4- Ad maiora

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La risposta del padre arrivò il giorno prima del suo compleanno, l'antivigilia di Natale.
Il padre si scusava per la prolungata assenza, dovuta a motivi di lavoro. Aveva firmato il contratto con una compagnia petrolifera e si trovava su una piattaforma; chiedeva a Louis di pazientare, di avere cura di Andy e gli aveva allegato un consistente assegno, scusandosi di non aver capito prima d'ora di averli messi economicamente alle strette.
La tristezza che provò fu grande; cercò di nasconderlo ad Andy, accompagnandolo a scuola come se nulla fosse, e sospirò a fondo una volta che il bambino fu entrato.
Non aveva assolutamente voglia di andare a scuola a sua volta. La sua media alta gli garantiva un margine di sicurezza; decise di darsi malato e saltare le lezioni.
Seguendo il corso dei suoi pensieri, non si accorse di essere arrivato al centro commerciale. Visto il freddo, entrò. Non doveva fare acquisti, perché il regalo per Andy, una maxi confezione di Lego Ninjago, era arrivato tramite Amazon due settimane prima, ma decise che bigherellonare per negozi gli avrebbe risollevato il morale.
Come sempre, finì nella libreria, che aveva anche un fornito assortimento di CD. Curioso' qua e là e scialacquo' una piccola somma per acquistare qualche libro nuovo sui motori per Andy.  Sapeva benissimo che nessun regalo avrebbe compensato la mancanza dei genitori, ma confidava che i libri l'avrebbero occupato per qualche ora di relax, e poi leggere faceva bene.
Esitò, passando oltre, su alcune raccolte: poteva ascoltare musica all'infinito su Spotify, non serviva acquistare CD. Stava per andarsene, quando poso' lo sguardo sulla lettera S, trovando niente meno che "Harry Styles" nella sezione musica classica. Con un colpo al cuore, capì che la signora Thomas aveva detto il vero: il giovane proprietario della villa era davvero un pianista.
Seguendo un impulso dettato dal momento, Louis estrasse il CD di prova ed andò ad inserirlo in uno dei lettori, collegati alle cuffie, destinati al pubblico.

Rimase ad ascoltarlo per un'ora intera. Non si rese nemmeno conto di avere le lacrime agli occhi; la musica lo aveva talmente rapito da fargli dimenticare dove fosse, perdendo il senso del tempo. Tornò a casa col cuore in tumulto, e cercò il nome di Harry su Internet, ascoltando e salvando quanti più brani possibili. Se c'era una cosa che Louis amava, era la musica. Ed Harry era un compositore sublime.

Arrivò al lavoro in anticipo, direttamente dal centro commerciale; il signor Morris gli aveva affidato la chiave del cancello, ma avrebbe anche potuto suonare il campanello e farsi aprire dal custode. Senza disturbare, entrò nel parco.
Passeggio' lungo il vialetto ancora con la mente altrove: la musica del piano aveva risvegliato nel suo cuore ricordi bellissimi e struggenti, della sua amatissima mamma che suonava il pianoforte a Natale, con la famiglia radunata attorno, nella vecchia dimora dei suoi nonni: zii, cugini e nonni che ora parevano cartoline sbiadite nella sua memoria. Dopo che era morta sua madre, sei anni prima, non erano mai più tornati a trovarli. Erano a migliaia di chilometri di distanza, ma lontanissimi soprattutto nel cuore. E la dolcissima musica di Harry gli aveva risvegliato pensieri che in genere evitava; ricordi sopiti, conservati gelosamente sotto chiave.
Chissà se Andy se la ricordava.
Non parlavano mai di lei. Avrebbe dovuto farlo. Si ripromise di rispolverare un vecchio album di famiglia per parlargli di lei.
Arrivò al capanno degli attrezzi, situato nel retro dell'ala sud. Come sempre iniziò col raccogliere le foglie dal vialetto, che veniva tenuto impeccabilmente in ordine. Stava spazzando con forza, quando il cancello, in lontananza, si aprì. Il silenzioso e potente fuoristrada nero si profilo' tra gli alberi, e Louis, preso in contropiede, scappò via dietro alla cappella, il cuore a mille. Non se la sentiva di parlare con Harry. Non ancora.  Si ricordò all'improvviso di aver abbandonato rastrello e sacco in mezzo al viale, e spero' che la macchina li evitasse. Si sporse a sbirciare, sentendosi in colpa. Non voleva che la macchina subisse danni a causa sua; la vettura, per fortuna, si diresse alla rimessa per le auto, svoltando dall'altra parte. Con un sospiro di sollievo Louis andò a recuperare gli attrezzi, ma fu sorpreso dalla voce della signora Moreau:
-Louis! Avevi lasciato il rastrello sul vialetto?-
Louis arrossi' fino alla punta delle orecchie, colto in fallo. Annuì:
-Mi dispiace. Non succederà più-
-Benedetto ragazzo, ma per quale ragione hai abbandonato tutto e sei fuggito?-
-Mi pareva...mi pareva di aver visto qualcosa, dietro alla cappella. Mi dispiace-

