~Capitolo 10~

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Come apro gli occhi, sento un fortissimo dolore alla testa. Mi massaggio le tempie cercando di farlo passare. Mi giro e rigiro sotto le lenzuola, accorgendomi che la mia pelle è a diretto contatto con esse. Mi alzo di scatto mettendomi seduta e le scosto leggermente, appena lo faccio mi rendo conto di essere completamente nuda. Come ci sono arrivata fin qui? E perché sono nuda? Mi sforzo di ricordare, ma la testa mi fa incredibilmente male. 
Sento improvvisamente dei rumori al piano di sotto. Ma c'è qualcuno? Sarà mica un ladro? Merda. Merda. Mi avvolgo nel lenzuolo e scendo al piano di sotto facendo attenzione a non far troppo rumore. Sento poi una porta sbattere e scendo il resto degli scalini di corsa. 
Arrivo in sala, ma non c'è nessuno. Vado anche in cucina, ma nulla.
Ritorno nel salone, apro la porta di casa e l'unica cosa che vedo è una Mustang gt 500 nera allontanarsi, ma è troppo lontana per vedere chi ne è alla guida. Ma chi era?
Rientro in casa non appena vedo una signora con il cane che mi passa davanti guardandomi male. "Buongiorno..." dico facendole un cenno con la mano. 
Chiudo subito la porta e mi siedo sul divano prendendomi il viso fra le mani. Santo cielo, questo mal di testa mi uccide!
Vado in bagno per prendere delle medicine, ma appena vi entro vedo a terra i pantaloni e le scarpe che indossavo ieri sera. Ma cosa... Vado poi in direzione della doccia e trovo il top di Valerié zuppo d'acqua. "E questi?! Perché sono così? Hellen cerca di ricordare!" mi siedo sul gabinetto chiuso e comincio a riflettere mettendo le mani fra i capelli.
"Allora c'era una festa, c'erano i ragazzi e poi... Cos'è successo dopo? Aaah la testa!"
Prendo subito qualcosa e mi sdraio sul divano, con ancora indosso le lenzuola.
Mi sforzo di ricordare ma sembra tutto inutile, non mi viene in mente nulla.
Decido quindi di andare a fare un bagno e dopo aver finito, mi vesto.

Torno al piano di sotto e vado a sistemare tutto quel casino nel bagno. Mentre sto per prendere il top per strizzarlo nel lavandino, vedo una cosa nera a terra. "E questa cos'è?" mi appresto a raccoglierla e comincio a fissarla. Ha un'aria familiare, ma non capisco cosa sia.
Continuo a rimuginare mentre muovo casualmente il pezzo di stoffa che ho in mano, fin quando in un lampo mi illumina. Oh cavolo, ma sono le mie mutande! Ma perché sono ridotte così? Sembrano come strappate, ma se così fosse la domanda è solo una: chi è stato?

Incredibile, ancora una volta bevo come un beduino nel deserto, pur avendo una capacità di reggere l'alcool pari a Spugna. Quindi, ricapitolando: ero ad una festa, c'erano i miei amici, ho bevuto, mi sono ubriacata, ho portato qualcuno a casa ed a quanto pare mi sono decisamente divertita. Perfetto! Sono davvero un genio. Così imparo a bere così tanto. Accidenti a me, che casino. E ora che faccio?

Dopo aver sistemato, guardo il telefono e vedo che ho 3 chiamate perse da parte di mia madre. Cavolo non ho sentito il telefono, sarà meglio richiamarla.
"Helly tesoro!" 
"Ciao mamma! Come stai?" Le domando andando in sala e sedendomi sul divano esasperata. Non posso fare a meno di pensare a quanto successo.
"Bene, te tesoro mio?" La sua voce è sempre molto dolce e premurosa, mi manca.
"Bene." Rispondo cercando di essere credibile.
"Ma come mai ieri sera non mi hai chiamata?" mi chiede curiosa.
"Ero ad una festa di compleanno! Scusa. È che con i colleghi abbiamo festeggiato a casa di un'amico e.." parlo a macchinetta inventando man mano una scusa, anche se in parte è la verità; però faccio attenzione a non menzionare il fatto che mi sono ubriacata e che ho portato a casa uno sconosciuto, il quale è uscito di casa di gran fretta.
"Stai facendo nuove amicizie? Ah che bello! Alan tesoro, hai sentito? E dimmi, ti sei divertita?"
"Sii.. Molto" dico quasi credendoci davvero.
"Hai bevuto tanto? Spero di no, sai che non lo reggi molto l'alcol" commenta mio padre preoccupato. Beccata. Mi affretto a tranquillizzarlo: "No tranquillo, solo il giusto e senza esagerare" mento spudoratamente. Dire le bugie non è proprio il mio forte, ma in questi casi ci provo.
"Brava la mia bambina!" interviene mia mamma, "Ah sai chi ho incontrato l'altro giorno? Indovina? Austin! Sai ti ha cercata e voleva sapere qualcosa di te e della tua nuova vita. Sai è stato così carino, mi ha portato dei nuovi fiori da mettere in giardino. È proprio un ragazzo d'oro! Ma tesoro, posso chiederti perché vi siete lasciati? Stavate così bene insieme, ti ricordi?" la mamma continua a parlare di Austin, ma la mia attenzione cala del tutto pensando al fatto che, ora come ora, lui è 'ultimo dei miei pensieri e che certo non rimpiango la mia scelta.
Decido quindi di fermarla: "Mamma semplicemente non eravamo più molto compatibili. Avevamo obbiettivi diversi e soprattutto interessi molto differenti; ma comunque aveva detto che gli andava bene lasciarci. Nessuno dei due voleva impegnarsi in una relazione a distanza, quindi di comune accordo ci siamo lasciati"
"Si ma si vede che gli manchi... Mi ha detto poi che ti ha cercata, ma ha avuto problemi a mettersi in contatto con te, perché non lo chiami? Scommetto che gli farebbe molto piacere..." ascolto mia madre leggermente scocciata sapendo come sono andate le cose fra noi. Lui mi ha anticipata lasciandomi, questo perchè appunto sapeva che sarei venuta a lavorare dallo zio e che non ci saremmo più visti così spesso. Inoltre lui sarebbe andato al college e voleva "divertirsi", quindi non capisco perchè adesso se ne esce fuori dicendo che gli manco. È proprio un uomo. Mentre penso, mia madre continua a parlare "...per me dovresti dargli un'altra occasione, o almeno risentirlo. Davvero, non ho mai conosciuto un ragazzo così educato e carino" alzo gli occhi al cielo dopo l'ultima frase. Pensa che sia educato e carino solo perchè non sa che l'ho fatto con lui per la prima volta al ballo, altrimenti sarebbe un "disgraziato pervertito".
Mi trattengo dal ridere immaginando la scena e le rispondo che non sarebbe il caso di risentirlo.
"Come vuoi tesoro, non voglio che ti senti obbligata. Comunque, cosa fai oggi?"
"Credo che andrò a fare un po' di spesa e poi non lo so. Chiederò allo zio se ha bisogno di me. Voi?" domando mentre mi avvio al frigorifero.
"Noi fra poco usciamo con i signori Grayson e facciamo una bella grigliata!" mio padre sembra essere molto entusiasta e la cosa non può che farmi piacere.
"Va bene, allora voi andata, mentre io adesso mi sa che esco"
"Ok, ci sentiamo tesoro mio. Ci manchi tanto!"
"Mancate tanto anche a me... Ciao!" li congedo per poi chiudere la chiamata. Forse è il caso che mi sbrighi, voglio fare anche un po' di pulizie.

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