"Odio i numeri dispari. Lo sai."

"Questa volta invece porta fortuna. E poi al Real Madrid è il numero 4. Un numero pari c'è."

Victoria scosse il capo. "Ti odio."

"Anche io cugina cara" sorrise "quando non capisci le cose più evidenti!" l'abbracciò sorridendo.

Victoria sbuffò tra le sue braccia. "Domani lo strangolo."

"Non lo farai." la rassicurò. "Ti terrai la maglietta? Lo farai per me?"

"Posso usarla per strozzarlo?" ripeté sciogliendo l'abbraccio.

"Ahh..l'amore!" esclamò Ines prendendola in giro e dando inizio ad una lotta all'ultimo cuscino tra cugine.

La mattina seguente, Victoria entrò allo stadio per gli allenamenti.

Erano le nove di mattina e la ragazza stringeva tra le mani la maglietta indossata il giorno prima.

Si sedette sulla panchina, a bordo del campo vuoto illuminato dal sole.

Sospirò pensando. Che cosa stava succedendo? Quel lavoro le stava stravolgendo la vita, stava cambiando tutti i suoi schemi, tutto ciò che per cui aveva lavorato.. e Sergio? Sergio era entrato nella sua vita come un'onda, peggio di uno tsunami improvviso. Aveva travolto i solidi paletti che Victoria si era costruita intorno, era riuscito a sciogliere le sue barriere senza il minimo sforzo.

Si alzò, si voltò verso il tunnel che portava allo spogliatoio, decisa a rimettere la maglietta dove l'aveva trovata - simbolo di una cosa impossibile e più grande di lei che non poteva funzionare se non con effetti disastrosi. Tuttavia, quando si voltò per raggiungere il tunnel, il destino si presentò di fronte a lei bloccando i suoi piani e facendole invertire rotta.

"Ciao" il sorriso luminoso di Sergio la travolse come un terremoto in pieno silenzio.

Victoria si spaventò indietreggiando di qualche passo. "Mi hai spaventato" disse seria. Era ancora arrabbiata per la figuraccia del giorno prima e tutto quello che ci era andato dietro.

"Scusami, non volevo" disse lui inclinando il capo "dove stavi andando così di corsa?"

"A riportare questa al su posto" alzò la mano che teneva la maglietta.

"E' un regalo. Ce ne sono minimo cinque così per la squadra non preoccuparti."

"Non voglio tenere qualcosa che non è mio."

"Parli della maglietta, vero?" Sergio aveva voglia di scherzare ma Victoria no. Lo incenerì con lo sguardo. Cogliendo quell'espressione, il ragazzo corrugò la fronte perplesso.

"Sei nervosa o ce l'hai con me?"

"Entrambi. Io ce l'ho con te e mi innervosisci. In ogni caso è colpa tua."

"Non avevo idea che la bibita fosse gasata!" si giustificò subito.

"Non è per la camicetta stupido!!" esclamò Victoria sbuffando "E' per...lascia perdere."

Si scostò cercando di sorpassarlo, ma ancora una volta la differenza di altezza e di forza soprattutto non aiutava di certo Victoria. Sergio la afferrò per un polso tenendola contro di sé.

"Lasciami ti prego.." sospirò esasperata la ragazza.

"Senti, so che sei arrabbiata per ieri, ma non preoccuparti non hai fatto niente di male."

Victoria lo guardò negli occhi. "Perché ti diverte tanto tormentarmi?"

"Ti lamentavi che non ti rispondevo nemmeno e adesso ti lamenti che ti tormento? Secondo me preferisci la seconda delle due..." azzardò Sergio.

Trilogia con Sergio RamosWhere stories live. Discover now