7. Freak on a leash

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Cuciti la bocca
e dormi tra i lividi,



Dovevo ammetterlo: mi ero arresa. Mi ero acclimatata alla mia condizione di prigionia, al mio destino di animale domestico di Greg il rapitore psicopatico. Non c'era modo di contrastare la sua forza, la sua velocità e il suo controllo mentale. Non c'era modo di scappare. L'unica via per la mia libertà era quella di assecondare la sua follia, o così speravo.

Tutto quello che Greg voleva era che ricordassi, anche se non sapevo bene cosa. Piccoli frammenti stavano ritornando a galla, schegge della mia infanzia, di quello che avevo sempre pensato essere un istituto per orfani e che, invece, era forse più un laboratorio per esperimenti illegali. Cercavo di mettere insieme i pezzi del mio passato e capire da che parte s'incastrasse Greg, ma non era facile, senza sapere da che parte iniziare a costruire questo puzzle.

Erano passati quasi sei mesi e mi ero assestata, rassegnata come una tigre in cattività. Quel seminterrato era la mia nuova normalità e chissà per quanto ancora lo sarebbe rimasto. Mi chiedevo se ne sarei uscita viva, Greg era un pazzo fuori controllo dotato di superpoteri. Era pericoloso, imprevedibile, e i suoi cambi d'umore mi spiazzavano.


Greg era seduto al tavolo della cucina a lavorare al computer. A cosa lavorasse, poi, non mi era concesso saperlo. Mi piaceva immaginare che in realtà giocasse a League of Legends. Alzò lo sguardo e incrociò il mio. Puntai subito gli occhi sul libro che avevo tra le mani, fingendo di non essere rimasta lì a fissarlo chiedendomi quali abilità avrebbe avuto il suo personaggio nel gioco.

Silenzioso e fulmineo come un felino a caccia, mi si parò davanti. La sua ombra incombeva su di me come un oscuro presagio. Dalla mia posizione seduta sul divano sembrava ancora più alto e minaccioso, tanto da farmi ingarbugliare lo stomaco in un groviglio di ansia e tensione.

«Stai leggendo?» Se ne stava in piedi, a braccia conserte, con un broncio dipinto sul volto.

Sollevai Dio di illusioni per mostrargli la copertina. Era un suo regalo, dato che avevo finito di leggere tutti i libri disponibili nella mia libreria. La selezione si era ridotta notevolmente quando avevo deciso di non toccare thriller, urban fantasy e qualsiasi altro genere che parlasse di rapimenti e superpoteri. Quello era il suo libro preferito, o così mi aveva detto.

«Ti sta piacendo?» domandò, sedendosi accanto a me, sul bracciolo del divano.

Infilai il segnalibro tra le pagine. «È molto intrigante» ammisi.

«Aspetta di arrivare nel punto in cui...»

«Ah!» Mi tappai le orecchie. «Non dirmi niente!»

Greg ridacchiò e si fece spazio più vicino a me sul sofà. La sua presenza non mi metteva più così a disagio come prima, era quasi rassicurante il calore di un altro essere umano quando tutto quello che avevo era la mia solitudine. E Greg era l'unico amico che avevo a disposizione.

Mi scostò una ciocca di capelli dietro all'orecchio, le sue dita si allacciarono alla mia nuca e con il pollice mi accarezzò una guancia. Il suo tocco scivolò fino alle mie labbra, delineandone il contorno con delicatezza.

Il cuore mi precipitò nella voragine che avevo al posto dello stomaco. Chiusi gli occhi e mi lasciai scappare un respiro tremante. Era confortante e spaventoso il contatto della sua pelle con la mia, era una scossa elettrica capace di stordirmi.

Mi voltai e agganciai il mio sguardo al suo. Le sue pupille erano così dilatate da coprire quasi completamente l'iride, dando l'impressione che i suoi occhi fossero di puro, denso buio.

APOKALYPSIS [Thanatos Trilogy Vol. 1&2]Where stories live. Discover now