0. Be quiet and drive

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Ora che ti ho trovata,
portami via.

    

    

Tutto il vicolo era ricoperto di scritte, adesivi e volantini. C'erano intere poesie affisse su fogli bianchi, murali elaborati e disegni osceni, ma mi ero fermata davanti a un singolo graffito, era fresco e aveva pure ragione.

Ho quasi vent'anni e li sento troppo.

Diamine, se aveva ragione. Non avrei saputo dirlo meglio.

Forse avrei dovuto scrivere qualcosa anch'io, un po' come sul muro degli innamorati a Verona. Magari qualcosa di profondo, qualcosa di triste, banale, il testo di una canzone. In fondo quello era il mio posto preferito di tutta la città, ma non mi veniva in mente niente. Riuscivo solo a pensare ai miei quasi vent'anni: sprecati, noiosi, vuoti. Anche io, come l'autore del graffito, me li portavo addosso un po' troppo stretti.

Ho quasi vent'anni e li sento troppo.

KOMODO DRAGONS: I'LL SURVIVE TOUR.

Amore, pace, vita, Melina Riccio.

Arrivai in fondo alla stradina. La libreria era incastonata nella parete come l'apertura di una grotta, sembrava fosse lì dai tempi dei romani, forse anche prima. Alcuni dicevano fosse l'epicentro della creazione dell'Universo. Una lavagnetta nera, incisa di gesso bianco, segnava gli eventi della settimana: incontri con autori mai sentiti nominare, presentazioni di libri sconosciuti, gruppi di lettura. Mi fermai al banchetto dei libri usati. Tra le decine di copie di Cinquanta Sfumature di Grigio, più o meno sgualcite, trovai una vecchia edizione dell'Orlando furioso raccontato da Italo Calvino. Un poema cavalleresco del Cinquecento che intreccia le avventure di diversi personaggi, tra cui l'amore disperato di Orlando per Angelica, un amore che lo aveva reso pazzo, furioso appunto.

Avevo amato quella storia durante le lezioni di letteratura.

E costava solo cinque euro.

Mi guardai intorno: c'era un solo cliente all'interno e stava chiacchierando con il libraio. I tavolini esterni del bar, lo stesso dove organizzavano le serate letterarie, erano quasi pieni, ma erano tutti occupati a chiacchierare e a consumare le proprie ordinazioni. Nessuno faceva caso a me. Aprì il libro e mi portai le pagine alle narici. Inspirai il perfetto connubio di carta, inchiostro e umidità. Un piccolo sentore di tabacco, forse. Di sicuro tanta umidità. Immaginai la cantina di una vecchia signora, le fondamenta di una casa storica del centro, con le pareti che trasudavano a ogni pioggia. Il fumo se l'era portata via, forse una malattia. I figli avevano venduto la casa. I nipoti si erano portati via tutti i suoi libri ed erano finiti al BOOKonero.

Strinsi la copia al petto e sfiorai le spine impolverate, cercando un titolo interessante tra tutti quei libri alla rinfusa. Rigidi, flessibili, consumati, nuovi, non m'importava, i libri erano l'unico posto in cui mi sentivo al sicuro, in cui mi sentivo a casa.

Una settimana dopo avrei iniziato l'università: lettere moderne. Avrei fatto un master in editoria e poi avrei passato la vita a leggere libri da un piccolo appartamento in collina, finestra vista mare. Sembrava così semplice. Se poi fosse andata male avrei insegnato in qualche scuola e avrei fatto conoscere agli studenti la passione per la lettura.

Avrei adottato due gatti: Baudelaire e Rimbaud. Avrei letto loro, ogni sera, le poesie più sdolcinate di Prévert. Avrei avuto una storia d'amore struggente e impossibile con un uomo bellissimo, sposato, che lavorava all'estero, e sarei morta da sola, nel mio piccolo appartamento vista mare. Avrebbero ritrovato il mio corpo qualche settimana dopo, il naso e la bocca mangiati dai miei amati felini, avrebbero venduto tutti i miei libri alla libreria dell'usato e il mio spirito li avrebbe seguiti, infestando le mura dei nuovi, malcapitati, proprietari.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Where stories live. Discover now