17. Aequam memento servare mentem

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Harry l'aveva lasciato solo nella stanza, quella stanza che richiudeva la sua diversità. Ma Louis, dapprima spaventato dalla vastità della cosa, sentì dentro il suo cuore un sentimento nuovo: non era compassione, come aveva detto Harry. No; era più simile all'empatia, al desiderio di confortarlo, di non farlo sentire isolato.
Perché Harry faceva questo: si isolava volontariamente nel suo mondo fatto di note e spartiti musicali, e lasciava che la vita gli scorresse accanto, senza curarsene.
Dopo un bel po' uscì. Aveva perso la concezione del tempo; gli sembrava che da quel mattino, quando si era alzato, fossero passati giorni interi. Ed in effetti era successo di tutto, ed ora era sera tarda.

Nel suo appartamento ritrovò un barlume di quotidianità nella mail giornaliera di Andy, che gli raccontava di quanto fosse tutto fantastico e di quanto bella fosse la nuova scuola; gli aveva persino scritto delle parole in svedese, cosa che lo fece scuotere la testa sorridendo.
Tornò serio, e si sedette alla scrivania della sua camera a guardare fuori dalla finestra, verso il cancello illuminato dai lampioni della strada.
Memento mori.
La frase incisa nella targa ora gli pareva avesse un'altra sfumatura, più sarcastica. Ricordati che, dopo una vita a combattere contro tutto e contro tutti, devi morire.
Passò due ore buone a navigare su Internet per leggere quanto più possibile sulla schizofrenia, non riconoscendo Harry nella maggior parte delle cose scritte. Ma, forse, lui aveva una percezione distorta del pianista.
Si passò una mano tra i capelli e fece una smorfia: in tutto quel caos, si era quasi scordato di Black e del fatto che gli aveva strappato delle ciocche di capelli mentre gli infilava la testa nel wc. E l'indomani lo avrebbe rivisto...
Si addormento' di colpo lo stesso, sognando occhi verdi e note musicali.

L'indomani, si svegliò con una risolutezza che non sapeva di avere. Si lavo', fece colazione e si diresse a scuola. Giunse in anticipo e aspetto' che arrivasse il preside; mezz'ora dopo tre ragazzi vennero convocati tramite gli altoparlanti.

Black gliela giuro', e Louis lo guardò a testa alta, fingendo indifferenza. La bravata costò tre giorni di sospensione ai ragazzi; il preside, una volta usciti, affermò:
-Signor Tomlinson, io ammiro il suo coraggio, ma si rende conto che le renderanno la vita impossibile?-
-Lo so, preside. Ma era la cosa più giusta da fare- rispose Louis, che era già preoccupato di suo, ma convinto di aver fatto bene.

All'improvviso, non era più il ragazzo invisibile. Sopporto' occhiate e bisbiglii alle spalle per tutto il tempo delle lezioni; in mensa consumo' il suo pasto in solitudine, perché nessuno voleva inimicarsi i tre bulli. I cambiamenti richiedevano tempo, pensò Louis. Usò la Wi-Fi della scuola per continuare le sue ricerche sulla patologia di Harry, con scarsi progressi.

Quel pomeriggio intercetto' Liam.
L'autista era intento a controllare i dati della revisione della Land Rover in scadenza.
-Ciao-
-Ciao, Louis- lo salutò, guardandolo brevemente. -Tutto bene? Quelli ti hanno infastidito di nuovo?-
-Nah. Sono stati sospesi-
Liam lo guardò con più attenzione:
-Li hai denunciati?-
-Già-
-Hai fegato...oppure non ti interessa di morire giovane- scherzo' Liam, sorridendo.
-E cosa dovevo fare? Sono la metà di loro. Fisicamente non ho alcuna possibilità. Mi resta solo il farmi valere in altri modi; e poi è solo per un periodo. Tra qualche mese avrò gli esami e la cosa finira'-
Liam lo guardò. Il ragazzo gli stava simpatico.
-Harry ha ragione: sei fuori dall'ordinario- commentò.
-Come lui- ribatte' Louis, e subito Liam gli gettò un'occhiataccia, ma poi capì che non aveva intenzione di prenderlo in giro.
-Da quanto tempo conosci Harry?- Chiese Louis sedendosi sul sedile di guida. Liam era seduto su quello del passeggero, davanti al vano portaoggetti aperto.
-Lo conosco da molti anni. Mio padre lavorava per la sua famiglia, e tutt'ora la nostra ditta di autonoleggio si occupa di loro, quando vengono-
-Sembrate amici-
-Harry non ha amici. Ma ormai lo avrai capito-
-Ma vi comportate come se lo foste-
-Certo; gli sono affezionato. Le nostre famiglie sono amiche. Ma lui tiene tutti a distanza, Louis-
Il ragazzo si guardò le mani, tacendo.
-A cosa stai pensando?-
-Al fatto che vorrei aiutarlo. Vorrei che non si isolasse così-
Liam richiuse il libretto della macchina, scegliendo con cura le parole.
-Louis...quello che sto per dirti è strettamente confidenziale, e deve rimanere tra noi due. Harry ha cambiato terapia da pochi giorni, ma ti sei chiesto perché? Ha cambiato dopo che tu gli hai scombinato la sua quotidianità. L'hai colpito. E questa può essere una buona cosa. È la prima volta che qualcuno gli arriva così vicino. Nel suo mondo, finora, ci siamo stati soltanto io, i Moreau e la sua famiglia. Lui non ha mai voluto nessun altro-
Louis annuì, serio.
-Ma devi renderti conto di una cosa: lui è così. Non può "guarire", non può cambiare. Ci deve convivere a vita. Può assumere dei farmaci per migliorare la sua qualità di vita, ma la patologia sarà sempre un suo tratto distintivo. Tu devi essere certo di voler entrare a far parte di tutto questo, perché, altrimenti, se hai dubbi, te lo chiedo davvero col cuore: piuttosto lascia perdere-
-Io non ho dubbi. I dubbi me li fai venire tu: ti piace Harry?-
-Stai scherzando?! Io sono etero e felicemente fidanzato- esclamò l'autista, guardandolo male. -Te lo dico soltanto perché, nonostante lui tenga tutti a distanza, hai ragione: sono un suo amico-
-Meglio così- concluse Louis, facendolo sorridere:
-Non ti facevo così intraprendente. Mi avevi dato l'impressione di un ragazzino timido e pauroso. Invece sei forte-
-Beh, non esageriamo. Harry mi intimorisce sul serio, a volte- confessò Louis, guardando verso l'ala nord.
-Su, ragazzino. Vai da Harry; sostiene che senza la tua presenza non riesce a comporre. Qualcosa vorrà dire, no? Il medico, ora, vuole vederlo settimanalmente, per cui non ha più l'impegno quotidiano, visto che risponde bene al farmaco. Vai- lo sprono' Liam.
-Grazie, Liam-
-Di nulla. Aspetta, l'ultima cosa: oggi porto la macchina a fare la revisione, ma domani voglio insegnarti qualche mossa di autodifesa. Non puoi andare in giro così, a scuola-
Louis lo abbraccio' di slancio, contento di aver trovato un nuovo amico, e poi si diresse dal pianista. Il suo cuore accelerava ad ogni passo, mentre si avvicinava alla biblioteca.

Traduzione titolo: "Ricordati di mantenere la mente serena" (Orazio)

Ad astraWhere stories live. Discover now