7. Root

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TW: violenza, omicidio, uso di armi da fuoco, uso di droga, OD

   

     

Le tue dita ardenti
possono distruggere il mondo

    

     

Guardai la bambina dalla pelle scura, lei distolse lo sguardo e continuò a colorare il suo disegno.

Aveva delle treccine bellissime, strette sulla testa e legate in un piccolo codino sulla nuca. D'istinto mi portai una mano alle mie due trecce lunghe ai lati della testa, mi aveva sistemato così i capelli la maestra quella mattina perché diceva che avevo i capelli sempre arruffati. Io, da sola, non ero capace a pettinarli in quel modo. Nessuno mi aveva mai insegnato, nemmeno a farmi il fiocco alle scarpe, ma tanto indossavamo solo le scarpe di tela elastiche senza lacci dell'Istituto.

In fondo all'aula, quella col pavimento verde e le pareti azzurre con le nuvole, c'era il Dottore. Stava parlando con un uomo alto e biondo che indossava un completo elegante blu e scarpe lucide. Accanto a loro c'era un altro uomo, pelato e magro, sembrava triste e malato. Era su una sedia a rotelle motorizzata, che muoveva con un telecomando sull'estremità del bracciolo. Aveva due tubicini trasparenti che gli uscivano dal naso, gli giravano intorno alla testa e finivano dentro una bomboletta sul retro della carrozzina.

Notai che tutti e tre avevano scarpe con i lacci, a differenza nostra.

«... non riusciamo a modificare la formula del farmaco. Non funzionerebbe suo padre, anzi, temo che potrebbe peggiorare la sua situazione» disse il Dottore, poi guardò con la coda dell'occhio l'uomo più vecchio.

Il giovane dai capelli biondi scosse la testa contrariato. «Abbiamo investito centinaia di migliaia di euro in questo esperimento, Dottor Gullà, se non dà risultati non vedo perché...»

«Ci sono stati degli sviluppi...» lo interruppe il Dottore. Guardò nella nostra direzione e io finsi di rimettermi a colorare, non volevo farmi scoprire a origliare.

Il mio disegno faceva schifo in confronto a quello della bambina con le treccine. Avevo cercato di disegnare un cavallo, ma sembrava più un cane con i capelli. Gonnie, invece, aveva disegnato una casa altissima e larga, con un sacco di finestre, il sole spuntava dall'orizzonte in un cielo rosa, viola e arancione, con qualche nuvola bianca. In primo piano c'erano cinque persone dalla pelle marrone scuro come la sua. Due adulti e tre bambini, due maschi e una femmina con le treccine. Immaginai fosse lei.

«È la tua famiglia?» le chiesi.

Lei annuì.

«Dove sono adesso?» insistetti.

Lei alzò le spalle, senza distogliere lo sguardo dal foglio. Non era di molte parole.

«Pensiamo che la bambina abbia scoperto un'altra parte, simile a questa, ma dove il farmaco sembri funzionare meglio» continuò il Dottore.

«Un'altra parte?» domandò il biondo confuso. «Intende un'altra struttura? Dove? In che città?»

Lui scosse la testa. «Non su questo pianeta...»

«Mi prende per il culo?» lo incalzò l'uomo elegante, rosso in viso e furioso. «Stiamo parlando di alieni?»

Il Dottore lo fulminò con lo sguardo e gli intimò con un gesto della mano di abbassare la voce. «No, non di alieni.» Sbuffò, infastidito. «Parliamo di linee temporali diverse, di realtà parallele.»

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora