28. Repetitia iuvant

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Louis si rivesti' con lentezza. Si sentiva le ossa rotte, come durante l'influenza, e lo zigomo aveva ripreso a pulsare.
Harry gli aveva portato la crema all'arnica e due compresse di antidolorifico, ed era uscito per permettergli di rivestirsi. Il ragazzo si guardò allo specchio: aveva una vistosa tumefazione, ed il labbro gonfio. Ripenso' alle parole di Malik: "è pazzo". In quel momento ci credette davvero, sentendo un senso di disagio.

Harry trovo' Liam nel suo ufficio. Sapeva che lo avrebbe trovato lì; senza dirsi tante parole, i due erano sulla stessa lunghezza d'onda.
Il pianista chiuse la porta alle sue spalle, mentre Liam restava in silenzio.
-Cosa ne pensi?-
-Penso che sia sbagliato non denunciare quei tre coglioni, Harry. Dobbiamo portarlo al pronto soccorso, far documentare l'accaduto con le prove e denunciarli, cazzo!-
-Io penso che potremmo agire in maniera diversa- affermò Harry, sedendosi alla scrivania.
-Cosa intendi dire?-
-Mi hai detto che quell'imbecille è il figlio del capo della polizia, e crede di poter fare il bello ed il cattivo tempo. Dovrebbe ridimensionare questa convinzione- commentò Harry, fissandolo negli occhi.
Liam lo guardò' per un lunghissimo minuto, poi annuì.

Louis era nella stanza del pianoforte, con sguardo assente. Si voltò mentre Harry entrava, facendogli stringere il cuore nel vedere il suo bel visino rovinato.
Il pianista lo raggiunse e gli circondo' le spalle con un braccio, massaggiandogli la spalla.
-Come va? Ti fa ancora male?-
-Meno, sento solo un fastidioso pulsare- lo informò Louis, appoggiandosi addosso al suo torace.
-Te la senti di cenare?-
-Non ho fame...-
-Ok. Mi fai compagnia mentre mangio? Vieni in cucina con me?-
Louis annuì, alzandosi con una smorfia. Raggiunsero la cucina in silenzio, ed Harry si premuro' che stesse comodo e che avesse una spremuta d'arancia da bere.
-Dov'è Liam?- Chiese Louis.
-Il suo orario è finito. Sta andando ad allenarsi-
-Allenarsi? Cosa fa?-
-Non te l'ha mai detto? Insegna boxe-
-Ah, ecco perché mi proponeva di insegnarmi qualche mossa di autodifesa-
-Nei periodi di attività, lui e Niall spesso soggiornano qui, o meglio, nell'ala sud, sopra alla cucina. Te lo dico perché li vedrai spesso, nei prossimi tempi-
-Mi fa piacere. Non ti ho detto la cosa più importante di tutte: il preside mi ha concesso di assentarmi senza problemi-
-Senza problemi?-
-Sì-
Harry sorrise, scuotendo la testa.
-Te lo chiedo perché tuo padre mi ha telefonato oggi- svelò il pianista.
-Ops. Comunque permesso accordato, ed è quello che conta, no?-
Harry si sporse verso Louis appoggiando i gomiti sull'isola, guardandolo in silenzio.
-Cosa c'è? Sono così orribile?-
Harry sorrise, scuotendo la testa.
-No. Ma vedo ombre scure, Louis. La cosa non mi piace: quelli ti hanno turbato e ti hanno fatto del male-
Louis spalanco' gli occhi. Lo sorprendeva sempre, sentirlo parlare della sua stranezza, perché ne parlava come se fosse una cosa normale. Perché per lui era normale. E si chiese come potesse essere il convivere con una cosa del genere, tutti i giorni, tutti gli anni della propria vita.
-Ogni volta che accenno alla mia malattia sei sulle spine, Louis. Ti spavento?-
-Cosa dici? No. Con te mi sento al sicuro- rispose subito Louis, con sincerità.
-Che cosa carina mi hai detto- sorrise Harry, al che il ragazzo paro' le mani avanti:
-Prova a dire che sono tenero o menate del genere e ti picchio. E credimi, oggi ho imparato com'è fatto un pugno-
-Non sei spiritoso. Era una battuta orribile- protesto' il pianista, recuperando una teglia di pasta al forno dal microonde.
-Mmm, che profumino. Cos'è?-
-Pasta integrale pasticciata con verdure -
-Pasta? La adoro. Mi è venuta fame- esclamò Louis.
-Suzanne è una cuoca superlativa- convenne Harry, preparando due piatti. I due si sorrisero e presero a mangiare, ma al primo boccone Louis si rese conto che il labbro spaccato gli doleva.
-Piano. Fai bocconi piccoli- gli disse Harry prendendogli la forchetta dalla mano e preparandogli un boccone di modeste dimensioni. Louis aprì la bocca, esitante, e si fece imboccare, masticando con cautela.
-Hai ragione. Che palle, però-
-Vorrà dire che per una volta mangerai masticando bene- commentò Harry con un mezzo sorriso. Consumarono il pasto con lentezza, Louis con cautela per non sentire troppo male, ed Harry ricoprendolo di attenzioni premurose.