La donna, che aveva imparato ad apprezzare la quieta ed operosa presenza del ragazzo nel giardino della villa, capì che Louis si fosse vergognato e non avesse voluto farsi vedere da Harry, e lasciò correre. Era un ragazzo, e da quello che le aveva raccontato il signor Morris, si stava occupando tutto solo del fratello di otto anni, facendo le veci di un padre assente.
-Non preoccuparti, Louis. Non è successo niente. Hai pranzato?-
Lieto di aver scampato una sgridata, Louis sorrise alla cuoca:
-Sono a posto, grazie-
Lo stomaco lo tradì con un brontolio rumoroso, e la donna gli strizzo' l'occhio:
-Ti preparo io una bella tazza di zuppa calda. Quando hai finito di spazzare il vialetto, ti aspetto in cucina-
Louis, grato e commosso dalle attenzioni materne della donna, si mise al lavoro di buona lena. Tenne d'occhio l'ala ovest, ma Harry evidentemente era entrato dall'ingresso laterale, per cui Louis proseguì tranquillizzato.
Alle due si era portato avanti con il lavoro, e quando arrivò il vecchio Morris si prese cinque minuti per andare in cucina a trangugiare un piatto di zuppa di zucca coi crostini, deliziosa.
-Grazie, signora Moreau- disse sorridendo. Quando il suo sorriso era sincero, gli si illuminavano gli occhi, e la donna sentì un moto di affetto per quel ragazzetto magro, che pareva un elfo, e che nonostante tutto aveva una gran forza di volontà.
-Puoi chiamarmi Suzanne. Ne vuoi ancora?-
-No, grazie. Sono a posto. Grazie infinite ancora- si congedo' Louis, uscendo.

Più tardi, quando il signor Morris entrò in cucina per un caffè che era diventato una consuetudine, la donna gli chiese:
-Ma dov'è il padre di Louis?-
-È da qualche parte al largo del mar Baltico, mi pare di aver capito. Tra l'altro, ho scoperto per puro caso che non tornerà per le festività natalizie. È ignobile lasciare due ragazzini così da soli-
-Ma poveri cari...non è possibile!-
-Già- annuì il vecchio giardiniere, guardando fuori, verso la figura di Louis che stava trasportando un fascio di rami secchi - senza contare che domani è il compleanno di Louis.
Avevo pensato, con mia moglie, di invitarli per Natale, ma quella buonanima di mia cognata ha ben pensato di farsi ricoverare, ed abita a trecento chilometri da qui. Partiamo domattina per andare a trovarla, rimanendo lì qualche giorno-
In quel mentre entrò il custode.
La donna lo mise subito al corrente della faccenda.
-Caro, cosa dici, potremmo invitarli a mangiare qui con noi domani sera? Mi piange il cuore a pensare a quei due poveri bambini tutti soli, ed è il compleanno di Louis-
L'uomo, di buon cuore quanto la moglie, ci riflette' un attimo.
-Per domani tutta la villa sarà disabitata: le cameriere hanno chiuso tutte le stanze degli ospiti ed il salone, stamane. Il signor Harry sarà assente, saremo solo noi. Si può fare-
La signora Moreau batte' le mani:
-Magnifico! Non vedo l'ora di conoscere quel bambino-

Ad astraWhere stories live. Discover now