18. Alis volat propiis

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Trovò Harry seduto al piano, con le mani in grembo. Non si voltò quando entrò nella stanza, anche se Louis era sicuro che lo avesse sentito.
Il ragazzo andò a sedersi sul divano, nel silenzio.
La quiete dell'ambiente, unita al sottofondo del vento, fuori, lo rilassarono, ma era anche all'erta. Se aveva capito una cosa di Harry, era che sotto l'immobilita' si celava una grande energia interiore, pronta ad esplodere in gesti impulsivi.
Poco dopo invece, Harry sospirò e si alzò dallo sgabello. Louis raddrizzo' la schiena, sull'attenti, mentre suo malgrado il cuore iniziava a galoppare. Harry gli provocava un tumulto interiore che non aveva mai sperimentato prima.
-Guarda- gli disse semplicemente il pianista, porgendogli i palmi aperti.
Dapprima Louis non capì. Poi, osservando attentamente le dita, notò un lieve tremolio, ed aggrotto' la fronte.
-Stai male?-
-È uno degli effetti collaterali dei farmaci che prendo. Ed è il motivo per cui ho dovuto annullare il resto dellaa tournée- spiegò il pianista, lasciandosi cadere accanto al ragazzo. Louis sentì il divano sprofondare leggermente.
-Non puoi farci nulla?-
-Certo. Posso diminuire la dose. Con ovvie conseguenze- rispose sarcasticamente l'altro, passandosi le mani tra i capelli ed arruffandoli.
-Fammi vedere- disse con coraggio Louis, mentre le guance arrossivano suo malgrado.
Harry gli porse le mani, e Louis le prese tra le sue. Erano grandi, forti e fredde, a contrasto col calore delle sue, che aveva tenuto in tasca tutto il tempo.
-Sei gelato. Non può essere il freddo?- Commentò, sentendo pesare su di sé quello sguardo ipnotico, così intenso da stordirlo.
-Non ho freddo, Louis. Cosa ci fai qui? Non inizi a lavorare alle tre?-
-Sono venuto prima. Ho chiacchierato con Liam. Non preoccuparti, il tuo giardino sarà curato a dovere-
-Perché sei venuto prima?-
-Per vederti-
-Per osservare il fenomeno da baraccone?-
Lo sguardo ferito di Louis fece pentire immediatamente il musicista.
-Scusa. Non è facile, per me. Non sono molto incline ai rapporti umani-
-Non preoccuparti. Ci conosciamo poco, ma sai che non ti prenderei mai in giro, Harry-
Harry lo guardò con un breve sorriso:
-È la cosa più carina che tu mi abbia mai detto-
-Di solito non riesco a parlare molto, con te...-
-Me ne sono accorto. Mi parlavi soltanto di tuo fratello. In tutto questo casino, non ti ho più chiesto come stai, Louis. Senti molto la sua mancanza?-
La premura di Harry, unita al fatto di tenergli le mani per scaldargliele, commossero un po' Louis, che girò la testa verso il caminetto spento per nascondere il luccichio dei suoi occhi. Harry gli prese il mento tra pollice ed indice, facendolo voltare nuovamente verso di lui:
-Non nasconderti da me-
-Sì, mi manca. Ma per il momento, tutta questa situazione mi ha distratto, e per fortuna ci penso poco- disse con sincerità Louis. Harry lo guardò male:
-Ah, sono un diversivo, eh? Sono felice di esserti utile-
Louis ridacchio':
-Non intendevo in questo senso-
Harry lo guardò, beandosi di vederlo sorridergli. Non capitava spesso.
-Comunque le tue mani non tremano più- cambiò discorso Louis. Era vero.
Harry lo tenne per mano e lo fece sedere al piano con lui, iniziando a fare gli esercizi di scale di riscaldamento. Louis gli rimase accanto per un po', poi sbircio' l'orologio e mormorò:
-Devo andare-
-Resta qui-
-Ma devo lavorare, non posso fare tardi. Il mio capo mi sgriderebbe- scherzo'.
Harry non sorrise, lo osservò e poi affermò:
-Mandami Liam, quando torna dall'autofficina. Resta nei paraggi-
-Ok. Comincerò dal vialetto, sono qui fuori- lo rassicuro' Louis.

Il signor Morris lo salutò con un cenno:
-Ciao, Louis! Tutto bene?-
-Buongiorno. Sì, grazie. E lei?-
-Insomma...potrebbe andare meglio. L' artrite si fa sentire; speriamo nella bella stagione, altrimenti dovrò pensare a farmi sostituire- gli confidò l'anziano giardiniere.
-Oh no, mi dispiace- si rammarico' il ragazzo.
-Non ci pensare. Vado a potare la siepe; oggi c'è la squadra. Pensi tu al vialetto?-
Louis annuì, andando a prendere carriola e rastrello. Sperava che il rumore del trattore taglia erba non disturbasse troppo Harry.

Si occupò del vialetto e dei cavalli, cercando di rimanere sempre nei paraggi dell'ala nord. Poi, suo malgrado, dovette allontanarsi per seguire dei lavori; il parco era enorme, e le zone erano sistemate a rotazione.
Ad un tratto, mentre seguiva tre giardinieri, si sentì chiamare da Liam. Sentendosi in colpa si rese conto che aveva perso la cognizione del tempo e non lo aveva notato rientrare. Lo raggiunse:
-Scusami, Harry mi aveva detto di dirti di raggiungerlo, ma non ti ho visto rientrare-
-Stavi lavorando, non preoccuparti. Gli ho già parlato. Ti aiuto a fare le valigie-
Louis alzò le sopracciglia, interdetto.
-Dalla tua espressione capisco che non ne sai niente. Ti trasferisci anche tu alla villa-
-Scusa, ma chi l'ha detto?-
Liam lo guardò con intenzione.
-Ok. Va bene. Visto come stanno le cose, mi va bene- capitolo' Louis.
Dettate le ultime indicazioni, seguì Liam dentro l'auto. Stiparono vestiti, libri e oggetti in alcuni scatoloni; nei giorni seguenti avrebbero svuotato progressivamente l'appartamento, ma intanto il primo passo era fatto.
-Potresti spedire le cose di tua madre a Stoccolma- suggerì Liam, e Louis la trovò un'ottima idea, appuntandosi di informarsi a riguardo.

Appena Liam parcheggio' nel piazzale, il signor Moreau uscì ad aiutarli per scaricare il bagagliaio.
-Sono molto felice di averti tra noi, Louis- gli sorrise il custode.
Trasportarono tutto nella camera adiacente a quella di Harry, su direttive del proprietario, e nessuno fece commenti al riguardo, con gran sollievo di Louis. Una volta finito, il ragazzo ringraziò i due uomini e si richiuse la porta alle spalle, esausto. Quelle erano giornate davvero intense, e si stava prendendo indietro con lo studio.
Aprì uno scatolone, quando un leggero bussare lo interruppe:
-Avanti-
Era Harry.
-Bussi in casa tua?- Scherzo' Louis.
-Non sono un maleducato. Vuoi aiuto?-
Piacevolmente stupito, Louis annuì, ed Harry lo raggiunse.
-Uh. Quanti libri...-
-Già. E non sono belli come i tuoi, purtroppo- commentò Louis, facendogli vedere il manuale di fisica.
- Puoi leggerli tutti, se vuoi. E puoi studiare in biblioteca-
-Harry...grazie. Sei davvero gentile; non so come potrò ringraziarti- affermò sinceramente Louis, ed Harry lo attirò a sé, libro di fisica e tutto il resto, abbracciandolo.
Louis degluti', sopraffatto. Quel contatto lo scaldava come niente altro prima d'ora: nonostante tutto, nell'abbraccio di Harry si sentì' al sicuro. Il pianista gli accarezzo' la testa, e Louis si ritrasse leggermente quando la mano sfiorò la zona dolente. Le dita di Harry lo tastarono premurose:
-Ti fa ancora male? A questo proposito, Liam ti insegnerà qualche mossa di autodifesa. Non puoi aggirarti per la scuola in attesa che quelli facciano il bello ed il cattivo tempo-
-Ok, ma temo non servirà a molto: sono il doppio di me- considerò Louis.
-Ed allora cercheremo altre soluzioni- disse Harry, tornando ad estrarre libri.

28/01/2017 So che questa sembra la quiete prima della tempesta, ma... sì😀 questa è la quiete prima della tempesta...questi capitoli sono di passaggio.
Trad. titolo: "Volare con le proprie ali".

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