Quattro isolati più in là, quattro persone vestite in jeans scuri e felpa nera col cappuccio alzato si dirigevano sul retro di un locale.
-Mi fanno quasi pena. Quanto anni hanno?-
-Appena maggiorenni- rispose Liam, accendendosi una sigaretta ed appoggiandosi sul muro con la schiena ed un piede. -Mi raccomando, niente attaccare per primi e senza esagerare. Dobbiamo solo spaventarli un po'- si raccomando', esalando una nuvola di fumo.
Gli altri tre protestarono, ed uno disse:
-Eddai, coach, e dov'è il divertimento?-
-Risolvere le cose con la violenza è una cosa sbagliata. Questa è una eccezione. Questa sera lo scopo non è divertirsi, è fare un favore ad un amico- preciso'.
Poco dopo un addetto alla sicurezza aprì la porta sul retro, facendo un cenno a Liam:
-Tutto a posto, coach. La videocamera di sicurezza è disattivata per mezz'ora. Se uscissero nomi, voi eravate dentro con il personale- garantì.
Liam buttò la cicca a terra e la spense col piede:
-Grazie, George. Ci vediamo in palestra-
-Certo, coach. Mi spiace di lavorare stasera, vi avrei aiutati volentieri. Quel coglioncello mi ha fatto venire prurito alle mani molte volte. Ciao ragazzi- si congedo', rientrando.
Poco dopo, Black, Malik e Greene uscirono sul retro. La porta di sicurezza si richiuse dietro di loro, che si trovarono spalle al muro davanti a tre energumeni.
Liam rimase indietro, appoggiato al muro di fronte.
-Malik. Cosa non ti è chiaro del concetto "lasciate in pace Louis"? O forse, ti sei dimenticato della nostra chiacchierata?- Fece, abbassando il cappuccio e rivelando il volto.
-Payne. Sei nei guai, mio padre è il capo della polizia e...- la voce morì in gola a Black con uno sbuffo d'aria esalato di colpo, provocato da un potente gancio destro giusto sul plesso solare che lo fece crollare a terra.
-Piano, calma. Non vogliamo ucciderli, vogliamo soltanto che ci ascoltino- lo blandi' Liam con un tono calmo e minaccioso. Il ragazzo che aveva colpito Black annuì, tornando a guardare la sua vittima piegata in due a terra. Greene e Malik guardarono spaventati Ryan.
-Allora, le cose stanno così. Non me ne frega un cazzo se tuo padre è il capo della polizia, il primo ministro o il papa, è chiaro? Se infastidite ancora Louis, io vi troverò. E con me ci sarà una squadra. E le prenderete di santa ragione. È chiaro il concetto?-
Black tossi', ancora senza fiato. Liam si avvicinò all'improvviso a lui con uno scatto felino, prendendolo per la maglietta e sollevandolo senza sforzo.
-È chiaro il concetto, coglione?-
Black annuì, e poi tentò di colpirlo a sua volta, ma Liam lo mise k.o. con un gancio esplosivo sulla mascella, che lo fece finire di nuovo a terra.
-Fermo, lo uccidi!- Grido' Malik, facendo uno scatto verso di lui. Lo intercetto' uno dei ragazzi con estrema facilità, bloccandogli le braccia dietro alla schiena. Ma Liam non aveva intenzione di colpirlo ancora: stava osservando Greene che le prendeva da un altro dei suoi allievi di boxe, il quale aveva reagito ad un attacco del ragazzo.
-Malik. Il tuo amico starà bene, non preoccuparti- gli disse, guardandolo in viso. -Stavolta ci siamo andati piano. La prossima volta, non dirò loro di trattenersi-
Zayn voltò il capo, sconfitto, stringendo gli occhi in attesa di un pugno che non arrivò.
-Non prenderei mai a pugni una persona indifesa. Quello lo fanno le persone senza onore come voi- lo gelo' Liam, mentre il ragazzo che lo teneva fermo lo lasciava andare.
-I tuoi amici sono fuori combattimento. Ricorda loro quello che ti ho detto- gli disse Liam, gettando uno sguardo sprezzante ai due ragazzi a terra, che gemevano doloranti.

Poco dopo, Liam redarguiva i
ragazzi:
-Ricordatevi: mai alle spalle, sempre correttamente e mai approfittare della propria forza. Stasera è stata una eccezione: è contro la mia natura usare la violenza per risolvere le cose. Ma stavolta mi è stato chiesto da un amico e gli ho fatto un favore-
-Lo sappiamo, coach. Ora, andiamo a festeggiare?-
-Io vado dalla mia ragazza. Ci vediamo in palestra. Grazie a tutti- si congedo' Liam.

Poco dopo, ad Harry squillo' il cellulare. Il pianista si alzò dal divano della saletta del pianoforte per raggiungerlo, lasciando Louis semi-addormentato.
-Harry, tutto a posto-
-Grazie, Liam. So quanto ti sia costato farlo. Grazie davvero-
-Non c'è problema, amico. A domani-
Harry chiuse la comunicazione e si diresse al divano, osservando il viso del suo amato contornato di note color smeraldo. Note dolci, note che volevano essere suonate. Le ombre si erano dissolte mentre Louis si addormentava, aiutato dalla tisana alla valeriana che aveva preparato Suzanne.
Alzò il coperchio del pianoforte e permise alle note di fluire dalle sue dita, come una magia, suonando in sordina, per non svegliare Louis.

3/02/2017 Doppio aggiornamento!
Non potevo lasciarvi in sospeso su un capitolo così esplosivo, mi sentivo in colpa😉
Buona serata a tutti😘

Ad astraWhere stories live. Discover now