15. Roulette

554 14 7
                                    

Con il tuo sangue
a macchiarmi le labbra


Il Rosso era nello stanzino pieno di macchinari. Sembravano quasi stampanti 3D, ma non me ne intendevo di tecnologia. Uno dei robot era sul punto di terminare la sua opera: un dispositivo simile a quello che il Rosso aveva incenerito l'ultima volta, ma leggermente più grosso e dalla forma più allungata.

Era un nuovo prototipo.

L'uomo controllò l'orologio al polso. Lo schermo olografico indicava un countdown di una manciata di secondi. Quando arrivò allo zero, un lungo trillo riempì l'aria. Sul macchinario apparve una luce rossa lampeggiante e lo schermo annunciò un nuovo conto alla rovescia di cinque minuti, preceduto dalla scritta "Tempo di raffreddamento iniziato".

Il Rosso sbuffò spazientito e uscì dalla stanza. Premette un pulsante sull'orologio e fece partire una chiamata. Poco dopo, sullo schermo semitrasparente comparve la faccia dell'infermiere. Sembrava trovarsi nella solita stanza bianca d'ospedale e, accanto a lui, la ragazzina dai capelli ricci era sdraiata sul lettino.

«Quarantadue?» chiese il dottore, infilando una mano nella tasca del camice bianco.

«La paziente sta per iniziare l'esperimento, dottore. Vuole partecipare?»

Il Rosso buttò un'occhiata al countdown. «Arrivo subito.»

Uscì dallo stanzino e attraversò il lungo corridoio. Un inserviente stava staccando con uno scalpello un'insegna accanto ad una porta socchiusa. Era quella con il numero dodici. Il dottore ignorò l'uomo a lavoro e continuò fino alla stanza di Quarantadue.

Passò l'orologio sul sensore e la porta si aprì. La ragazzina guardò il dottore con occhi pieni di terrore e si voltò supplicante verso l'infermiere. Quest'ultimo ignorò la ragazza e continuò a digitare codici sulla tastiera, finché lo schermo trasparente non indicò: "Inizializzazione esperimento".

Il Rosso si sistemò su una sedia girevole accanto al lettino dov'era legata la paziente e si allungò a prendere una fiala di liquido rosso vermiglio, sull'etichetta c'era una grossa Y. La paziente cercò di ribellarsi, ma il dottore la schiacciò al lettino premendole con forza una mano sul petto e attaccò la fiala all'apertura sul collare metallico della ragazza. Girò in senso antiorario e l'ampolla si svuotò.

Quarantadue spalancò la bocca, senza fiato e strizzò gli occhi. Quando li aprì, diventarono neri come se la pupilla avesse coperto l'intero bulbo, lasciando solo un filo di bianco. Un ringhio animalesco le uscì dalle labbra socchiuse e sulla punta delle sue dita emersero piccole fiamme blu e azzurre, simili a quelle di Nara.

Il Rosso prese una nuova fiala, questa conteneva un liquido trasparente, ma il nome chimico riportato sull'etichetta era illeggibile dalla mia angolazione. La girò nell'apertura del collare e la testa della paziente scattò all'indietro, il suo corpo si irrigidì e le fiamme alle sue mani si spensero.

Ebbe un singulto, poi iniziò a tremare con violenza.

I sensori collegati al suo battito cardiaco sembrarono impazzire per un momento, poi si fermarono alla linea piatta e il corpo della giovane si afflosciò.

Il Rosso si leccò le labbra, impaziente.

Indicò all'infermiere lo schermo trasparente con la lunga sfilza di codici e questi scrisse qualcosa sulla tastiera, poi premette invio. Sul monitor comparve la rotella di caricamento e qualche attimo dopo divenne rosso.

Era come se le immagini fossero trasmesse attraverso una lente purpurea, la luce si rifrangeva attraverso, creando sfumature più chiare, mentre una sorta di pulviscolo riempiva l'aria. Il punto di vista di quelle riprese si spinse oltre il velo, mostrandoci un caleidoscopio di luci e colori, pareva fluttuare in quel luogo così familiare.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora