~Capitolo 13~

11.2K 428 29
                                    

"Avevo proprio bisogno di una pausa..." Mi dico sotto voce dopo aver finito il caffè. Prendo la mia bottiglietta d'acqua e comincio a pensare a queste ultime due settimane.
Dire che sono state molto lunghe e soprattutto infernali è dir poco. Dopo quello che è successo con mio zio, avevo deciso di non parlare più con nessuno; ma ho resistito solo per qualche giorno. Perché ho ceduto? Una sola parola: Brian. Questo stupido non fa altro che starmi addosso e mi critica per ogni cosa. 'Ti pare il modo di lavorare?', oppure, 'Perché non capisci che devi fare così' ecc...
Non me ne lascia passare una e la cosa mi sta snervando parecchio. Per il resto, con Valerié parlo normalmente perché non sono riuscita a tenerle il broncio; mentre con gli altri, invece, scambio qualche parolina di tanto in tanto, ma niente di che. Non so se è stata una buona idea ma almeno adesso, ogni volta che devono fare i loro "complotti segreti", non ci do neanche tanto peso; questo perché ora si può dire che non faccio poi tanto parte del gruppo e quindi, non mi interessa trovare delle giustificazioni per le loro continue assenze. E si, parlo di assenze perché poi per giorni non si fanno vedere e, dato che non sono più affari miei, non sto neanche a perdere tempo a chiedere.

"Helly oggi fai chiusura da sola"  mi interrompe lo zio facendomi tornare alla realtà.
"E i ragazzi?" Domando un po' sorpresa. Non mi ha mai fatto fare chiusura da sola.
"Io, Travor e Tony dobbiamo andare a consegnare le auto. Inoltre, essendo martedì, Luke non c'è e Bryan e Valerié sono già andati via; quindi mi raccomando, fai attenzione" mi dice con aria quasi premurosa.
"Faccio sempre attenzione" ribatto finendo di bere la bottiglietta d'acqua e gettandola via.

Finalmente ho finito! È tardi e credo che ora sia meglio chiudere.
Dopo aver sistemato le ultime cose, mi dirigo al cancello del cortile per chiuderlo; ma poco prima di farlo, un rombo assordante di una macchina attira la mia attenzione. Vedo la macchina fermarsi davanti al marciapiede. Ma cosa sta succedendo?
Mi metto dietro ad un muretto e vedo due ragazzi scendere dall'auto. Li osservo mentre fanno il giro dell'auto e gettano qualcosa a terra, poi uno dei due gli tira un calcio o due.
Appena si allontanano, mi assicuro che non ci sia nessuno e mi avvicino per vedere cos'hanno lasciato a terra. Realizzo subito che non si tratta di una cosa, bensì di una persona, e subito mi porto le mani vicino alla bocca per lo shock nello scoprire di chi si tratta: "Brian?!" grido piegandomi verso di lui.
Mi guarda con un occhio chiuso mentre si tiene lo stomaco e mi fa segno di aiutarlo. Lo alzo come posso, lo porto dentro e, dopo aver salito con fatica le scale, lo faccio entrare nell'aria relax dove c'è una cassetta del pronto soccorso. Si appoggia al tavolo e comincia a toccarsi i diversi punti dolenti.
"Brian mi spieghi che cosa ti é successo?" domando preoccupatissima. Nel frattempo lo aiuto a togliersi la maglietta per medicarlo.
"Hellen per favore..." sussurra con voce roca. Cavolo è ridotto troppo male, forse è il caso di chiamare qualcuno. Idea! "adesso chiamo mio zio, aspetta" mentre digito il suo numero, mi strappa il telefono di mano.
"Ma che stai facendo?" sbotto gridando un po' troppo forte.
"Tu non chiami proprio nessuno" afferma serio. Eccolo Brian lo spaccone, arrogante e presuntuoso è tornato. Lo odio quando fa così.
"Brian dammi il telefono!" cerco di prenderlo, ma senza risultati.
"No!" mi grida contro.
"Senti, non sei nelle condizioni per fare il gradasso"  gli faccio notare indicandolo.
"Non sono affari che ti riguardano!" mi risponde in cagnesco. Giuro che se non la smette, gli metto le mani addosso anche io.
"Smettila di fare il bambinone e guardati! Sei pieno di lividi e di botte. Dimmi cosa ti è successo, altrimenti avviso mio zio. Sono seria" ribadisco seria.
"Diciamo che è stato un piccolo regolamento di conti, ma non ti dirò di più dolcezza... Anche se devo ammettere di essere contento che ti preoccupi per me" Mi sussurra sorridendomi mentre finisco di disinfettare alcuni graffi.
"Non illuderti, avrei fatto così per chiunque nella tua posizione, quindi mi dispiace di aver infranto il tuo piccolo sogno" gli rispondo prendendolo in giro. Ricambia la mia risata per poi lamentarsi per il dolore.
"Pazienta un attimo, ho quasi finito. Comunque ridammi il telefono" dico tornando un po' più seria. Mi consegna il cellulare, lo metto nella tasca posteriore e continuo a medicarlo. Certo che ha parecchie cicatrici, non me n'ero resa conto quando...si insomma, quando lo abbiamo fatto. Sì che ero ubriaca ed avevo altro in mente, ma fra tutti quei muscoli, non me ne ero proprio accorta. Scuoto la testa al sol pensiero di quella notte e finisco di medicarlo.
"A cosa stai pesando?" mi domanda con aria maliziosa. Lo guardo chiedendomi se abbia capito a cosa pensavo, ma certamente non sarò io a dirglielo.
"A niente, ora vado a finire di chiudere l'officina e torno subito" esco dalla stanza con quei brutti pensieri che non riescono ad uscire dalla mia mente. Maledizione a lui e all'effetto che mi fa.

Shut up and drive #Concorsiamo2k17Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora