42. Non est vivere sed valere vita est

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-Ciao, piccolo- lo accarezzo' la voce di Harry. Louis socchiuse gli occhi, provando piacere fisico nel sentirlo. Premendo di più il cellulare all'orecchio rispose a bassa voce:
-Ciao, Harry. Scusa per prima-
-Non importa. Tendo ad essere un po' apprensivo-
-Com'è andata l'intervista?-
-Benissimo- mentì Harry, sorvolando sulle note scure che si erano addensate sul soffitto della sala conferenze e che lui aveva evitato di guardare troppo.
-È una bugia?-
-Come fai a dirlo?-
-Il tuo tono di voce circospetto-
-Non ho un tono di voce circospetto- lo contraddisse Harry, aggrottando la fronte.
Louis se lo immagino' esattamente così, sorridendo tra se e sé.
-Come sono le tue note?- Lo stupì il ragazzo.
Harry raddrizzo' la schiena, sorridendo a sua volta:
-Ora verdi, amore-
-Ok, mi fa piacere-
-Ne parli come se fossero reali-
-Sono reali per te, dunque me ne interesso anch'io- sussurro' Louis.
-Dove sei?-
-Seduto al tuo pianoforte. Mi manchi- rivelò Louis, accomodandosi meglio sullo sgabello ed appoggiando il viso alla tastiera chiusa, guardando il riflesso del soffitto sulla superficie lucida.
-Oddio. Mi uccide saperlo. Non vedo l'ora di tornare da te. Hai studiato?- Rispose Harry, il cuore gonfio di emozione.
-Sì...-
-Bene. Stai facendo una pausa?-
-Sì; quando inizi a registrare il programma?-
-Tra mezz'ora. Tu mi raccomando, studia. Se vuoi mettiti nella mia camera; fai come se fossi a casa tua. Dio, come vorrei averti qui-
-È colpa tua se non sono lì con te- brontolo' Louis.
-Ti porterò a Parigi presto, te lo prometto. Ora fai merenda e poi studia-
-Uffa. Sì, lo so. Senti, ti darebbe fastidio se mi trovassi con una amica a studiare? È Amelie, te ne ho parlato-
-Tutto quello che vuoi, piccolo. Se vuoi, chiedile di venire a studiare lì da te-
-Ma come, ne sei sicuro? Piuttosto ci troviamo da qualche parte...-
-Falla venire senza problemi, Louis. Basta che non sveli particolari privati sul proprietario della villa- scherzo' Harry. Era sollevato nel sapere che stava iniziando a farsi qualche amico.
-Ok, glielo chiederò. Anche perché Liam stasera si vede con Sophie, non mi andava proprio di fare il terzo incomodo- decise Louis.

Amelie rispose con entusiasmo all'invito: era anche lei nella fase "studio matto e disperatissimo" ed accolse con sollievo la proposta.
-Caspita. Hai conoscenze altolocate. Cosa altro mi nascondi, Lou?- Esclamò, impressionata, entrando in biblioteca.
-Io sono solo un ospite. Non farmi troppe domande- rispose lui, precedendola alla sua postazione, piena di libri e fogli volanti.
I due studiarono tutto il pomeriggio; Liam li raggiunse per accertarsi che fosse tutto a posto e per congedarsi per cena. Amelie lo guardò per tutto il tempo di sottecchi e con le guance arrossate; Louis la prese in giro per tutto il resto della serata.
La domenica scivolo' via lentamente tra un ripasso solitario di matematica ed uno di letteratura; Louis aveva i capelli scarruffati e l'aria stanca, quando Harry lo prese alla sprovvista, entrando. Era tornato in anticipo.
Louis si alzò e gli si fiondo' tra le braccia, sentendosi all'improvviso euforico.
-Ho anticipato il volo. Niall si è arrabbiato, ma ne è valsa la pena- gli disse tra i capelli, mentre le mani iniziavano a vagare dappertutto ed i respiri si facevano irregolari. A malapena ebbero la decenza di spostarsi in camera, chiudendo la porta con un calcio, mentre Louis allacciava le gambe attorno ai fianchi del pianista e si lasciava gettare di peso sul letto.

Più tardi, appagati ed esausti, si spostarono in cucina. Niall e Liam li raggiunsero; il clima era allegro e rilassato.
-Hai fatto un figurone, Harry. Lo show televisivo sarà un successo- si complimento' il manager, contento nonostante il fuggi fuggi per poter rientrare a Londra in anticipo.
-Bene. Da domani, studio di registrazione- fece Harry, scacciando via dal viso di Louis un filo verde. Lo fece senza pensare, ed il ragazzo aggrotto' le sopracciglia. Harry segui' con lo sguardo il filo, in alto, che dava il via ad una serie di note.
-Vi spiace cenare senza di me? Devo andare- esordì, alzandosi. Nessuno dei tre si scompose, ed il pianista sussurro' a Louis:
-Appena puoi, raggiungimi-
Louis annuì, sorridendogli.
Appena Harry fu uscito, la sua espressione cambiò radicalmente. Degluti' un groppo di commozione e tentò di dissimulare, cosa che fu notata da Liam.
-Lui è così. Non sarà mai diverso da quello che è- affermò, e Louis annuì, scacciando una lacrima dispettosa con la mano.
-Lo so. È solo che ogni tanto questa cosa mi commuove-
-Non deve essere facile, per te- lo sorprese Niall. I due si voltarono a guardarlo, e lui aggiunse:
-È che lui finge sempre con tutti di essere normale, mentre con noi lascia che la realtà venga a galla, e io capisco Louis nel suo desiderio di normalità. Anch'io a volte scalpito e mi chiedo chi me lo faccia fare. Poi lui esordisce con una frase delle sue, si mette al piano, ed è magia, ed allora sento che ne vale la pena-
Gli altri due annuirono, mentre in lontananza si udiva il suono del piano.

Louis lo raggiunse dopo una mezz'ora, lasciando i due a fumare una sigaretta all'esterno.
Non appena varco' la soglia la musica di Harry cambiò, scivolando verso note più dolci e intense, e Louis si sentì di nuovo sopraffare, ma stavolta dall'emozione.
-Mettiti qui di fianco- lo chiamò il pianista, facendogli un cenno. Louis andò ad appoggiarsi coi gomiti sul coperchio del pianoforte, incrociando il suo sguardo con quello di Harry. Il pianista continuò a guardarlo mentre dalle sue dita scaturivano note fluide e piene di emozione, in una nenia struggente e dolcissima che fece venire la pelle d'oca al ragazzo.
-Ma come fai?- Commentò, sbalordito.
-Sei tu. Tu mi fai questo- affermò Harry, guardando tutto attorno a Louis e sorridendo, per poi socchiudere gli occhi.

22/02/2017 Traduzione titolo: "La vita non è essere vivi, ma stare bene"
Ringrazio ancora @vintagevx e @med_icine per avermi fatto notare l'errore nello scorso capitolo: avevo lasciato scritto Tamigi anziché Senna🙈
Questo è successo perché io non sono sempre lineare con la stesura: mi vengono a mente scene che butto giù in attesa di contestualizzarle più avanti, per non perdere la freschezza della descrizione...la scena di Harry che si affaccia era inizialmente ambientata a Londra...e poi l'ho usata per Parigi, lasciandomi sfuggire il cambio di fiume😀🙈🙈

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