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Bella,  sicura di voler andare? Come farai con le piccole e tutto il resto... dovrai imparare anche una nuova lingua? e..»domanda una donna sulla sessantina con gli occhi lucidi mentre accarezza il viso di una bambina di più meno tre anni «Mamma, sul serio, tranquilla, so benissimo quello che stiamo facendo, lo voglio veramente e sei stata proprio tu a dirmi che per amore si fa di tutto. La lingua non sarà un problema e tu lo sai» una donna dai capelli castano rossicci prende in braccio la bimba addormentata e insieme ad un altra bambina sui 9 anni si avvicinano in un auto stra piena di valigie «Mi raccomando bambina mia, fai buon viaggio» si raccomanda quella che sarebbe la madre più grande a sua figlia, ormai anche lei adulta «Si mamma, tranquilla, lo facciamo anche per il bene delle piccole» le due donne si abbracciano e, subito dopo la donna più giovane, Bella sale in macchina e partire 

«Cris, Cris alzati» apro lentamente gli occhi, e mi ritrovo in una camera completamente rosa e bianca. Ah già sono in Italia «Cris, mia mamma vuole sapere se fai colazione...» mi chiede il moro sorridendo

«No tranquillo» lo rassicuro ricambiando il sorriso, il ragazzo dagli occhi verdi annuisce ed esce dalla mia stanza

Mi alzo dal letto e mi affaccio dalla finestra, da qui si vedono bene le vie di Milano affollate già dalla mattina, si vedono anche alcuni monumenti antichi.

A Los Angeles non ci sono monumenti antichi da studiare o, almeno non antichi come quelli italiani. Credo che l'Italia nella sua noiosa e antica semplicità mi sia mancata.

Tiro la tenda bianca e prendo dalla sponda del letto la valigia dove tiro fuori i vestiti da mettere per oggi: una felpa corta mimetica e dei jeans a vita alta neri con degli strappi sulle ginocchia, sotto metto le vans di topolino, quelle che aveva usato Matt nella speranza di uccidere il ragno.

Giro la scarpa sinistra guardando la macchia nera disgustosa che ormai non si vede quasi più sorridendo a quel ricordo.

prendo dalla valigia anche lo zaino, anche se non so, dovrei portare i libri? Teoricamente non dovrei essere in grado di una parola in italiano quindi suppongo di no... guardo lo scaffale sopra la piccola scrivania della ragazza stra colmo di libri.

Scommetto che è una di quelle ragazze che prende il massimo solo perché è la favorite di tutti i professori.

Torno in dietro in direzione della valigia che sta aperta appoggiata a terra, cerco fra i vari vestiti disordinati un libro, lo trovo.

La professoressa di lettere mi aveva minacciato l ultimo giorno che dovevo portare il libro di letteratura con me, giusto per fargli capire a che punto siamo, per fortuna l'ho portato.

Almeno sembrerà che non ho lo zaino completamente vuoto, dallo zainetto che ho usato per il viaggio tiro fuoi il mio piccolo astuccio verde acqua completamente scritto dalle mie amiche.

Infilo anche quello nello zaino ed afferro il giacchetto che avevo posato sulla sedia vicino alla scrivani per poi uscire dalla stanza.

«Ciao mamma, noi andiamo» saluta Matteo ad alta voce in modo da farsi sentire, per poi uscire dal grande appartamento 

«Andremo a piedi, non ti secca vero?» chiede il ragazzo grattandosi la nuca «Oh, no tranquillo. Allora dimmi, io dovrò andare nella stessa classe di tua sorella?» chiedo curiosa mentre cammino fianco a fianco con il ragazzo 

«Beh dipende, tu hai anche tu 17 giusto?» domanda il ragazzo pensieroso «No, ho 16 anni» ammetto alzando le spalle

«Seria?! Potremmo stare nella stessa classe, abbiamo la stessa età» annuisco sorridendo «Comunque dicevo, la nostra è una scuola  strana, praticamente è per chi è un po' svogliato. Ci dedichiamo molto alle arti ed allo sport, per le ragazze come scelte sullo sport da fare mi sembra ci sia o la ginnastica artistica o la pallavolo, mentre per i maschi o il calcio o il basket»

The crazy girl (H.G.)Where stories live. Discover now