentì Alexander dire:
-Deve abituarsi a questa novità-

Traduzione titolo: "Tutto cambia" (Ovidio)

Ad astraNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